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La natura è il mio regno
Ansel Adams a Modena

Uno dei maestri della fotografia di paesaggio del Novecento, lo statunitense Ansel Adams, sbarca in Italia con la prima grande mostra interamente riservatagli nel nostro paese, scelto da Fondazione Fotografia per aprire la propria stagione espositiva. Ansel Adams. La Natura è il mio Regno, sarà all'ex ospedale Sant'Agostino di Modena dal prossimo 16 settembre fino al 29 gennaio 2012. Saranno presentate circa 80 fotografie, tutte stampe vintage originali realizzate dallo stesso Adams - celebre per le sue foto di paesaggi realizzate nei parchi nazionali e per la perfezione delle sue stampe in bianco e nero - e provenienti da musei internazionali, collezionisti privati e prestigiose gallerie americane e selezionate con la collaborazione dell'Ansel Adams Trust, istituzione californiana che tutela l'opera dell'artista.

© Ansel Adams
Ansel Adams, Canyon De Chelly National Monument,
Arizona, 1947 ca. (printed 1952 ca.), silver gelatin print,
© 2011 The Ansel Adams Publishing Rights Trust
courtesy of the Andrew Smith Gallery, Santa Fe, NM

Paesaggi, ma non solo. «Il filo conduttore della ricerca è stato l'intenso rapporto di Adams con la natura, che trova una sintesi finale nella sua scelta ambientalista», spiega Filippo Maggia, curatore della mostra. Nell'esposizione modenese «spiccano alcuni capolavori assoluti come le celebri Moon and Half Dome e Moonrise, accanto ad una serie di immagini di qualità eccezionale pressoché inedite per l'Italia, importanti per la loro modernità, a lungo sottovalutata in favore dei grandi e maestosi paesaggi».

© Ansel Adams
Ansel Adams, Yosemite Valley, Thunderstorm,
(printed 1970 ca.), silver gelatin print,
© 2011 The Ansel Adams Publishing Rights Trust
courtesy of the Andrew Smith Gallery, Santa Fe, NM

Come scrive William Turnage nella biografia a lui dedicata pubblicata dall'Oxford University Press, Adams «si è descritto come fotografo, professore e scrittore. Sarebbe forse più esatto dire che è stato semplicemente – in verità compulsivamente – un comunicatore. La sua grande influenza è venuta dalla sua fotografia. Le sue immagini sono diventate i simboli, le vere icone dell'America selvaggia. Quando la gente pensava ai parchi nazionali del Sierra Club o alla natura o ai grandi spazi, spesso li visualizzava come una fotografia di Ansel Adams. Le sue immagini in bianco e nero non erano documenti realistici della natura. Cercavano, invece, un'intensificazione e purificazione dell'esperienza psicologica della bellezza della natura. Adams creava un senso di magnificenza sublime della natura che infondeva nello spettatore l'equivalente emozionale dei luoghi selvaggi, spesso più potente di quella reale».

© Ansel Adams
Ansel Adams, Moon and Half Dome, Yosemite Valley, 1960,
© 2011 The Ansel Adams Publishing Rights Trust
courtesy of the National Museum of Modern Art

Adams veniva «spesso criticato per il fatto di non includere nelle sue fotografie di paesaggi uomini o tracce di umanità. È famoso il commento di Henri Cartier-Bresson: “il mondo sta cadendo a pezzi e tutta la fotografia di Adams e Weston è fatta di rocce e alberi”. I critici hanno frequentemente definito Adams come un fotografo di una natura selvaggia che non esiste più. Al contrario, i luoghi che Adams ha fotografato sono, con poche eccezioni, precisamente quei luoghi selvaggi e parchi che sono stati conservati fino a oggi», molti salvatisi grazie agli sforzi di ambientalisti come Adams e dei suoi colleghi.

© Ansel Adams
Ansel Adams, Half Dome, Merced River, Winter, Yosemite Valley, 1938 ca.
(printed 1970), silver gelatin print,
© 2011 The Ansel Adams Publishing Rights Trust
courtesy of the Andrew Smith Gallery, Santa Fe, NM

«Visto nel contesto più tradizionale della storia dell'arte», continua Turnage, «Adams è stato l'ultimo esempio del pittore e fotografo americano nella tradizione romantica del XIX secolo. Diretto erede filosofico dei trascendentalisti americani come Ralph Waldo Emerson e Henry David Thoreau», cresciuto in un periodo e in un luogo caratterizzato dalla «nozione che la civilizzazione europea era stata reinventata – in meglio – nella nuova nazione e, particolarmente, nel nuovo West». Che cosa ha generato l'amore dal grande pubblico per Adams, si chiede infine Turnage. «Il soggetto di Adams, la magnificente bellezza naturale del West, era assolutamente, inconfondibilmente americano, e lo strumento prescelto, la macchina fotografica, era la quintessenza della cultura del ventesimo secolo».

© Ansel Adams
Ansel Adams, Self Portrait, Monument Valley, Utah, 1958,
© 2011 The Ansel Adams Publishing Rights Trust
courtesy of the National Museum of Modern Art, Kyoto



Chi è

Ansel Adams (1902-1984), nato e vissuto per la maggior parte della sua vita a San Francisco, scoprì in gioventù il Parco Nazionale Yosemite. Iniziò a fotografarlo con la sua prima macchina, una Kodak Brownie regalatagli dal padre, e poi non lo abbandonò più, facendone il soggetto di una vita. Nel 1932 fondò insieme a Imogen Cunningham e Edward Weston il gruppo f/64, promotore di un linguaggio fotografico improntato alla purezza e al modernismo. Nell'ultima parte della sua vita si dedicò all'insegnamento e scrisse numerosi manuali di tecnica fotografia, raccogliendo molti nuovi proseliti intorno alla fotografia. Grande sostenitore dell'organizzazione Sierra Club, divenne uno dei più noti ambientalisti d'America. Il suo costante impegno fotografico a diretto contatto con la grande natura della West Coast americana gli è valso, a due anni dalla scomparsa, un significativo riconoscimento pubblico. L'American Board of Geographic Names ha dedicato a Ansel Adams una delle più alte vette della Yosemite National Park, la riserva all'interno della quale lo stesso fotografo svolse una gran parte del proprio lavoro: la geografia statunitense comprende ora anche l'Ansel Adams Mount, testimonianza eterna del suo grande impegno e amore in difesa della natura.

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