Una sfida tecnica che conferma ampia flessibilità e affidabilità provate direttamente sul campo, nell'ambito di un progetto fotografico tanto ambizioso quanto impegnativo.


» Introduzione » Il Progetto
» Le risorse » Sistema Nikon CLS: le nostre considerazioni
» La parola alle immagini » Credits e conclusioni

 

Introduzione

Agli sgoccioli dell'estate appena passata, io e il mio collega Massimo siamo stati i felici protagonisti di una sfida fotografica dai contorni apparentemente entusiasmanti (almeno sul piano emotivo), dovendo realizzare un calendario con dodici differenti modelle, per conto del nostro cliente Ducci Enterprise, imprenditore romano attivo nel settore dello spettacolo e sport professionale. Abbiamo deciso di rendere la sfida ancora più intrigante aggiungendo un'incognita di carattere tecnico, sebbene sperimentato con successo in condizioni di maggiore controllabilità: il sistema di illuminazione creativa Nikon CLS.

Premessa d'obbligo è che generalmente operiamo su progetti fotografici analoghi preferendo sistemi di illuminazione classici, come torce flash, modificatori di luce, generatori e accessori, che rivelano la loro scarsa versatilità quando si è costretti a trasportarli in location, senza parlare dell'autonomia in assenza di elettricità. Ora che abbiamo superato i traumi fisici di post-realizzazione (il perché al paragrafo successivo), ci è stata offerta la possibilità di condividere con i lettori di eXperience gli straordinari risultati raggiunti, una preziosa testimonianza di successo tecnologico e artistico (a voi il giudizio), corredando l'esperienza con immagini di backstage e schemi di illuminazione utilizzati per i singoli scatti.


Il Progetto

Il progetto denominato in codice “Twelve Girls” (in realtà è il nome attributo dal cliente per il suo reality televisivo) consisteva nel produrre 24 immagini, costume e abito da sera, a cui andava aggiunto il doppio orientamento (orizzontale/verticale), per un totale di 48 immagini finali.

Il tempo a noi concesso è stato di 6 giorni complessivi, ma la disponibilità delle modelle non ha superato le 5 ore di shooting giornaliere, in piena autonomia creativa ma con set fotografici da realizzare “on-the-fly”. La cornice in cui abbiamo operato (vero regno della quiete) è stata certamente un punto a favore per le immagini prodotte in esterni, mentre per le riprese in interni abbiamo avuto accesso a due differenti casali finemente arredati, spaziosi e piuttosto luminosi.

Abbiamo naturalmente valutato in precedenza lo stile artistico da adottare, rifacendoci alla diffusa tendenza (nei generi fashion, glamour e nudo artistico) di introdurre una decisa sottoesposizione dello sfondo in esterni, inseguendo (anche se lontanamente) i risultati di grandi sperimentatori del sistema CLS, come Joe McNally e la comunità attiva denominata “Strobist”. Le condizioni meteorologiche hanno contribuito positivamente al successo dell'impresa fotografica, forse il meno controllabile e imprevedibile di tutti i fattori in gioco.

Il bilancio finale è stato di circa 1.500 immagini prodotte in formato NEF (Nikon Electronic Format) non compresso.

 

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