Una bella foto, realizzata con un ottimo obiettivo, non si riconosce solo dalla nitidezza. Vediamo come lo sfocato influisce sulla resa dell'immagine



La prova
Nikon Nikkor F 105mm f/2.5
Nikkor AF-S 18-200mm f/3.5-5.6G
IF-ED DX VR II
Conclusioni

 

Introduzione

Si è sempre in cerca dell'obiettivo "migliore", spesso interso come l'ottica che offra la nitidezza maggiore, ma poi si scopre che la nitidezza è solo uno dei tanti fattori che interagiscono fra di loro per la creazione di una "bella", in senso tecnico, immagine.

Un aspetto che passa inizialmente inosservato è la parte sfocata. In fondo lo sfocato è sfocato, ma le zone fuori fuoco possono mettere più o meno in evidenza le parti a fuoco, così come evidenziare alcune peculiarità dell'ottica impiegata che può rappresentare le zone sfocate in maniera più o meno piacevole. Lo sfocato è un'area decisamente complessa e di difficile valutazione soprattutto con l'avvento della ripresa digitale, che cambia la percezione in base ai fattori ottici ma soprattutto in base ai parametri di costruzione immagine, alle dimensioni di visualizzazione rapportate al supporto di rappresentazione.

Vedremo che aspetti che potrebbero essere visti come negativi, in realtà o per scopi artistici, possono aiutare nella realizzazione di una gradevole fotografia.

Infatti, mentre per le zone nitide, un obiettivo deve poter riprodurre il soggetto ripreso limitando quanto più possibile l'insorgere di aberrazioni che possono abbassare la qualità di riproduzione, le zone di fuori fuoco non rispondono a regole ferree; così è possibile giudicare ottimo un obiettivo che ha una resa dello sfocato molto morbida e pastosa, per poi scoprire che in realtà è affetto da un limitato quantitativo di aberrazione sferica o ancora, che un obiettivo estremamente performante, offre in realtà immagini il cui contributo dello sfocato non sia assolutamente al livello della qualità delle zone a fuoco, limitando così la piacevolezza generale del risultato finale.

continua  
 

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