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La mia Calabria
Gianni Berengo Gardin

Gianni Berengo Gardin "è stato il primo a venire a Corigliano ed è sempre presente, da quattro anni", dice con orgoglio Gaetano Gianzi, uno dei due curatori (assieme a Cosmo Laera) del festival di fotografia di Corigliano. E quest'anno Berengo Gardin ha voluto fare un regalo speciale a Corigliano, tirando fuori dal suo archivio alcune foto calabresi di un suo passaggio di molti anni fa, impreziosendo con "La mia Calabria" un'edizione - la quinta - fatta come al solito di esposizioni (in mostra fino al 6 gennaio al Castello Ducale di Corigliano Calabro), workshop/incontri (tra cui quello con Berengo Gardin a dicembre).


© Gianni Berengo Gardin - Corigliano Calabro

L'esposizione centrale di questa edizione è stato affidata alla capacità interpretativa di Francesco Cito, che ha realizzato la raccolta di immagini fotografiche in bianco e nero su Corigliano Calabro: "Una calda estate a Corigliano''. Tra gli altri autori delle altre mostre si segnalano: Toni Thorimbert ("Alla moda di Corigliano"), Claude Nori ("Giorni Felici"), James Whitlow Delano ("Impero. Impressioni dalla Cina").


© Gianni Berengo Gardin

Chi è
Gianni Berengo Gardin è nato a Santa Margherita Ligure nel 1930. Ha iniziato a occuparsi di fotografia nel 1954. Dopo aver vissuto a Roma, Venezia, Lugano e Parigi, nel 1965 si è trasferito definitivamente a Milano iniziando la carriera professionale, dedicandosi alla fotografia di reportage, all'indagine sociale, alla documentazione di architettura, alla descrizione ambientale. Ha collaborato con le principali testate della stampa illustrata italiana ed estera, ma si è principalmente dedicato alla realizzazione di libri, pubblicando oltre 180 volumi fotografici, tra monografie e opere collettive. Le sue prime foto di reportage sono state pubblicate nel 1954 su Il Mondo, diretto da Mario Pannunzio, con cui ha collaborato fino al 1965. Dal 1966 al 1983 ha collaborato con il Touring Club Italiano, per il quale ha realizzato una numerosa serie di volumi sull'Italia e sui paesi europei. Ha lavorato assiduamente con l'industria (Olivetti, Alfa Romeo, Fiat, IBM, Italsider ecc.) realizzando reportage e monografie aziendali.

Nel 1979 ha iniziato la collaborazione con Renzo Piano, per il quale documenta le diverse fasi di realizzazione dei progetti architettonici. Dal 1990 è rappresentato dall'agenzia Contrasto. Nel 1981 ha vinto il Premio Scanno per il miglior fotolibro dell'anno con India dei villaggi. Nel 1990 è stato invitato d'onore al "Mois de la Photo" di Parigi dove ha vinto il Premio Brassai. Nel 1995 ha vinto il Leica Oskard Barnack Award ai "Rencontres Internationales de la Photographie" di Arles con il volume La Disperata Allegria, vivere da Zingari a Firenze. Nel 1998 ha vinto ex aequo il Premio Oscar Goldoni per il miglior fotolibro dell'anno con Zingari a Palermo. Ha tenuto circa 200 mostre personali in Italia e all'estero, tra cui le grandi antologiche di Arles nel 1987, di Milano nel 1990, di Losanna nel 1991, di Parigi nel 1990 e nel 1997. Le più recenti alla Leica Gallery di New York nel 1999, alla Städtische Galerie di Iserlohn nel 2000, al Museo Civico di Padova e al Palazzo delle Esposizioni di Roma nel 2001 e una grande retrospettiva a Parigi (Maison Européenne de la Photographie) e Milano (Forma-Centro Internazionale di Fotografia) nel 2005. Ha inoltre esposto alla Photokina di Colonia, all'Expo di Montreal, alla Biennale di Venezia; ha partecipato alla mostra "The Italian Metamorphosis, 1943-1968" al Guggenheim Museum di New York nel 1994. Sue immagini fanno parte delle collezioni di diversi musei e fondazioni culturali, tra cui la Calcografia Nazionale di Roma, il Museum of Modern Art di New York, la Bibliotheque National e la Maison Européenne de la Photographie di Parigi. Nel 1972 la rivista "Modern Photography" lo ha inserito tra i "32 World's Top Photographers". Nel 1975 Cecil Beaton lo ha citato nel libro The Magic Image. The genius of photography from 1839 to the present day. Nel 1975 Bill Brandt lo ha selezionato per la mostra "Twentieth Century Landscape Photographs" al Victoria and Albert Museum di Londra. E.H. Gombrich lo ha citato come unico fotografo nel libro The Image and the Eye (Oxford 1982). Italo Zannier nella Storia della Fotografia Italiana (Roma-Bari 1987) lo ha definito: "il fotografo più ragguardevole del dopoguerra". Ha partecipato a tutte le edizioni di CoriglianoCalabroFotografia e ha pubblicato il volume "Viaggio a Corigliano" edito da Contrasto.


© Gianni Berengo Gardin

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