FORUM NIKONCLUB

Scusate, ho provato a collegare via USB3 la D800 ad un pc Windows 7 64 bit ma accendendo la camera appare solo un popup che informa che è stato correttamente riconosciuto un dispositivo MTP USB. Sia View NX2 (aggiornato all'ultima release) sia Bridge CS6 no vedono la camera per scaricare le foto. Se alla stessa USB3 collegao il lettore di CF e vi inserisco la CF estratta dalla camera tutto funziona a meraviglia. Sia Bridge sia View NX2 riconoscono il lettore.
Nulla di grave, ma mi piacerebbe scaricare le foto direttamente dalla camera senza trafficare con CF e lettori vari. Tra l'altro lo stesso View NX2 scarica correttamente le foto contenute nella compattina senza fare storie.
Chi mi può dare una dritta (che non sia "reinstalla tutto il pc da zero")?

Volevo chiedere se qualcuno può fare la seguente prova per escludere che il mio 24-120 VR abbia dei problemi.
Ho infatti riscontrato quella che potrebbe essere una piccola incompatibilità tra l'obiettivo e la F100
Per fare l'esperimento sono necessari una F100 e un obiettivo del tipo suddetto.

Settare il CSM 19 della F100 a 1 (serve per far si che la macchina, quando si trova in priorità diaframmi o manuale , vari automaticamente il diaframma al variare della lunghezza focale mantenendo costante la "distanza" dalla apertura massima.
Ad esempio se ho un obiettivo 18-35 che ha apertura variabile 3.5-4.5 e setto il diaframma a 7,1 @ 18mm (2 stop più chiuso dell'apertura max a 18mm), zoomando a 35 il diaframma viene impostato a 9 (2 stop più chiuso della apertura max a 35mm)
Mettere la macchina in manuale o in priorità diaframmi e fissare un diaframma intermedio (ad es: 8)
Provare a zoomare e vedere se il valore del diaframma varia.
Nel mio caso no. Col 18-35 invece varia (quindi non è un problema della macchina).

Grazie in anticipo a chi avrà la pazienza di fare questa prova.
Ciao

Ah dimenticavo, stanotte dormirò tranquillo lo stesso

Se vai sul sito del supporto clienti e scarichi il manuale dell'MV1 avrai una risposta esaustiva a tutte le tue domande.

Il paraluce è il risultato di un compromesso tra il desiderio di proteggere il più possibile le lenti dell'obiettivo dalla luce diretta (il che porterebbe a costruire paraluce lunghi e stretti) e la necessità di non fotografare il paraluce (che spinge a fare paraluce svasati e corti).
Cosa succede se usiamo il paraluce di un 50 su di un 35? Otteniamo una maggiore schermatura e quindi immagini più contrastate al centro che se usassimo quello del 35 ma anche quattro triangoli neri ai bordi dell'immagine (si dice che il paraluce vignetta).
Ma cosa succede se montiamo il 35 su una D80? Il sensore è di dimensioni DX, più piccolo, considera solo la parte più interna del fotogramma (più contrastata) mentre i triangoli neri cadono fuori dall'area del sensore.
Tutto questo torna col fatto che se usi un obiettivo su di una Nikon digitale devi moltiplicare la sua focale per 1,5. 35*1,5=52,5. Cioè circa 50.
Ciao

Quello che penso da tempo è che nelle buste dei negativi riposte nei cassetti dei fotoamatori dormono tante belle foto che hanno solo bisogno di essere stampate decentemente.

direi che torna eccome. La spiegazione si chiama "contrasto automatico" ed è il giochino preferito dei laboratori. Di solito su una foto che ha un istogramma abbastanza equilibrato funziona e anzi garantisce una maggiore "forza" all'immagine che piace molto al fotoamatore "consumer" (con tutto rispetto). In altri casi (e quello mostrato è uno di essi) proprio in virtù del suo "automatismo" fa un autentico disastro. La foto in questione (data l'ora a cui è stata scattata) è tutta giocata sui toni medi. Se prendi la scansione di una foto del genere ottieni un istogramma tutto raccolto al centro. Se applichi il contrasto automatico questo "stira" l'istogramma per fargli riempire la gamma dinamica e così i toni più scuri diventano neri illeggibili e il cielo chiaro diventa bruciato e senza dettaglio. Con buona pace di chi va in giro a cercare la luce giusta.
Volete mettere alla prova "l'accuratezza" dei laboratori? Prendete un soggetto e fate un esposizione a forcella. Cioè esponete prima correttamente e poi sottoesponete di 1 stop e sovra esponete di 1 stop. Portate il negativo a sviluppare, ritirate le foto e otterrete tre foto prefettamente identiche. Prendete poi il negativo e appoggiatelo ad un tavolo luminoso. Vedrete che identiche non sono.
Compratevi uno scanner dedicato oppure passate al digitale.


In effetti a pensarci bene un controluce è un controluce (sfido chiunque a dimostrare il contrario).
Ma nella foto in questione il sole arriva da 90°.

Certo, dipende dai gusti. Per quello che ne so usano la carta Fuji solo per il grande formato.

Comunque buone notizie per te. Cito direttamente dal loro sito
"Le carte Agfa Sensatis e Agfa Digiprint non vengono più prodotte e quindi verranno utilizzate sino ad esaurimento scorte."
Ciao

Agfa Sensatis (erano delle 15x45)

Ciao, anch'io sono da poco passato da Photocity a Digitalpix e ho notato un miglioramento impressionante nella qualità delle stampe. Con il sw di Photocity non c'era modo non far comprimere il file con il risultato di artefatti mostruosi (si, proprio mostruosi) nella stampa che ti arrivava a casa. Anche dal punto di vista della rispondenza cromatica ormai ero al limite della sopportazione.
Digitalpix ti consente di non comprimere il file (finalmente! cosa me ne faccio dell'ADSL senno?) e già nella modalità standard la rispondenza cromatica tra il soft proof e la stampa che ti arriva a casa è molto buona.
Oggi mi sono arrivate delle stampe panoramiche. Sono ancora commosso per la qualità della confezione.

Ne approfitto per fare una domanda sulla differenza tra la modalità nativa e quella standard. Se ho capito bene la differenza sta solo nel fatto che la converisione dal profilo di lavoro al loro profilo di stampa nel primo caso la facciamo noi e nel secondo loro.
Che vantaggio abbiamo a farla noi? Forse che possiamo farla su un file a 16 bit mentre loro la fanno sul jpg a 8 bit che gli inviamo? Altra cosa che mi viene da pensare è che se la facciamo noi possiamo anche scegliere l'intento (percettivo, colorimetrico relativo,...) più adatto alla specifica foto.
Altri vantaggi non me ne vengono in mente.
Qualcuno più esperto può dire la sua?
Grazie
Ciao

Potrebbe essere ma la soluzione esiste ed è disabilitare (mediante menu custom) il riavvolgimento automatico a fine pellicola. Il riavvolgimento automatico si innesca infatti quando la macchina fa fatica a far avanzare la pellicola. Di solito questo succede quando il rullino è arrivato alla fine ma può capitare anche a metà rullino se le pile hanno un crollo.

A me non è mai capitato ma per sicurezza ho disabilitato la funzione e uso pile ricaricabili NiMH da 1800, 2100, 2300, 2500 da ormai sei anni su di una F100 senza il minimo problema.
Il riavvolgimento lo faccio con il comando manuale.

Vai tranquillo

Quello che viene caricato all'avvio del pc dal programma di calibrazione sono i valori nella LookUp Table (LUT) della scheda video, non il profilo. I profili non cambiano ma soltanto descrivono il comportamento di una periferica. Quello che si nota invece all'avvio del PC è un piccolo cambiamento dei colori.
Questo è dovuto al fatto che viene caricata la LUT che non altro è che una tabella di trascodifica dei colori utilizzata dalla scheda video. In ingresso i colori provenienti dal sw di fotoritocco ed in uscita i valori da inviare al monitor. Serve a rendere il comportamento del display il più possibile "ideale" e la si può considerare una calibrazione fine fatta dal sw di calibrazione dopo che noi abbiamo fatto quella grossolana regolando il monitor durante la procedura di calibrazione.
I valori da inserire nella LUT vengono infatti calcolati del sw di calibrazione dopo che noi abbiamo fatto la calibrazione grossolana, vengono caricati nella LUT, e solo allora viene calcolato il profilo che quindi è relativo a (monitor calibrato a mano da noi + scheda video calibrata con la LUT dal sw). Il profilo descrive quanto il display sia non ideale nonostante la calibrazione hw+sw.
Quello che può confondere è che i valori da caricare nella LUT sono memorizzati dentro al file .icm che contiene il profilo ma non sono il profilo.
Photoshop usa il profilo del display per compensare la sua non idealità e ottiene l'info di quale sia il profilo del display dal sistema operativo.

In casa Nikon solo il 9000.
Saluti

24 pollici con 600 euri? Solo usato e poi devi cercare bene. Un CRT usato spesso è anche spompato e quindi difficile da calibrare.
Ricordati che se vuoi colori fedeli dovrai sicuramente profilare il monitor (meglio ancora prima calibrarlo e poi profilarlo). Quindi metti in conto anche la spesa di un colorimetro / spettrofotometro generico oppure dedicato (dipende dai marchi).
Io ho un CRT con il calibratore HW dedicato di cui sono soddisfatto. Ora però non è più prodotto. Tutti si stanno spostando verso gli LCD. Se vuoi un buon LCD, grande, calibrabile, con colori uniformi in base all'angolo di visione, temo che dovrai mettere in budget circa 2000 euri. Non credo che si possa fare nomi però le marche sono sempre quelle.

Pensaci bene. Vuoi veramente i colori brillanti o vuoi i colori reali?

Scusa, ma come sonda hai usato quella dedicata Lacie Blue Eye?

Ho CD masterizzati 5 anni fa ormai illeggibili (e li ho conservati protetti nella loro custodia). La cosa è abbastanza diffusa (fai una ricerca in internet). Anche i DVD non sfuggono a questo destino. I supporti masterizzati non sono assolutamente una memoria a lungo termine.
Come memoria a lungo termine puoi pensare all'HD o meglio ancora ai tape. Gli HD hanno un'affidabilità inferiore ripagata dall'enorme praticità e da un costo al GB accettabile. I tape d'altro canto sono un po'costosetti... anche se esistono tipologie a buon mercato. In generale (se il dato non deve andare assolutamente perso) è meglio avere 2 copie realizzate in due tecnologie diverse. Personalmente la prima copia la tengo sugli HD del PC e la seconda è su cartucce removibili su cui faccio il backup periodicamente e che conservo in un altro luogo.
Saluti

Riguardo al fatto di rimemorizzare tutto... non sono sicuro di avere capito bene ma se intendi che catalogare significa spostare fisicamente tutti i file in cartelle e sottocartelle... allora imatch non ti serve! Mi spiego: il bello di sw del genere è che ti permettono di fare ordine nel disordine senza spostare i file. La memorizzazione fisica non conta; quello che conta sono le strutture logiche fatte di categorie e sottocategorie completamente personalizzabili, filtri customizzabili, ecc. Fai una ricerca in internet e scaricati la versione demo. E poi confrontala con picture project.
Saluti

Mi concentro solo sul problema archiviazione e catalogazione (per la scannerizzazione massiccia basta che ti guardi in giro sul forum, è un tema assai ricorrente)

Archiviazione. Più l'archivio è vasto e più la perdita dello stesso è un evento catastrofico (in particolare per le immagini ottenute con fotocamere digitali per le quali non esiste la pellicola di backup).

La soluzione migliore è sempre quella di avere i files disponibili sul proprio PC su HD. Il costo a Gbyte ormai è basso e la comodità di avere tutto a portata di click è grande.

Consiglio di utilizzare configurazioni di ridondanza RAID5 per poter tollerare il guasto di un singolo disco senza perdere nulla.

Non per fare il menagramo, bisogna però pensare anche al peggio (incendio, furto, ecc). Per questo un bel backup periodico su nastro è la cosa migliore (a patto di non conservare le cartucce a fianco del PC!!!). Le cartucce vanno conservate in un luogo separato. Hanno una durata e affidabilità enormemente maggiore dei DVD anche se il costo è più alto.

Per quanto riguarda la catalogazione, esistono tante soluzioni. Di solito quelle che costano poco si rivelano presto poco flessibili e se hai 9000 foto sicuramente hai bisogno di uno strumento che ti consenta di fare ricerche il più possibile mirate. Personalmente ho provato più soluzioni e alla fine ho scelto Imatch. Costa poco ma il suo basso costo non è indice di scarsa potenzialità ma solo del fatto che è un semilavorato. Subito installato già fornisce buoni strumenti, ma (a patto di aver voglia e conoscenza per programmarlo) può crescere anche molto e soddisfare requisiti molto particolari.

Concordo sul fatto che il mercato degli scanner sia un po' saturo e questo potrebbe spiegare il ritmo son propriamente incalzante con cui vengono aggiornati gli scanner (teniamo poi presente che nel segmento di mercato in questione Nikon è rimasta sola quindi poco spronata a migliorare il prodotto).
Qualche miglioramento come possessore di un 5000 tuttavia credo che si potrebbe proporre:
- introduzione di sensori caratterizzati da minor rumore o loro raffreddamento in modo attivo. Questo tra l'altro permetterebbe di ridurre il ricorso al multisampling ottenendo tempi di scansione minori
- aumento della profodità di campo dell'obiettivo / introduzione di supporti per i film in grado di tenere la pellicola più piana possibile. Spesso solo una parte del fotogramma beneficia della qualità dello scanner perchè il resto è fuori fuoco.
- miglioramento degli algoritmi di autoesposizione soprattutto di fronte a pellicole "difficili" come la Velvia che richiedono sempre pesanti correzioni.
- aggiunta di un formato RAW che consenta di effettuare modifiche anche a posteriori della scansione. Il formato NEF attuale permette di fare solo modifiche su aspetti che i programmi di fotoritocco (primo fra tutti PS) gestiscono anche meglio. Interessante sarebbe poter applicare a piacere successivamente DEE, ICE (basterebbe salvare anche la scansione IR) ROC e GEM. In questo modo l'attività di scansione sarebbe più automatizzabile e snella per chi deve gestire grandi volumi.

Saluti

Credo che il problema sia un altro.
Chi come me le barriere le ha superate da tempo (con la pellicola) è molto felice che il digitale abbia ridotto le barriere e faccia fiorire in ogni angolo nuovi talenti che altrimenti non sarebbero emersi.
Però vorrei poter continuare ad usare la pellicola.
Purtroppo vuoi per la quantità enorme di nuovi talenti vuoi per il buon lavoro del marketing delle aziende produttrici il mercato dei corpi a pellicola e (cosa più grave) della pellicola ha avuto un ridimensionamento drammatico. Con conseguenze sotto gli occhi di tutti.

Per quanto riguarda la mia esperienza, posso dire che la Velvia 50 richiede forti correzioni alle impostazioni che si ottengono dalla esposizione auto dello scanner. Partendo da quella generalmente debbo aumentare analog gain master da +0,20 a + 0,40 e ridurre di altrettanto l'analog gain blue. Rosso e verde richiedono correzioni minimali. Per quanto riguarda DEE (che tendo a usare con molta parsimonia) sono costretto a volte a impostarlo fino a 20 per le ombre per ottenere una leggibilità simile a quella che riscontro mettendo la diapo sul visore.
Ho a lungo pensato (e a volte penso tuttora) che fosse un problema del mio scanner (a proposito è un 5000ED) ma il fatto che con altri tipi di diapo (Astia 100F; Velvia 100F; Sensia) non siano necessari tali correzioni e il fatto che esista qualcun'altro che riscontra lo stesso problema mi frena dal mandarlo in assistenza.

Saluti

Il mio primo corpo macchina è una F100 ed il secondo è una FM2. Mi trovo bene.

Sorry, mi sono accorto solo ora della domanda.
Si tratta di una scelta che puoi operare all'interno del sw per scaricare i dati. Personalmente utilizzo un sw di terze parti, ma probabilmente Nikon Photo Secretary presenta le stesse opzioni.

Guarda, secondo me il problema è già stato trattato in
http://www.nital.it/forum/index.php?showtopic=29219

Lo stesso problema lo trovi trattato in vari forum internazionali, per cui tenderei ad escludere un guasto isolato, al max potrebbe essere un problema diffuso ma non avendo visto nessun richiamo ufficiale della Casa lo escluderei.

In effetti se si traguarda controluce il fotogramma inserito nell'adattatore questo risulta completamente visibile, anche se lo spazio libero intorno al lato lungo è quasi nullo. L'unica cosa che mi viene di pensare è che l'elevato spessore dell'adattatore possa creare un cono d'ombra che copre le 2 strisce in questione....