Celebrazioni

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100 anni da Nadar

Félix Nadar & Co - Postcart
Félix Nadar & Co - Postcart

Omaggio a Félix Nadar (1820-1910), pioniere appassionato all'epoca in cui la fotografia era considerata come una semplice tecnica di riproduzione senza portata artistica, in occasione del centenario della sua scomparsa. Attraverso una mostra e un libro. La mostra Lunga vista sul ritratto (a cura di Renata Tartufoli) fino al 3 ottobre alla 10b Photography Gallery di Roma, presenta intorno ad alcune fotografie di Nadar (31 ritratti della collezione degli Archives nationales françaises) delle opere contemporanee di autori che interpretano, ciascuno a suo modo e attraverso varie tecniche, la nozione classica del ritratto.

I fotografi che accompagnano Félix Nadar sono Frank Horvat, Gabriele Basilico, Bernard Plossu, Jean-Patrick Guéritaud, Pïerre  Grech, Francesco Zizola, Claudio Corrivetti, Catherine Gfeller, Julia Fullerton-Batten, Agnès Geoffray, Samantha Appleton, Damien Darchambeau, Aurore Valade, Alexandra Auffret, Chen Man.

Di seguito, Renata Tartufoli presenta il suo Nadar.

 

Un artista fotografo della prima ora

Celebrare Félix Nadar per il centenario della sua scomparsa è un modo ben tradizionale di rendere omaggio a un uomo che si prese gioco della tradizione. Si può dunque intravedere nella nostra iniziativa una punta d'ironia propria a questo artista della prima ora, un pioniere appassionato, all'epoca in cui la fotografia era considerata dall'opinione pubblica come una semplice tecnica di riproduzione senza portata artistica. La storia dà ragione a Nadar e nel momento in cui la fotografia è divenuta incontestabilmente artistica, proponiamo ai visitatori d'apprezzarne la diversità attraverso qualche opera di fotografi di oggi.

   
Felix Nadar
Felix Nadar, Sarah Bernhardt
Bernard Plossu
Bernard Plossu, Françoise

 

Dei fotografi di oggi in omaggio

Fotografi di varie generazioni sono riuniti in questo album ed il nostro scopo non è di paragonarli. D'epoca in epoca, l'arte fotografica si è arricchita d'arte fotografica, s'è diversificata col missaggio delle influenze, è divenuta più complessa grazie ai progressi tecnici che ancor oggi ci promettono innovazioni folgoranti. La fotografia si è fatta vettrice di singolarità cattivanti, per situarsi a volte molto lontano dal ruolo di testimone che le fu assegnato all'origine.

Dai risultati di Nadar ai più recenti della fotografia contemporanea, c'è un mondo o più esattamente dei mondi. Dei mondi che divergono in apparenza, dei mondi d'emozioni. Nel breve panorama che proponiamo, infimo frammento di quanto offre la creazione contemporanea cento anni dopo Nadar, una frase potrebbe tutto riassumere, quella di Walter Benjamin: «Ci si era stancati in vane sottigliezze per decidere se la fotografia dovesse o non dovesse essere un'arte, ma non ci si era domandati se questa stessa invenzione non avrebbe trasformato il carattere generale dell'arte».

 

Frank Horvart
Frank Horvart, Chapeau de Givenchy II 1958

L'emozione Nadar
«Chi è, secondo voi, il più grande fotografo di tutti i tempi?» Nadar, replica Roland Barthes in La Chambre claire. Risposta radicale, senza commenti e datata, che può lasciare perplessi. Che ragioni l'hanno suscitata? In Roland Barthes è il criterio affettivo che predomina, sono le emozioni che la fotografia suscita procurandoci una specie d'allucinazione che rende il soggetto allo stesso tempo presente ed assente. Nadar non risuscita, nel senso figurato, i personaggi celebri che ci permette di vedere grazie alla fotografia. Ci restituisce la loro impronta luminosa e talmente espressiva che i soggetti ci paiono là, nella loro verità del giorno, benché scomparsi. L'emozione scaturisce da un'ambiguità tra realtà e virtualità, diremmo oggi. Ma una fotografia qualunque non ha la forza di una presenza che è anche assenza.

C'è la maniera, lo stile Nadar che s'ispira alla pittura classica, la marca dell'artista che suona un nuovo strumento, che ne inventa l'utilizzazione a dei fini d'analisi psicologica senza uguali all'epoca. La descrizione del modello in Nadar è un genere di letteratura istantanea che si può cogliere con un solo sguardo. La fotografia narrativa si esprime qui in una sola immagine probante.

 

Chen Man
Chen Man, Vision 2005

Fotografia plurale
All'epoca di Nadar fotografo, lo statuto d'opera d'arte si poteva concepire per la fotografia solo in stretto rapporto con la pittura, tendenza che arriverà al suo apogeo con il pittoricismo. Ma Nadar non confonde i generi, è fotografo, lo rivendica, rispondendo ad una clientela che ha un'idea precisa di quello che deve essere un ritratto. In altri termini il ritratto fotografico sostituisce il ritratto pittorico ma la posa rimane, come per natura, classica «come se fosse dipinto».

A partire da Nadar, la fotografia resta un mezzo per cogliere il reale. Ruolo principale che gli è assegnato ancora e che corrisponde alla visione di Barthes. La fotografia ci mostra «quel che era ma non è più e pertanto là». Questo ruolo autorizza, come nella pittura, la molteplicità degli stili e dunque l'espressione del fotografo. Il mondo fotografico è ricco di partiti presi formali che spesso compensano la ripetizione monotona dei soggetti trattati.

   
Felix Nadar
Felix Nadar,
Jules Verne
Francesco Zizola
Francesco Zizola, Marco Wonchanko, Hadero
Etiopia 2008

La fotografia, già con Nadar, non è soltanto un modo di fissazione del reale ma anche un modo d'espressione per un autore. È forse a questa condizione che diviene arte allo stesso titolo della pittura. Nadar è presente nelle sue opere, lo si riconosce. Ed è quanto avviene per i fotografi che presentiamo. Tutti manifestano delle posizioni stilistiche singolari. È ben questa la nostra intenzione, mostrare delle differenze, perfino delle opposizioni o delle rotture.

Dal prodotto bruto che esce dall'apparecchio analogico, passando per i procedimenti di filtraggio, d'illuminazione e le manipolazioni della luce durante la stampa, siamo arrivati col digitale ad una molteplicità di mezzi tecnici messi a disposizione del fotografo. I programmi d'edizione, qualificati di creazione, offrono considerevoli possibilità d'azione sull'immagine, quando già l'apparecchio digitale permette delle regolazioni complesse che hanno un'influenza sullo scatto. Dopo la ripresa, la post-produzione allarga il potenziale creativo del fotografo, aumenta il suo controllo e, di fatto, rimette in causa l'importanza di «l'instant décisif», il momento cioè in cui la foto è presa. Nel risultato fotografico anche la parte d'imprevedibilità è ridotta. Le opere esposte presentano un panorama dell'utilizzazione delle diverse tecniche inerenti alla creazione fotografica e dei missaggi generati da queste diverse tecniche. La differenza non è sempre sensibile e si deve constatare che se, dopo Nadar, la tecnica è in funzione del tempo che passa, la qualità, invece, rimane atemporale ed è determinata dal solo talento dei fotografi qualunque siano i mezzi di cui dispongono.


Samantha Appleton

Samantha Appleton, Immigrant Portrait

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