L’oceano è al contempo mite e potente: in una parola imprevedibile! Ray Collins ha esplorato la vastità delle acque spumeggianti portando con sé la sua macchina fotografica riuscendo così a catturare momenti epici ed al contempo drammatici.
Un brutto incidente accorsogli nelle profondità della terra, dove Ray lavorava come minatore di carbone, impone un repentino cambio di vita ed abitudini. Su consiglio dei medici, di passare più tempo possibile nuotando tra i flutti del mare, nasce nel giovane ragazzo il desiderio di unire alla nascente passione per il nuoto quella di sempre: la fotografia. Ciò che inizialmente era ambizione ed aspettativa di fotografare amici surfer diventa ben presto la straordinaria abilità di immortalare gli spumosi cavalloni lambiti dall’ultimo sole del tramonto!
Per aggiungere una criticità che non mina la forte volontà di Ray è indispensabile sapere che questo talentuoso fotografo soffre di daltonismo: i rossi ed i verdi sono perciò percepiti in una maniera distorta che però non impedisce alla macchina fotografica di spaziare come estensione dell’occhio di Ray alla ricerca delle onde più alte!
Fotografare nell’alto mare aperto è un’operazione complessa ed affatto priva di rischi: l’attento studio delle correnti oceaniche, le temperature spesso sotto zero e l’impatto del sole sono solamente alcuni dei fattori che Ray deve costantemente considerare nella preparazione dei suoi scatti.
Ray, come ogni australiano che si rispetti, ha da sempre considerato il mare come un luogo sicuro nel quale potersi immergere eliminando così stress, fatica e potersi rigenerare! Quest’intrinseca attitudine non rende però meno pericolosa l’attività che Ray svolge nell’oceano. Troppo spesso, infatti, gli scatti migliori sono fatti ai margini delle grandi tempeste oppure agli inizi dei neri crepuscoli che tutto avvolgono in mezzo al mare.
Giunti a questo punto del racconto appare chiaro come gli squali che pullulano le acque dove Ray si muove con disinvoltura non rappresentano altro se non un aspetto ulteriore di ciò che questo fotografo ama fare!
Cosa c’è nella borsa di Ray?
Per forza di cose un fotografo non potrebbe esprimersi senza la propria macchina fotografica: scattando in un ambiente critico come il mare, Ray deve assicurarsi che la sua attrezzatura sia sempre protetta ed asciutta. Se dovesse scegliere solamente una lente alla quale non sarebbe in grado di rinunciare sarebbe senza dubbio l’AF-S NIKKOR 85 mm 1.4 G. Quest’obiettivo incredibilmente versatile è in grado di lavorare perfettamente in ambiti differenti ed a tratti lontanissimi: dai portrait alle creste spumose delle onde! Se consideriamo infine che Ray affida il suo lavoro alla Nikon D5 possiamo facilmente intuire dove nasca un po’ del suo straordinario lavoro.
Cosa c’è nel futuro di Ray?
Il primo libro edito di Ray “Found at Sea” è andato sold-out in undici ore donandogli la sicurezza di cui aveva tanto bisogno. “Il segreto risiede nello scattare cosa vogliamo vedere e non quello che immaginiamo le altre persona possano percepire all’interno di uno scatto. Se siamo costantemente alla ricerca dell’approvazione degli altri corriamo costantemente il rischio di non appagare noi stessi. L’oceano è in grado di conferire grande calma e serenità ma allo stesso tempo e un luogo da temere e rispettare. C’è qualcosa nelle onde del mare che parla a tutti gli esseri umani: siamo fatti per gran parte di acqua ed esiste una forte connessione con l’elemento che maggiormente ci definisce!”.
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