Guida per immagini all'uso del flash Nikon SB-900, in interni, esterni ed in impiego wireless "CLS"

A cura di: Roberto Insalata

Quante sono le occasioni fotografiche migliorabili grazie all'uso del flash? Sicuramente più di quante immaginiamo, grazie ai semplici accorgimenti che vi proponiamo analizzando i casi più ricorrenti.

A cura di Roberto Insalata

» Schemi di illuminazione SB-900 » Il lampo riflesso
» Il diffusore a cupola SW-13H » La scheda riflettore integrata
» I filtri di correzione colore: set SJ-900 » Sincronizzare il lampo su tempi lunghi
» Sincronizzare il lampo su tempi veloci “Sincro Auto FP” » Ripresa multi-flash senza cavi “CLS”

 

Sincronizzare il lampo su tempi brevi (Sincro Auto FP)

Fotografando situazioni classiche in esterni assai luminosi, come le ore centrali di una giornata soleggiata, potremmo avere la necessità di utilizzare il flash, utile a schiarire un soggetto (tipicamente persone) posto in controluce, lasciando che il sole agisca come sorgente di illuminazione secondaria. Tipica è anche la volontà di operare con diaframmi aperti per sfuocare maggiormente lo sfondo quindi “isolare” l'immagine sul soggetto in primo piano. La quantità di luce che la nostra fotocamera misurerà attraverso l'esposimetro risulterà nei casi sopra certamente elevata, perché la fotocamera non potrà che scegliere il tempo più veloce possibile con il flash quindi a seconda dei modelli tra 1/250 ed 1/500, compatibilmente con la modalità di esposizione preferita. Ricordiamo che la velocità dell'otturatore selezionata dalla fotocamera quando è attivo il flash integrato (qualora disponibile) è limitata tra 1/60 e 1/250-1/500 di secondo (modalità di esposizione A o P senza personalizzazioni a menu), un tempo presumibilmente troppo alto per ottenere un'esposizione corretta in talune condizioni di luce (l'avvertimento di sovraesposizione “HI” si presenta nel display LCD). Il flash Nikon SB-900 supporta - come il suo predecessore - una modalità di sincronizzazione automatica del lampo su tempi veloci, tale da offrire comunque una discreta quantità di luce. Cosa si intende per discreta? L'unità flash di cui parliamo è in grado di illuminare - fino alla massima potenza - con tempi di scatto non più brevi di 1/250 di secondo, oltre i quali è necessario affidarsi alla funzione Sincro FP (automatica) per ottenere la corretta sincronizzazione con la velocità dell'otturatore, contribuendo inevitabilmente con una minore quantità di luce flash usata per l'esposizione. Il risultato che si ottiene è oggettivamente gradevole, poiché la luce artificiale si percepisce ben bilanciata con quella ambiente. Ma soprattutto, si potranno usare diaframmi aperti per sfuocare lo sfondo anche in una giornata soleggiata!


Attivando il flash della fotocamera ma anche adottandone uno esterno, si vincolano i tempi di posa utilizzabili tra il più veloce consentito (1/250, 1/320 o 1/500 in base al modello) ed i tempi lunghi. Ma se l'illuminazione ambiente è alta e magari congiuntamente si vorrebbero impiegare diaframmi aperti per sfuocare lo sfondo? I tempi di posa vincolati sarebbero comunque troppo “lenti” anche con i più veloci permessi producendo una foto con lo sfondo bruciato ma anche il volto se illuminato dal sole diretto. Ecco a cosa serve l'opzione Sincro FP, che permette di impiegare con flash, tempi più veloci fino anche ad i/8000, ad esempio.

I vincoli dei tempi sinco X sono causati dal fatto che l'otturatore oltre i massimi tempi sinco x, inizia ad esporre il sensore
con una scansione fatta dalle tendine otturatore che scorrono con una fessura sempre più stretta man mano che si scelgono
tempi di posa più veloci. Esporre con flash e tempi superiori al sincro X produrrebbe una foto con una striscia più chiara, striscia corrispondente alla sincronizzazione con il lampo. Per evitare questo errore tecnico, la DSLR non permette la selezione
di tali tempi di posa. La funzione elettronica Sincro FP comunica al flash di emettere un lampo più lungo che duri tutto il tempo
della “scansione” delle tendine durante l'esposizione del sensore. Permette così la soluzione ma ovviamente “sprecando” lampo, riduce fortemente la potenza del flash che potrà così illuminare correttamente solo soggetti vicini.


AF-S NIKKOR 24-70mm f/2.8G ED @ 1/1250 f9.0

Desiderando una maggiore quantità di luce flash - fino a raggiungere sottoesposizioni creative assai diffuse nelle foto di tipo fashion - nelle condizioni sopra citate, è possibile impiegare simultaneamente più unità flash SB-900 pilotate con il sistema proprietario senza cavi Nikon CLS come descritto nel paragrafo successivo.

Ripresa multi-flash senza cavi (CLS)

Una delle più apprezzate novità introdotte già con le unità flash Nikon SB-600 e SB-800, è certamente rappresentata dal sistema di illuminazione creativa senza fili Nikon Creative Lighting System “CLS”, argomento trattato in numerose occasioni su precedenti eXperience anche segnalati all'inizio di questa. In breve, è possibile impiegare più unità flash Nikon - configurabili in gruppi - e decidere il loro comportamento (modalità di esposizione e potenza) direttamente dalla fotocamera, senza muoversi dalla posizione di ripresa. Il supporto per la modalità di esposizione automatica i-TTL è garantito anche impiegando il sistema CLS, un vantaggio che abbatte qualsiasi differenza rispetto all'uso del flash montato sulla fotocamera.

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Il sistema di illuminazione creativa Nikon CLS si basa sulla presenza di due attori: l'unità Commander, in grado di sollecitare quindi comandare i flash a distanza (inviando loro le impostazioni di illuminazione da usare al momento dello scatto), e una (o illimitate) unità detta Remote, posta a distanza e nella opportuna posizione stabilita dal fotografo. I flash della serie Nikon SB-900 possono assumere indistintamente entrambi i ruoli, anche se per la funzione Commander è disponibile il prodotto dedicato (più economico e performante) Nikon SU-800, oppure preferire una soluzione a costo zero sfruttando il flash integrato nella fotocamera (solo per modelli con opzione Commander on-camera), consapevoli di alcune limitazioni.


Esempio di utilizzo del sistema CLS in interni.


Schema di illuminazione adottato per l'immagine precedente.

Le unità flash di tipo Remote devono essere configurate obbligatoriamente all'interno di un gruppo (A, B o C), ed essere in “ascolto” su uno dei quattro canali disponibili (da non confondere con quelli radio). I gruppi rappresentano una pratica e intuitiva soluzione per distinguere il comportamento dei flash coinvolti nell'illuminazione; inoltre, il numero di unità Remote associabili a uno specifico gruppo è (tecnicamente) illimitato, concedendo piena libertà di espressione creativa. Ad esempio, nell'esecuzione di un ritratto in interi, è possibile usare un primo flash con ruolo di luce principale (Gruppo A, potenza 1/4), e un secondo flash per aggiungere un suggestivo controluce (Gruppo B, potenza 1/16); una terza sorgente di luce potrebbe essere diretta sullo sfondo in prossimità del soggetto (Gruppo C, potenza 1/32), efficace ingrediente per risultati professionali.

 

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