Salto nel buio

A cura di: Francesco Tomasinelli


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Laghetto sotterraneo, rischiarato con lampade subacquee. Grotte di Borgio Verezzi, Liguria. Nikon D70 + 28-70/2,8 + cavalletto

Le poche gocce d'acqua che cadono nelle pozze diventano colpi secchi. Ogni più insignificante rumore viene amplificato nel silenzio assoluto ed il buio, quando si spengono le torce, è molto più profondo di quanto si possa immaginare.
Non esiste davvero, qui sulla terra, un ambiente più alieno di quello delle grotte. Un luogo che sembra incredibilmente inospitale, spesso freddo, umido e davvero incompatibile con il nostro stile di vita.
Già centinaia di migliaia di anni fa, tuttavia, i nostri antenati avevano cominciato ad esplorare timidamente questi ambienti; un'abitudine che oggi sembra ancora in auge, a giudicare dal fiorire di associazione speleologiche in tutta l'Italia. Le viscere della terra tuttavia non hanno attirato solo i nostri predecessori, ma anche gruppi di organismi molto diversi che, nel corso di milioni di anni, si sono evoluti per meglio adattarsi a questi ambienti.

Oggi un certo numero di specie animali vive, più o meno stabilmente, all'interno delle grotte: il desiderio di conoscere meglio queste forme di vita ed il loro straordinario habitat mi hanno spinto a intraprendere un tour fotografico che intendo continuare, alla ricerca di situazioni sempre differenti.

Fotografare in grotta pone diversi problemi: l'ambiente umido mette a dura prova l'attrezzatura e la luce naturale è sempre insufficiente. Bisogna quindi disporre di qualche flash, di un cavalletto e in parte affidarsi all'illuminazione artificiale, quando questa è presente. Per realizzare queste immagini ho impiegato una robustissima Nikon F100 ed una Nikon D70 digitale, con ottiche 105 macro, 55 macro, oltre a zoom 12-24, 28-70 e 80-200. Per illuminare molti soggetti più piccoli ho fatto ricorso ad un twin flash SB-29, oltre che ai nuovi SB-800 e SB-600.

 

 

 

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Panoramica nelle grotte di Borgio Verezzi, Liguria. Nikon D70 + 12-24/4 + cavalletto

Le grotte offrono un gran numero di soggetti molto curiosi. Uno degli abitanti più preziosi di questo ambiente è il geotritone (genere Speleomantes con 7 specie in Italia), un anfibio amante dei luoghi umidi e scuri, reperibile in tantissime cavità della penisola. Ritrarre animali come questi senza flash è impossibile, così ho utilizzato il twin flash SB-29 abbinato ad un nikon 55 macro,spesso affiancato ad un pannello riflettente per incrementare la luce verso gli sfondi. Soggetti come questi vengono spesso più bui del previsto. L'esposimetro infatti si fa ingannare dai riflessi ed è meglio sovraesporre di 0,5 o anche 1 stop.

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Un geotritone (Speleomantes strinatii) sorpreso a passeggio sulle concrezioni in una grotta non turistica in Liguria.
Nikon F100 + 55 macro + SB-29 twin flash + Fuji Provia

Con gli animali più piccoli è particolarmente interessante giocare sulle trasparenze. Il ragno Meta menardi aggrappato alla parete è stato ripreso in controluce, con la Nikon F100 ed un 105 macro. La fonte luminosa era un flash SB-800, spostato dalla fotocamera con un cavo Sc-17.

In una cavità naturale della Liguria ho avuto la fortuna di documentare un evento decisamente curioso: una chiocciola Oxychilus draparnaudi, un tipico abitante delle grotte, che catturava e divorava una farfalla notturna Scoliopteryx libatrix, indebolita dal lungo inverno. Questi gasteropodi, frequenti nelle grotte del Nord Italia sono sorprendentemente in grado di predare anche insetti in difficoltà. In circa mezz'ora di tempo ho potuto eseguire questa singolare sequenza di attacco, realizzata con la D70 ed il 105 macro, abbinati ad un flash Sb-29 (in manuale) e ad un pannello riflettente.

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Una chiocciola predatrice Oxychilus draparnaudi raggiunge una farfalla notturna per poi ucciderla in una grotta non turistica in Liguria.
Nikon D70 + 105 macro + SB-29 twin flash + pannello riflettente

Ritrarre le spettacolari concrezioni è decisamente meno impegnativo che inseguire i piccoli abitanti del sottosuolo. Ma le riprese di ambiente in cavità naturali, quindi non illuminate, sono spesso deludenti.
Per questo ho visitato un certo numero di grotte turistiche ben conosciute tra Liguria e Toscana (Borgio Verezzi, Toirano, Antro del Corchia) dove gli scenari sono favolosi e l'illuminazione piuttosto curata.

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Stalagmite colonnare nelle grotte di Toirano, Liguria. Nikon D70 + 28-70/2,8 + SB-800 flash
+ SB-600 flash + cavalletto

Molto spesso, tuttavia, la luce delle lampade non era sufficiente a definire correttamente il paesaggio. Per questo ho spesso fatto ricorso al flash SB-800 montato sulla D70, avendo cura di impiegare la gelatina per luci ad incandescenza sul flash. Quando l'illuminazione ottenuta non era abbastanza drammatica, ho impiegato anche un SB-600 per delineare meglio il paesaggio, avvalendomi del sistema CLS per il controllo dei flash TTL senza cavi. Combinando i diversi sistemi tra loro, (flash con gelatine e illuminazione artificiale delle grotte) si ottengono ottimi risultati, avendo comunque cura di non dimenticare mai un robusto cavalletto.
Oggi nelle tante grotte turistiche italiane è possibile osservare da vicino questi paesaggi sorprendenti e le loro incredibili concrezioni; in tante località è anche possibile fotografare liberamente. Se siete indecisi sugli accessori da portare non trascurate, oltre al cavalletto, anche un teleobiettivo per isolare i particolari.

Per un quadro più preciso del patrimonio speleologico italiano si rimanda a www.edinat.it, pagina web della rivista Parchi e Riserve Naturali, che nel prossimo numero tratterà in dettaglio l'argomento della vita nelle grotte.

Francesco Tomasinelli: www.isopoda.net

 

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