Panoramiche one-shot da una barca: The Canal View…

A cura di: Chiara Masiero Sgrinzatto e Luca-Nicolò Vascon

L'immagine panoramica interattiva è un mezzo capace di dare all'osservatore un ruolo attivo all'interno della realtà fotografata, offrendogli un'esperienza coinvolgente e realistica. Quella che segue è la cronaca della realizzazione di un lavoro unico nel suo genere che, dopo più di un anno di gestazione, ha permesso di portare lo spettatore in una "passeggiata" tanto virtuale quanto realistica lungo la via principale di Venezia: il Canal Grande.

A cura di Chiara Masiero Sgrinzatto e Luca-Nicolò Vascon

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Preparazione dell'hardware

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Segare i paraluce dei Nikkor 10.5, (invalidando la garanzia) è una delicata operazione che consiste nel fare letteralmente a pezzi tre ottime ottiche da circa 700€.
Ottime perché con una contenutissima aberrazione cromatica e con una eccezionale resistenza al flare restituiscono quasi 200 gradi di angolo di campo, una volta rimosso il paraluce a corolla integrato nel barilotto.

Noi non siamo stati i primi ad aver compiuto questa operazione: i pionieri di questa tecnica sono stati Peter Murphy e Hervé Douris a.k.a. Romuald Vareuse. Ma Michel Thoby è stato il primo a documentare il processo sul web.

Michel é un amico di vecchia data ed ha un approccio assolutamente scientifico. É da molto tempo che facciamo esperimenti panoramici "insieme" nonostante la distanza fisica che ci separa. È uno dei maggiori punti di riferimento nell'ambiente.

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Il nastro serve da guida per il taglio e a fermare messa a fuoco all'infinito. Evita anche che le polveri finiscano nella ghiera

Un foglio di carta rigida nel sottile spazio tra lente e paraluce, eviterà danni alla lente durante il processo, e limiterà l'infiltrazione di residui.

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1 - Aggiungere un pezzo di fascia serratubo. È una ottima guida durante il lavoro.
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2 - Il lavoro è lungo e delicato. Pazienza ed una lama con la dentatura giusta sono assolutamente necessari.
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3 - L'ultimo tocco, il paraluce scivola fuori dal tubo di carta.
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4 - Rimosso il paraluce, un vero fisheye circolare in tutta la sua bellezza... sempre che lo mettiate su una macchina FX.

collegare il modulo GPS Nikon GP-1

Il modulo GPS per operare sincronizzato alla fotocamera utilizza la presa Nikon a 10 poli con vite, la stessa che si usa per lo scatto remoto.

Il funzionamento di questo dispositivo è spiegato bene nell'eXperience GPS per Reflex con il modulo Nikon GP-1 ma il suo valore d'uso è ben più grande di quello che sembra.

Il sistema di scatto predisposto per l’MrotatorR ha di default 3 connettori, ma se aggiungiamo il Nikon GP-1, non si riesce a connettere una delle fotocamere. Come fare?

Fortunatamente Agnoletto ci ha prontamente spedito una suite di cavi da saldare al sistema dell’MrotatorR!

Il Nikon GP-1, infatti è provvisto di un ingresso esterno per uno scatto remoto, ma non nello standard 10 poli, bensì di una presa di tipo MC-CD2. Chi voglia utilizzare il modulo GPS e uno scatto a distanza sulla stessa macchina, insomma, deve procurarsi uno scatto remoto apposito, l'MC-CD2 appunto. Da questa esperienza in poi le centraline Agnos per lo scatto a distanza dell'MrotatorR, su richiesta, avranno un cavo in più per il GP-1!

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1 - Il nuovo controllo remoto.
La prima cosa è identificare quale contatto fa cosa. Il pulsante di scatto ha tre contatti, quello di attivazione (mezza pressione), quello di scatto e la massa. Tagliate il filo sbagliato e raccoglieranno i vostri pezzi con la paletta.
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2 - La centralina di Agnos per le Nikon professionali, che prima della commercializzazione del GP-1 aveva solo tre prese a 10 poli.
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3 - Un buco in più, per far passare l'MC-CD2
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4 - Il delicato momento della saldatura. Ma il mio saldatore è più vecchio di me e fa da solo.
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5 - L'interno della centralina non é ne bello ne ordinato come prima, ma é robusto e funziona.
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6 - Il test finale. Notare l'unità gps collegata alla macchina A. Per motivi di spazio non è stata messa sulla slitta portaflash.

regolazioni e prove

Prima di provare la “macchina panoramica” bisogna impratichirsi un po' con le fotocamere, perché anche se hanno la stessa interfaccia, non è semplice regolarle tutte alla stessa maniera.

La Nikon D700 è una fotocamera di ultima generazione, ed è completamente personalizzabile. Il suo comportamento, e la risposta a determinati comandi, quindi, si adatta alla perfezione ai desideri dell'utilizzatore.

Nel nostro caso le macchine devono procedere tutte allo stesso modo, avere tutte gli stessi settaggi in tutti i campi.

Quando le macchine sono così complesse, un reset alle impostazioni di fabbrica è necessario, come è indispensabile procedere con ordine, carta e matita.

Premendo i due tasti sulla calotta superiore (contraddistinti da un puntino verde), poi Reset menu di ripresa e Reset menu personalizzazioni e la macchina è resettata. A questo punto si possono dare a tutte le fotocamere le stesse impostazioni, verificando la loro effettiva correttezza attraverso degli scatti e controllando la corrispondenza dei metadati con Nikon ViewNX.

Il GP-1 deve essere collegato soltanto ad una D700, essa deve avere ora, data e luogo impostati. Anche in questo caso è bene fare uno scatto di prova per vedere se il GPS opera come desiderato. La verifica finale è su Nikon ViewNX: se lo scatto è georeferenziato tutte le impostazioni sono corrette.

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prova panorama a terra

Il test a terra è fondamentale prima dello shooting vero e proprio per verificare che tutto sia a posto e che effettivamente funzioni a dovere.

Vengono fatti alcuni scatti di prova in varie location, i quali vengono montati con PTGui e verificati.

Questo serve anche ad estrapolare un template di massima.

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Panorama in condizioni ideali

Per verificare i settaggi di massima della fotocamera, costruiamo un panorama scattato a terra, da cavalletto, con una sola macchina e l'ottica in posizione ideale.

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Il laboratorio di Officine Panottiche (Giudecca 624/625, Venezia), con Chiara ed il nostro amico e collega Toni Garbasso
(Studio Argento, Roma).
Da questa immagine è possibile estrarre il modello matematico dell'ottica.

Il 10.5 Nikkor, se trattato correttamente, correggendo da RAW le piccole aberrazioni cromatiche, offre una nitidezza eccellente su tutto il campo inquadrato. Attraverso questo processo possiamo raffinare e semplificare la produzione del bunch finale di panoramiche.

La luce ha finito di cambiare, il sole è sorto da qualche minuto.
Piccoli movimenti compensano il rollio della barca, che aumenta, ora che entriamo in Canale della Giudecca lasciandoci alle spalle la Punta della Dogana.

Chiara ha sott'occhio lo scatto a distanza ed il logger GPS, un piccolo Holux 241, che può mostrare sul display velocità effettiva, ora, direzione ecc.
È quello che ci conferma la frequenza di scatto da mantenere.
In bacino S. Marco attracchiamo a San Zaccaria tra gli imbarcaderi delle linee pubbliche. Fatto! Le fotografie sono state tutte scattate.

Mentre carichiamo Marco Miglioranza, uno dei nostri documentatori che ci ha rincorso per tutto il tragitto con la fotocamera in mano, controlliamo le macchine.
Hanno tutte riempito circa metà delle loro schede Compact Flash. Nulla di particolarmente veloce (una immagine ogni 5-7 secondi non ha bisogno di velocità) ma sono comunque 3 schede Lexar da 16GB. Nessuna macchina ha fallito uno scatto. Il numero di immagini è lo stesso per tutte e tre. Sono 554, inclusa quella di test.

Alla Punta della Dogana recuperiamo anche Emanuele Basso, con tutta l'attrezzatura video che ha utilizzato per la documentazione.
Si torna indietro, verso una meritata colazione e verso la messa in sicurezza dei dati.


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