Corso di fotografia e cultura dell'immagine

A cura di: Insegnanti dell'Istituto Bodoni-Paravia di Torino

I.I.S. Bodoni - Paravia

Luce naturale, luce artificiale ed esposizione

Federico Salzani

Appunti di laboratorio
» Regolazione dell'esposizione » Corretta esposizione in ripresa
» Misura dell'esposizione in pratica » Esposizione con apparecchi digitali
» Illuminazione in studio » Luce artificiale
   

ILLUMINAZIONE IN STUDIO

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Fig. 9
 
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Fig. 10
 
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Fig. 11
 
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Fig. 12

GLI ILLUMINATORI
Innanzitutto dobbiamo distinguere fra luce continua e lampo (quest’ultima viene trattata in un capitolo a parte); gli illuminatori per luce continua si debbono adeguare alle esigenze tecniche ed espressive più disparate: ne esistono quindi molti tipi, e per comodità di trattazione è conveniente suddividerli in categorie.


CLASSIFICAZIONE DEGLI ILLUMINATORI
Possiamo distinguere gli illuminatori a seconda del sistema adottato per dirigere la luce emessa e di conseguenza per la qualità del fascio luminoso:

1. Illuminatori a luce diffusa detti anche diffusori o flood
(Fig. 9)

2. Illuminatori a luce concentrata

I diffusori hanno uno specchio metallico semisferico (s) posto dietro la lampada, che in alcuni tipi si può muovere rispetto allo specchio per stringere od allargare il fascio emesso. Sugli illuminatori a luce concentrata davanti alla lampada è posto un sistema ottico costituito da una o più lenti, sistema che permette di variare le dimensioni del fascio di luce emesso.

Sugli spot (Fig. 10) è montata una lente di Fresnel (una lente sottile con cerchi concentrici in rilievo che ha lo stesso effetto di una lente piano convessa) per ovviare agli inconvenienti causati dalla dilatazione termica. I modellatori o sagomatori hanno un sistema ottico più perfezionato composto da almeno due lenti convergenti; si può così modellare con precisione forma, dimensioni e intensità del fascio di luce grazie ad alette regolabili e a diaframmi. I sagomatori possono proiettare sagome intagliate in mascherine metalliche (gobos) e quasi sempre montano una ventola di raffreddamento.

Una categoria a parte è costituita dai bank (Fig. 12): illuminatori di grandi dimensioni nei quali le lampade illuminano in modo indiretto un telo diffusore in modo da emettere luce molto morbida.


GRANDEZZE ELETTRICHE E ILLUMINOTECNICHE
Le definizioni che seguono sono semplificate e hanno una validità pratica e non un valore scientifico.

Potenza: si misura in watt (W); equivale anche all’intensità della corrente assorbita dalla lampada moltiplicata per la tensione di alimentazione (Volt x Ampère). Una maggior potenza equivale ad una maggiore intensità luminosa emessa.

Tensione di alimentazione
: si misura in Volt (V); la tensione della rete elettrica in Italia (per impieghi non industriali) è di 220V.

Efficienza
: quantità di luce prodotta da una lampada per un watt di potenza elettrica assorbita; l’energia fornita alla lampada, infatti, produce sia radiazioni visibili (che servono al nostro scopo) sia radiazioni non visibili (UV e infrarossi). L’efficienza si misura in lumen al watt (lm/W).

Intensità: quantità di energia luminosa emessa da una sorgente; si misura in candele (cd).

Flusso: energia luminosa rilevata in un determinato spazio; si misura in lumen (lm).

Illuminamento: è il rapporto tra il flusso luminoso ricevuto da una superficie e l’area della superficie stessa; l’illuminamento si misura in lux (lx= lm/m2) .

Temperatura di colore: sistema per specificare in modo oggettivo il colore della luce di una sorgente luminosa; si misura in gradi Kelvin (°K, 0°K = -273,4°C). Le sorgenti professionali hanno una temperatura di colore di 3200°K o di 5600°K.

Spettro di emissione: indica quali lunghezze d’onda sono emesse dalla sorgente e la loro energia.

 

TIPI DI LAMPADE

Le lampade usate professionalmente per fotografia e cinema sono essenzialmente di due tipi: ad incandescenza o a scarica.
Le lampade ad incandescenza tradizionali, simili a quelle usate per l’illuminazione domestica ma di potenza più elevata, sono abbandonate e sostituite dalle lampade alogene. Queste sono dette anche “al quarzo”, o “al quarzo-iodio” perchè hanno un bulbo di quarzo per resistere alle elevate temperature raggiunte (circa 700°C), con una piccola quantità di alogeni (bromo o iodio) all’interno.

La combinazione fra l’alogeno e le particelle di tungsteno che si staccano dal filamento prolunga la durata di questo ed evita depositi all’interno del bulbo aumentando la costanza dell’intensità e del colore della luce emessa. Le alogene hanno forma e dimensioni variabili (vedi figura) e si possono adattare a svariati tipi di corpi illuminanti, anche molto piccoli; le potenze raggiungono i 2Kw. Queste lampade hanno un costo basso, un’emissione sufficientemente costante ma l’efficienza è di circa il 25lm/W, di conseguenza scaldano molto e quindi possono danneggiare i soggetti sensibili al calore.

Lampade fluorescenti
Grazie alla semplicità con cui si possono equilibrare gli apparecchi digitali alla temperatura di colore delle sorgenti, si sono diffuse le lampade fluorescenti ad alta frequenza; hanno un’efficienza elevata, scaldano poco ma hanno dimensioni e costo più alto delle lampade alogene. La temperatura di colore di queste sorgenti può essere di 3200°K o 5400°K, lo spettro di emissione non è continuo.

Lampade a scarica (HMI)
Nelle lampade a scarica la luce è prodotta da un gas ionizzato, non si hanno quindi gli inconvenienti dovuti all’invecchiamento del filamento; la luce emessa ha una temperatura di colore di 5600°K e le potenze arrivano a 10 kw. Queste lampade hanno un’elevata efficienza, ma necessitano di un alimentatore (ballast) ed hanno un costo elevato.


USO SICURO DEGLI ILLUMINATORI

L’utilizzo degli illuminatori con lampade alogene è sicuro solo quando si seguono queste precauzioni:

  • nel montaggio non toccare mai la lampada con le mani nude, ma usare l’apposito
    involucro di plastica o carta rimuovendolo al termine dell’operazione
  • prima di connettere l’illuminatore alla rete controllare che l’interruttore
    dell’illuminatore e l’interruttore sulla presa di alimentazione siano su off ()
  • montare sempre sugli illuminatori gli schermi di protezione
  • con la lampada accesa non urtare nè spostare l’illuminatore
  • non avvicinare le lampade a meno di un metro da superfici infiammabili
  • usare solo stativi adeguati al peso degli illuminatori ed aprirli correttamente
  • non inclinare l’illuminatore verso il basso oltre i 45° per non impedire il corretto
    raffreddamento
  • all’accensione non puntare l’illuminatore verso persone
  • regolare la posizione dell’illuminatore usando solo le parti in plastica isolante


ACCESSORI PER ILLUMINATORI


Fig. 13

Fig. 14

Sugli illuminatori si possono montare una serie di accessori che consentono intervenire sulla intensità, la qualità ed il colore del fascio di luce emesso: parabole di diversa lunghezza e apertura per variare l’angolo di emissione della luce (Fig. 13), rompiflusso a due o quattro alette, portafiltri per filtri diffusori o colorati per modificare la temperatura di colore della sorgente; nido d’ape per stringere il fascio emesso, ombrelli trasparenti o argentati e soft bank (Fig. 14).


ACCESSORI PER L'ILLUMINAZIONE
Insieme agli stativi di tipologie ed altezze variabili, esistono sistemi integrati di accessori di sala
posa per velocizzare e rendere sicuro l’allestimento del set di ripresa; accessori indispensabili sono:
le bandiere (in metallo o tessuto nero) per schermare la luce, i pannelli riflettenti in tessuto bianco
argento o dorato o in polistirolo.

RIPRESA IN STUDIO
La ripresa in studio, di soggetti animati o no, consente il controllo preciso delle variabili, favorisce la standardizzazione delle operazioni ripetitive permettendo così di concentrarsi sull’ambito creativo; rende più rapido, sicuro ed economico il metodo di produzione dell’immagine. Ovviamente non tutto il lavoro di ripresa può essere svolto in studio, a meno che non ci si occupi esclusivamente di still life; la sala posa, inoltre, dovrà essere di dimensionata e dotata di attrezzature tali da adeguarsi velocemente alle più disparate necessità di ripresa. Questa è una delle ragioni che spingono il fotografo a specializzarsi in un genere; si pensi, ad esempio, alle esigenze che impone la ripresa di autoveicoli: passo carraio per l’accesso al set, superficie ed altezza del locale, peso sostenibile dal limbo o dallo sfondo continuo (locali con angoli e spigoli fra pareti e pavimento raccordati in modo
che non siano visibili soluzioni di continuità).
In sala posa la luce naturale non deve interferire, così pure qualsiasi sorgente di luce che non sia funzionale al set deve essere schermata; per la ripresa di soggetti statici useremo sorgenti luminose alogene di potenza compresa fra i 300W e 2000W o lampade fluorescenti; per i soggetti animati è indispensabile l’uso del flash, con generatore separato o monoblocco.


ORGANIZZAZIONE DELLE SALA POSA

La sala posa deve avere dimensioni in superficie ed in altezza tali da consentire l’allestimento dei set in sicurezza e con ampia libertà di realizzazione; anche l’attrezzatura e gli accessori devono garantire la sicurezza del fotografo, delle modelle e del pubblico eventualmente presente alle riprese. In considerazione della molteplicità dei materiali necessari per montare i set, una disposizione ordinata e razionale della sala posa e del magazzino permetterà di economizzare tempo e spazio.
Ecco un esempio di uno studio sufficientemente flessibile per riprese di still life commerciale e di ritratto (fig. a destra).

1= set ritratto
2= set still life piccoli oggetti
3= set still life grandi dimensioni

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Set Ritratto

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Set still life piccoli oggetti
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Set still life grandi dimensioni

Il set per ritratti è attrezzato con flash da studio monotorcia, i set per still life con lampade alogene.

 

UN ACCESSORIO INDISPENSABILE
Il livello di illuminazione con la luce continua in studio che costringe quasi sempre ad usare tempi lunghi; la necessità di una inquadratura precisa, il peso degli apparecchi e degli obiettivi: per questi motivi è indispensabile utilizzare uno stativo (fig. a fianco) che deve essere scelto in funzione del peso della macchina e del tipo di focali usate.

Per non trasmettere vibrazioni alla macchina, è opportuno usare lo scatto flessibile e il comando di sollevamento dello specchio; le reflex digitali sono quasi sempre predisposte per l’uso di un telecomando o di un cavo di scatto elettrico, in luogo dello scatto flessibile meccanico.

Il treppiede non è solo un accessorio da studio: la macchina bloccata sullo stativo anche in esterni invita ad un uso più ponderato, ad un più attento controllo dell’inquadratura e della composizione.
Si scatta meno e meglio e si alleggerisce così il lavoro di cernita post produzione tipico della fotografia digitale: non dipendere dalla pellicola, spinge a scattare molto e a sproposito, specie se si è alle prime armi.



ALLESTIMENTO DI UN SET PER LA RIPRESA DI OGGETTI


Vista in pianta

Vista laterale

Vediamo qual è la procedura per mettere a punto un set per un semplice still life nella sala posa del nostro laboratorio: il soggetto è di dimensioni contenute e l’illuminazione è data da un diffusore e da un pannello di schiarita.
Lo sfondo continuo può essere costituito da un semplice cartoncino a cui è fatta assumere opportunamente una piega morbida in modo da evitare soluzione di continuità fra la parte orizzontale e quella verticale (vedi fig. sopra).

  • Allestire lo sfondo continuo e posizionare il soggetto
  • Identificare in base al layout la posizione dell’apparecchio
  • Scegliere la focale che dia la prospettiva progettata
  • Posizionare la luce principale
  • Controllare l’inquadratura e procedere alle eventuali modifiche con l’aiuto di un assistente
  • Regolare il contrasto di illuminazione posizionando correttamente la schiarita
  • Misurare il contrasto di illuminazione
  • Misurare l’esposizione e scegliere il diaframma in funzione della profondità di campo che
    si vuol ottenere, quindi il tempo di esposizione in funzione del diaframma
  • Scattare


SCHEMI DI ILLUMINAZIONE

Gli schemi sono solo una base di partenza, non un vincolo o una regola immutabile; dovranno invece adeguarsi ai soggetti, alle situazioni e alle esigenze di comunicazione che man mano si presenteranno.


ESIGENZE TECNICHE ED ESTETICHE
L’illuminazione in studio deve apparire naturale: la luce è posta più in alto del soggetto, le ombre devono avere un’unica direzione.
Bisogna sempre tener presente l’inderogabile esigenza tecnica del contrasto: la differenza di illuminazione deve essere tale da consentire la corretta esposizione delle ombre e delle alte luci con dettaglio. Il contrasto totale della scena (contrasto di illuminazione + contrasto del soggetto) si dovrà adattare al tipo di emulsione ed alla destinazione finale dell’immagine: stampa grafica, web, stampa su carta fotografica. Per il colore: in studio non si usano mai luci miste, in esterni o in location si può usare flash e luce diurna, ad esempio per schiarire il soggetto nei controluce “fill in flash” (vedi fig. a fianco).

 

 

SCHEMA AD UNA LUCE    
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Disponendo di unica sorgente di luce
continua o lampo è conveniente usare
uno schema simile a quello proposto;
la luce è posta alla sinistra del fotografo,
in posizione frontale-laterale, più in alto
del soggetto.
SCHEMA A DUE LUCI SCHEMA 3 LUCI
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Come già detto gli schemi sono solo suggerimenti, una base di partenza; le variazioni sono infinite e dipendono dalle caratteristiche del soggetto, dall’atmosfera che si vuol creare e dal parco luci a disposizione.
 

 
 

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