Anni fa, nel 1988, alcuni ristoranti della provincia
di Belluno, per valorizzare la loro cucina, hanno
proposto la manifestazione "Piatto
Dolomieu".
Ogni ristorante proponeva una propria specialità
e, durante la serata, veniva offerto agli invitati
a ricordo della cena, un piatto raffigurante un'opera
del pittore chiamato ad esporre le proprie opere per
l'occasione.
Per il manifesto delle serate, mi è stato
commissionato lo still life di uno dei piatti, argomento
di questa discussione.
Dal colloquio con gli organizzatori, è emerso
che le specialità culinarie proposte erano
quelle semplici, delle famiglie dei contadini bellunesi
che lavoravano la terra, rivedute in chiave moderna,
per andare avanti, verso il futuro e conservando le
proprie origini.
Questo il titolo del tema. E adesso viene il bello,
lo svolgimento.
Passato e futuro, come conciliarli in un'unica immagine?
Prendo il notes e inizio a buttar giù alcune
idee, alcuni schizzi.
Un paio di queste decido anche di realizzarle, ma
non mi convinceranno
(magari di quella con i tubi neri, la prima è
banale, ne parlerò in un altro thread).
Non riuscivo a trovare il collegamento con le motivazioni
del menù.
Quella di cui parlerò qui, è quella
che più mi ha convinto, e che ho realizzato
e consegnato.
Dovevo fotografare un piatto. Dove appoggiarlo? su
che superficie? includervi legumi, carni, frutta?
La specialità culinaria che veniva presentata
proveniva dal lavoro della terra,
ho deciso quindi per un fondo di terra.
Ho steso uno strato di sabbia e l'ho livellato ben
bene.
Una specialità antica protesa verso il futuro...
forse sullo sfondo ci stava il profilo dei grattacieli,
il profilo di una città, ma qui siamo a tavola.
Idea: quindi il profilo delle posate.
Proteso verso il futuro.
Cosa mi aiuta meglio? La prospettiva.
Diamogli un aiutino disegnando sulla sabbia delle
linee convergenti verso la città di posate.
Adesso decidiamo il punto di
ripresa, trovatolo, posiziono il banco ottico,
inclino i corpi mobili in modo da inclinare il piano
di messa a fuoco ed avere a fuoco tutto quello che
mi serve senza chiudere eccessivamente il diaframma
(regola di Scheimpflug), sfruttando quindi la massima
qualità dell'obiettivo.
E' noto che il massimo di qualità della lente
si ha ad un diaframma intermedio (e che dipende da obiettivo
a obiettivo) e che cala VISTOSAMENTE più lo si
apre o chiude.
Trovata la posizione ideale per il piatto e sistematolo
leggermente inclinato, restava un ultimo decisivo
ragionamento sui colori presenti.
Il piatto è sul ciano-blu, la città...
magenta, cosa manca?
il giallo, e cosa? ovviamente le stelle.
Le stelle sono state realizzate con la stessa tecnica
dello still
life delle ruote dentate
Questa volta gli scatti sono stati tre:
Tutti e tre gli scatti, sono stati fatti con un
filtro giallo per dare il colore giallo ai raggi e
all'alone.
L'illuminazione.
Non è stato facile decidere.
Una luce di effetto, radente o contrastata rischiava
di rendere pesante, freddo per l'occasione conviviale,
lo scatto.
Eccessivamente morbida avrebbe reso piatto il set
del piatto.
Ho cercato quindi una via intermedia giocando sull'indipendenza
della luminosità delle posate rispetto a quella
del piatto.
Non sono rimasto pienamente soddisfatto della scelta
ma, neanche adesso, saprei trovare un'altra soluzione
che sia migliore.
Luce principale leggermente morbida con un banck 40x40.
Come sfondo ho scelto un fondale sfumato dal grigio
al bianco.
Particolare cura alle posate, dipinte con smalto color
magenta e che ho illuminato con una luce riflessa
da un pannello bianco posto davanti ad esse, ma più basso del piano di sabbia in modo da non renderlo
visibile e sul quale sparavo il fascio di luce di
uno spot.
Sicuramente un fotografo potrebbe essere un ottimo
giocatore di biliardo.
Come pellicola ho scelto una pellicola negativa VHC
formato 120, caratterizzata da una alta saturazione
e contrasto dei colori per controbilanciare la "piattezza"
della luce.
Il formato ottenuto era 6x7.
Le torce flash che avevo non erano potenti, il massimo
diaframma che mi permettevano di usare era f16 1/2,
a me serviva invece usare, per avere la profondità
di campo voluta, f32.
Bene, siamo sul rettilineo d'arrivo.
Tiriamo fuori il pallottoliere e facciamo un pò
di conti:
da f16 1/2 devo arrivare a f32 più l'aumento
di 1 stop dovuto al tiraggio del soffietto... 5 scatti
uno sull'altro, più i 3 scatti per le stelle.
e...click :
e, per chi si ferma a cena, buon appetito.
In questa mio "workshop" ho cercato di
essere il più sintetico possibile, pur essendo
l'argomento non semplice.
Spero di non esserlo stato troppo e di essermi dimenticato
qualcosa di interessante.