Non sarò certamente l'unico nikonista ad aver vissuto i momenti unici del carnevale d'Ivrea, anche quest'anno.
Tanto è vero che di fotografi con al collo una Nikon ne ho visti tanti.
Con un copia-icolla dal sito ufficiale del carnevale d'Ivrea riporto le spiegazioni più importanti di questa manifestazione, a molti ancora sconosciuta.
La Mugnaia: tra storia e leggenda
E’ il personaggio più importante della manifestazione, l’eroina che è stata elevata a simbolo
della libertà conquistata dal popolo in rivolta contro il tiranno feudale. All'epoca del marchese Raineri di Biandrate, la giovane popolana e novella sposa Violetta, si oppose con coraggio alle attenzioni del tiranno che, non contento di vessare il popolo con tasse e maltrattamenti, aveva imposto alle giovani spose lo jus primae noctis.
Salita al castello la sera delle nozze, questa giovane giurò al marito Toniotto che non avrebbe accettato un simile ricatto.
Estratto improvvisamente un pugnale dalle vesti, mozzò la testa del tiranno e la mostrò al popolo intero dagli spalti del castello.
Fu il segno della rivolta. Il maniero fu subito preso e incendiato e il popolo giurò che in quel luogo non si sarebbe mai più costruito nulla. Ambientata nell'alto Medioevo, questa leggenda, come tutte, ha un fondo di storia: a quell'epoca, infatti, la Dora Baltea era costellata di numerosi mulini natanti; forse la rivolta eporediese fu causata dall'ennesima tassa sul macinato, ma il suo ricordo si è tramandato nel tempo attraverso l'immagine della vezzosa Violetta che liberò l'intera città.
Il Generale e lo Stato Maggiore
Prima della dominazione napoleonica il carnevale eporediese era celebrato autonomamente da ogni rione, questo però creava una forte rivalità che spesso sfociava in scontri violenti e sanguinosi.
All’inizio dell’ottocento, in piena occupazione napoleonica, le autorità civili e militari, preoccupati per l’ordine pubblico, istituirono una sorta di “servizio d’ordine” delle manifestazioni.
A capo di questo gruppo di controllo nel 1808 venne nominato un uomo che, godendo di grande prestigio presso la cittadinanza, ben rappresentava la cultura e l’orgoglio municipalista, soprattutto quando i carnevali rionali vennero unificati in un’unica grande festa cittadina.
Secondo la tradizione, l’Imperatore nominò tale cittadino Generale inficiandolo del titolo e della suprema uniforme dell’esercito napoleonico. Inoltre allo stesso Generale fu concesso di chiamare con se altre persone che, in veste di Ufficiali dello Stato Maggiore, lo aiutassero nei suoi compiti.
Il Generale entra in carica il 6 di gennaio di ogni anno quando riceve dall’interprete dell’edizione precedente la feluca e la sciabola.
Il Giovedì grasso poi, otterrà dal Sindaco, nella cerimonia del “Passaggio dei Poteri”, la fascia di primo cittadino insieme agli oneri (oggi ovviamente simbolici) del controllo dell’ordine pubblico.
E’ assistito e coadiuvato da un drappello di Ufficiali dello Stato Maggiore, tra i quali poi provvede a nominare gli Aiutanti di Campo e le Vivandiere.
segue...
Tanto è vero che di fotografi con al collo una Nikon ne ho visti tanti.
Con un copia-icolla dal sito ufficiale del carnevale d'Ivrea riporto le spiegazioni più importanti di questa manifestazione, a molti ancora sconosciuta.
La Mugnaia: tra storia e leggenda
E’ il personaggio più importante della manifestazione, l’eroina che è stata elevata a simbolo
della libertà conquistata dal popolo in rivolta contro il tiranno feudale. All'epoca del marchese Raineri di Biandrate, la giovane popolana e novella sposa Violetta, si oppose con coraggio alle attenzioni del tiranno che, non contento di vessare il popolo con tasse e maltrattamenti, aveva imposto alle giovani spose lo jus primae noctis.
Salita al castello la sera delle nozze, questa giovane giurò al marito Toniotto che non avrebbe accettato un simile ricatto.
Estratto improvvisamente un pugnale dalle vesti, mozzò la testa del tiranno e la mostrò al popolo intero dagli spalti del castello.
Fu il segno della rivolta. Il maniero fu subito preso e incendiato e il popolo giurò che in quel luogo non si sarebbe mai più costruito nulla. Ambientata nell'alto Medioevo, questa leggenda, come tutte, ha un fondo di storia: a quell'epoca, infatti, la Dora Baltea era costellata di numerosi mulini natanti; forse la rivolta eporediese fu causata dall'ennesima tassa sul macinato, ma il suo ricordo si è tramandato nel tempo attraverso l'immagine della vezzosa Violetta che liberò l'intera città.
Il Generale e lo Stato Maggiore
Prima della dominazione napoleonica il carnevale eporediese era celebrato autonomamente da ogni rione, questo però creava una forte rivalità che spesso sfociava in scontri violenti e sanguinosi.
All’inizio dell’ottocento, in piena occupazione napoleonica, le autorità civili e militari, preoccupati per l’ordine pubblico, istituirono una sorta di “servizio d’ordine” delle manifestazioni.
A capo di questo gruppo di controllo nel 1808 venne nominato un uomo che, godendo di grande prestigio presso la cittadinanza, ben rappresentava la cultura e l’orgoglio municipalista, soprattutto quando i carnevali rionali vennero unificati in un’unica grande festa cittadina.
Secondo la tradizione, l’Imperatore nominò tale cittadino Generale inficiandolo del titolo e della suprema uniforme dell’esercito napoleonico. Inoltre allo stesso Generale fu concesso di chiamare con se altre persone che, in veste di Ufficiali dello Stato Maggiore, lo aiutassero nei suoi compiti.
Il Generale entra in carica il 6 di gennaio di ogni anno quando riceve dall’interprete dell’edizione precedente la feluca e la sciabola.
Il Giovedì grasso poi, otterrà dal Sindaco, nella cerimonia del “Passaggio dei Poteri”, la fascia di primo cittadino insieme agli oneri (oggi ovviamente simbolici) del controllo dell’ordine pubblico.
E’ assistito e coadiuvato da un drappello di Ufficiali dello Stato Maggiore, tra i quali poi provvede a nominare gli Aiutanti di Campo e le Vivandiere.
segue...
Il Sostituto Gran Cancelliere
Una figura estremamente importante nella storia del Carnevale di Ivrea
è rappresentata dal Sostituto Gran Cancelliere. Agli inizi dell’ottocento, quando
la manifestazione divenne unica, si volle che ogni avvenimento ed ogni cerimonia carnevalesca fosse minuziosamente annotato in un apposito libro, dal decano dei notai della città, nominato Gran Cancelliere. Poiché i notai solitamente erano molto indaffarati e poco propensi ad andarsene in giro per le vie cittadine in sella ad un cavallo, usavano servirsi di una persona di fiducia nel redigere i loro atti.
Fu nominato perciò un Sostituto Gran Cancelliere. Questi è sempre presente, a fianco del Generale e dello Stato Maggiore, ad ogni atto ufficiale per poterne dare precisa testimonianza.
In abito di velluto nero, parrucca bianca a cannoni, con codino sotto il tricorno, bianchi gilet e camicia con jabot e polsi in pizzo, calzoni al ginocchio su calze bianche, il Sostituto cavalca portando con se una copia del Libro dei Verbali. Quello autentico, sul quale annota con meticolosa precisione lo svolgersi delle cerimonie secondo il protocollo, è custodito in un posto sicuro, in quanto durante la manifestazione è l’unico ad avere la responsabilità di tale documento.
I Pifferi e Tamburi
I Pifferi e Tamburi hanno un’importante storia alle spalle. Si pensa che al tempo di Emanuele Filiberto, nel castello delle quattro torri, risiedessero stabilmente
una banda di Pifferi e Tamburi al servizio del presidio eporediese.
Oggi la banda dei pifferai e tamburini è diretta dal primo piffero che detta gli attacchi a e da un tamburo maggiore che da il ritmo. L’uniforme del gruppo è storica e comprende il berretto frigio al capo, corto alla francese, giubba rossa con collo e risvolti dei polsi verdi, bottoni metallici dorati, calzoni verdi con banda rossa. Gli strumenti del complesso sono i piccoli pifferi, i tamburi e la grancassa. Le suonate sono in tutto trentadue, tra cui spiccano cinque Diane, suonate in occasione dell’alzata degli Abbà, durante
il “Pianta il Pich” e in occasione dell’abbruciamento degli scarli, una Generala suonata ogni volta che il Generale scende da cavallo per congedarsi e durante la marcia del funerale il martedì sera.
Inoltre, in tutti i pranzi ufficiali viene intonata L’alzata da Tavola, che segna la chiusura dei pranzi ufficiali ed è composta dalle cinque marce dei rioni della città suonate tutte di seguito.
segue...
Una figura estremamente importante nella storia del Carnevale di Ivrea
è rappresentata dal Sostituto Gran Cancelliere. Agli inizi dell’ottocento, quando
la manifestazione divenne unica, si volle che ogni avvenimento ed ogni cerimonia carnevalesca fosse minuziosamente annotato in un apposito libro, dal decano dei notai della città, nominato Gran Cancelliere. Poiché i notai solitamente erano molto indaffarati e poco propensi ad andarsene in giro per le vie cittadine in sella ad un cavallo, usavano servirsi di una persona di fiducia nel redigere i loro atti.
Fu nominato perciò un Sostituto Gran Cancelliere. Questi è sempre presente, a fianco del Generale e dello Stato Maggiore, ad ogni atto ufficiale per poterne dare precisa testimonianza.
In abito di velluto nero, parrucca bianca a cannoni, con codino sotto il tricorno, bianchi gilet e camicia con jabot e polsi in pizzo, calzoni al ginocchio su calze bianche, il Sostituto cavalca portando con se una copia del Libro dei Verbali. Quello autentico, sul quale annota con meticolosa precisione lo svolgersi delle cerimonie secondo il protocollo, è custodito in un posto sicuro, in quanto durante la manifestazione è l’unico ad avere la responsabilità di tale documento.
I Pifferi e Tamburi
I Pifferi e Tamburi hanno un’importante storia alle spalle. Si pensa che al tempo di Emanuele Filiberto, nel castello delle quattro torri, risiedessero stabilmente
una banda di Pifferi e Tamburi al servizio del presidio eporediese.
Oggi la banda dei pifferai e tamburini è diretta dal primo piffero che detta gli attacchi a e da un tamburo maggiore che da il ritmo. L’uniforme del gruppo è storica e comprende il berretto frigio al capo, corto alla francese, giubba rossa con collo e risvolti dei polsi verdi, bottoni metallici dorati, calzoni verdi con banda rossa. Gli strumenti del complesso sono i piccoli pifferi, i tamburi e la grancassa. Le suonate sono in tutto trentadue, tra cui spiccano cinque Diane, suonate in occasione dell’alzata degli Abbà, durante
il “Pianta il Pich” e in occasione dell’abbruciamento degli scarli, una Generala suonata ogni volta che il Generale scende da cavallo per congedarsi e durante la marcia del funerale il martedì sera.
Inoltre, in tutti i pranzi ufficiali viene intonata L’alzata da Tavola, che segna la chiusura dei pranzi ufficiali ed è composta dalle cinque marce dei rioni della città suonate tutte di seguito.
segue...
Gli Abbà
I dieci bambini in ricchi costumi rinascimentali rappresentano i priori delle cinque parrocchie di Ivrea; nel '700 l'Abbà era a capo della Badia, un'associazione di giovani che organizzava feste e portava come insegna un pane conficcato su di una picca.
Oggi gli Abbà mostrano invece uno spadino con un'arancia infilzata, a simboleggiare la testa mozzata del tiranno
e il Martedì grasso hanno il compito di appiccare il fuoco allo scarlo issato nella propria piazza rionale.
L’Abbà viene presentato alla città dal Generale nelle due domeniche precedenti il carnevale, durante la cerimonia dell’alzata.
segue...
I dieci bambini in ricchi costumi rinascimentali rappresentano i priori delle cinque parrocchie di Ivrea; nel '700 l'Abbà era a capo della Badia, un'associazione di giovani che organizzava feste e portava come insegna un pane conficcato su di una picca.
Oggi gli Abbà mostrano invece uno spadino con un'arancia infilzata, a simboleggiare la testa mozzata del tiranno
e il Martedì grasso hanno il compito di appiccare il fuoco allo scarlo issato nella propria piazza rionale.
L’Abbà viene presentato alla città dal Generale nelle due domeniche precedenti il carnevale, durante la cerimonia dell’alzata.
segue...
Il Podestà e i Credendari
Supremo capo del governo del Comune, il Podestà veniva nominato, sin dal XIV secolo, dai Credendari,?i Consiglieri comunali dell'epoca, ed?era responsabile dell'amministrazione e della giustizia. Scelto fuori del comune per garantire la sua imparzialità,?il Podestà quando entrava in carica, dopo aver giurato sul libro degli Statuti, andava a prelevare con un apposito martello conservato presso?il municipio cittadino, un sasso tra i ruderi del Castellazzo e lo gettava in Dora come spregio al Marchese del Monferrato. La cerimonia si ripete ogni anno, al mattino della domenica di carnevale.?Da alcuni anni è stata anche ripresa l’antica tradizione dell’offerta dei ceri da parte della città, rappresentata dal Podestà al Vescovo. Si svolge in forma solenne nel giorno dell’Epifania presso la cappella dei Tre Re, sul monte Pautro, ovvero il Monte Stella.
segue...
Supremo capo del governo del Comune, il Podestà veniva nominato, sin dal XIV secolo, dai Credendari,?i Consiglieri comunali dell'epoca, ed?era responsabile dell'amministrazione e della giustizia. Scelto fuori del comune per garantire la sua imparzialità,?il Podestà quando entrava in carica, dopo aver giurato sul libro degli Statuti, andava a prelevare con un apposito martello conservato presso?il municipio cittadino, un sasso tra i ruderi del Castellazzo e lo gettava in Dora come spregio al Marchese del Monferrato. La cerimonia si ripete ogni anno, al mattino della domenica di carnevale.?Da alcuni anni è stata anche ripresa l’antica tradizione dell’offerta dei ceri da parte della città, rappresentata dal Podestà al Vescovo. Si svolge in forma solenne nel giorno dell’Epifania presso la cappella dei Tre Re, sul monte Pautro, ovvero il Monte Stella.
segue...
Gli Alfieri
Gli Alfieri aprono la Marcia del Carnevale di Ivrea, portando le bandiere storiche delle Parrocchie o rioni cittadini.
In passato tale compito è stato per lungo tempo demandato a singole persone ingaggiate e raggruppate casualmente dal Comune, ed ha così perso, progressivamente, l'importanza ed il valore che gli compete
Dal 1996, un gruppo di appassionati
si è offerto per ricoprire questo ruolo, riorganizzando la gestione del servizio di "portabandiera" e rivalutandone l'immagine.
Nel 1998 il gruppo ha costituito l'Associazione Alfieri, confermando la disponibilità ad aprire il Corteo Storico rendendo onore agli antichi vessilli ed alle nove parrocchie cittadine che essi rappresentano, ed attivandosi attraverso nuove importanti azioni volte a riqualificare l'immagine degli Alfieri ed a riaffermare l'importanza delle bandiere.
Dal 1996, un gruppo di giovani amici (originato dal gruppo arbitrario degli Eporediae Paçdaran) su incarico dell'allora Generale Paolo Bravo, si è offerto per ricoprire questo ruolo, riorganizzando la gestione del servizio di "portabandiera" e rivalutandone l'immagine. Nel 1998 il gruppo ha costituito l'Associazione Alfieri, confermando la disponibilità ad aprire il Corteo Storico rendendo onore agli antichi vessilli ed alle nove parrocchie cittadine che essi rappresentano, ed attivandosi attraverso nuove importanti azioni volte a riqualificare l'immagine degli Alfieri ed a riaffermare l'importanza delle bandiere.
La Scorta della Mugnaia
Il drappello che indossa la splendida uniforme dell'esercito italico è la scorta della Mugnaia
Gli Alfieri aprono la Marcia del Carnevale di Ivrea, portando le bandiere storiche delle Parrocchie o rioni cittadini.
In passato tale compito è stato per lungo tempo demandato a singole persone ingaggiate e raggruppate casualmente dal Comune, ed ha così perso, progressivamente, l'importanza ed il valore che gli compete
Dal 1996, un gruppo di appassionati
si è offerto per ricoprire questo ruolo, riorganizzando la gestione del servizio di "portabandiera" e rivalutandone l'immagine.
Nel 1998 il gruppo ha costituito l'Associazione Alfieri, confermando la disponibilità ad aprire il Corteo Storico rendendo onore agli antichi vessilli ed alle nove parrocchie cittadine che essi rappresentano, ed attivandosi attraverso nuove importanti azioni volte a riqualificare l'immagine degli Alfieri ed a riaffermare l'importanza delle bandiere.
Dal 1996, un gruppo di giovani amici (originato dal gruppo arbitrario degli Eporediae Paçdaran) su incarico dell'allora Generale Paolo Bravo, si è offerto per ricoprire questo ruolo, riorganizzando la gestione del servizio di "portabandiera" e rivalutandone l'immagine. Nel 1998 il gruppo ha costituito l'Associazione Alfieri, confermando la disponibilità ad aprire il Corteo Storico rendendo onore agli antichi vessilli ed alle nove parrocchie cittadine che essi rappresentano, ed attivandosi attraverso nuove importanti azioni volte a riqualificare l'immagine degli Alfieri ed a riaffermare l'importanza delle bandiere.
La Scorta della Mugnaia
Il drappello che indossa la splendida uniforme dell'esercito italico è la scorta della Mugnaia
Il getto delle arance
Il tradizionale getto delle arance affonda le sue radici intorno alla metà dell’ottocento. Ancor prima, e più precisamente nel Medioevo, erano i fagioli i protagonisti della battaglia.
Si narra infatti che due volte all’anno il feudatario donasse una pignatta di fagioli alle famiglie povere e queste, per disprezzo, gettassero i fagioli per le strade. Gli stessi legumi erano anche utilizzati in tempo di carnevale, come scherzosi proiettili da lanciare addosso ad improvvisati avversari. Intorno agli anni trenta e sessanta del secolo scorso, insieme a coriandoli, confetti, lupini e fiori, le ragazze lanciavano dai balconi, mirando le carrozze del corteo carnevalesco, qualche arancia. I destinatari erano giovincelli dai quali le stesse ragazze volevano essere notate.
Dalle carrozze si iniziò a rispondere scherzosamente a tono e, poco a poco, il gesto di omaggio si trasformò prima in duello, quindi in un vero e proprio testa a testa tra lanciatori dai balconi e lanciatori di strada. Solo dal secondo dopoguerra la battaglia assunse i connotati attuali seguendo regole ben precise.
Ancora oggi lo scontro si svolge nelle principali piazze della città, e vede impegnati equipaggi sul carro (simboleggianti le guardie del tiranno) contro le squadre degli aranceri a piedi i popolani ribelli) costituite da centinaia di tiratori. Si tratta indubbiamente del momento più spettacolare della manifestazione che ben evidenzia la lotta per la libertà, simbolo del carnevale eporediese. La battaglia delle arance insieme a tutti gli eventi storici presenti nella manifestazione di Ivrea, costituisce un’incredibile patrimonio culturale e goliardico, che posiziona la festa tra le più importanti nel panorama nazionale ed internazionale. Il getto dello arance rappresenta anche il momento in cui è più alta la partecipazione collettiva: tutti possono prenderne parte, iscrivendosi in una delle nove squadre a piedi oppure divenendo equipaggio di un carro da getto.
Il tradizionale getto delle arance affonda le sue radici intorno alla metà dell’ottocento. Ancor prima, e più precisamente nel Medioevo, erano i fagioli i protagonisti della battaglia.
Si narra infatti che due volte all’anno il feudatario donasse una pignatta di fagioli alle famiglie povere e queste, per disprezzo, gettassero i fagioli per le strade. Gli stessi legumi erano anche utilizzati in tempo di carnevale, come scherzosi proiettili da lanciare addosso ad improvvisati avversari. Intorno agli anni trenta e sessanta del secolo scorso, insieme a coriandoli, confetti, lupini e fiori, le ragazze lanciavano dai balconi, mirando le carrozze del corteo carnevalesco, qualche arancia. I destinatari erano giovincelli dai quali le stesse ragazze volevano essere notate.
Dalle carrozze si iniziò a rispondere scherzosamente a tono e, poco a poco, il gesto di omaggio si trasformò prima in duello, quindi in un vero e proprio testa a testa tra lanciatori dai balconi e lanciatori di strada. Solo dal secondo dopoguerra la battaglia assunse i connotati attuali seguendo regole ben precise.
Ancora oggi lo scontro si svolge nelle principali piazze della città, e vede impegnati equipaggi sul carro (simboleggianti le guardie del tiranno) contro le squadre degli aranceri a piedi i popolani ribelli) costituite da centinaia di tiratori. Si tratta indubbiamente del momento più spettacolare della manifestazione che ben evidenzia la lotta per la libertà, simbolo del carnevale eporediese. La battaglia delle arance insieme a tutti gli eventi storici presenti nella manifestazione di Ivrea, costituisce un’incredibile patrimonio culturale e goliardico, che posiziona la festa tra le più importanti nel panorama nazionale ed internazionale. Il getto dello arance rappresenta anche il momento in cui è più alta la partecipazione collettiva: tutti possono prenderne parte, iscrivendosi in una delle nove squadre a piedi oppure divenendo equipaggio di un carro da getto.
la battaglia delle arance rappresenta il momento più suggestivo del carnevale,
dove a partecipare, con rischi e connessi, sono fin da piccoli....
dove a partecipare, con rischi e connessi, sono fin da piccoli....
e persone di ogni tipo.... ed età
e quando ti va bene... sanguini!
e se alla fine l'hai scampata....
puoi rilassarti, stanco morto!
Queste ad altre tantissime immagini, le potete vedere sulla gallery dedicata al
CARNEVALE D'IVREA
Saluti!
p.s.: per chi fosse curioso... ho usato l'AF-S 18-200 DX VR con la fantastica D200
e per chi volesse saperne di più, questo è il SITO UFFICIALE DEL CARNEVALE D'IVREA
FINE
puoi rilassarti, stanco morto!
Queste ad altre tantissime immagini, le potete vedere sulla gallery dedicata al
CARNEVALE D'IVREA
Saluti!
p.s.: per chi fosse curioso... ho usato l'AF-S 18-200 DX VR con la fantastica D200
e per chi volesse saperne di più, questo è il SITO UFFICIALE DEL CARNEVALE D'IVREA
FINE
Purtroppo quest’anno non sono riuscito ad andare, grazie Mauro che me ne hai fatto rivivere l’atmosfera.
Splendide immagini e altrettanto il racconto
Ps: la nuova lente sembra cavarsela splendidamente
Davide.
Splendide immagini e altrettanto il racconto
Ps: la nuova lente sembra cavarsela splendidamente
Davide.
Molto belle Mauro, complimenti!
Questo 18-200 mi sta tentando davvero ogni giorno di piu'!
Mi sposto nella gallery del tuo sito per vedere il resto delle foto...
Questo 18-200 mi sta tentando davvero ogni giorno di piu'!
Mi sposto nella gallery del tuo sito per vedere il resto delle foto...
mitico mauro.. grande performance! Personalmente del carnevale quest'anno ho vissuto pochi istanti (sono andato al mare per tutto il WE + il lunedì) ma in compenso ho due colleghi nella mia stanza con gli occhi da panda ahahaha!!
Non avevo mai visto una cosa del genere... sai che spremute!
Testi e foto che descrivono molto bene l'atmosfera. Moi piacciono molto i colori.
Hai il sensore sporco........... a no è un'arancia!!! Scherzo!
Saluti
Stefano
Testi e foto che descrivono molto bene l'atmosfera. Moi piacciono molto i colori.
Hai il sensore sporco........... a no è un'arancia!!! Scherzo!
Saluti
Stefano
Ciao Mauro,le immagini sono di altissimo livello arricchite da un testo molto curato mi è piaciuto molto.
Gran bel life, Mauro !
Testi pregevoli, immagini curate, ben composte (nonostante i rischi..), e scelte armonicamente.
Credo che se mi recassi lì, mi porterei anch'io un 18-200. Solo il pensiero di un' arancia in pieno sul 17-35 mi fa rabbrividire..
Testi pregevoli, immagini curate, ben composte (nonostante i rischi..), e scelte armonicamente.
Credo che se mi recassi lì, mi porterei anch'io un 18-200. Solo il pensiero di un' arancia in pieno sul 17-35 mi fa rabbrividire..
Anche se è qui a due passi non sono mai stato al Carnevale di Ivrea, anche perchè il Carnevale è una festa che non mi è mai piaciuta. Però le foto sono splendide meriterebbe di esserci solo per fare qualche scatto.
Complimenti.
Paolo
P.S. Anche a me il 18/200 tenta
Complimenti.
Paolo
P.S. Anche a me il 18/200 tenta
QUOTE(giannizadra @ Mar 3 2006, 05:48 PM)
Testi pregevoli, immagini curate, ben composte (nonostante i rischi..), e scelte armonicamente.
Credo che se mi recassi lì, mi porterei anch'io un 18-200. Solo il pensiero di un' arancia in pieno sul 17-35 mi fa rabbrividire..
Credo che se mi recassi lì, mi porterei anch'io un 18-200. Solo il pensiero di un' arancia in pieno sul 17-35 mi fa rabbrividire..
i testi, non sono farina del mio sacco (come ho detto all'inizio)
Sino a quando non mi portavo con me mio figlio, entravo nella zona di "tiro" per cogliere meglio l'attimo, l'arancia che si spacca sul muso, o su un casco.
Attimi in cui dovevi tenere le "orecchie" aperte sul sibilo delle arance che ti sfioravano inevitabilmente.
Rischiosissimo, non solo per l'attrezzatura quanto per se stessi!
I professionisti, girano per il carnevale con una scaletta, in modo da essere sempre più alti delle traiettorie delle arance (ma non sempre riescono ad evitarle). Le loro attrezzature sono irriconoscibili da tanto che sono mascherate con pellicola trasparente e nestro di carta.
Io che non sono un professionista sono sempre andato senza preoccuparmi degli schizzi di arancia, ed il giorno seguente l'ho sempre passato a ripulire tutto.... (appiccica tutto in un modo incredibile...)
E' un'esperienza da provare, ma ci vuole una certa dose di coraggio!
Non serve nemmeno un tele potente, perchè non riusciresti a "passare" tra la folla.
Matteo (Ganora), lo vedrei bene con il 12-24, sotto il carro! e sono sicuro che farebbe delle foto decisamente più belle delle mie! E spero che il prossimo anno mi degni della sua presenza!
Altro notevolissimo life del nostro Mdj. Come al solito, senza sbavature, foto sempre ben composte e cromaticamente corrette. I testi non sono tuoi ? L'hai detto, quindi complimenti anche per questa scelta.
Un bel life complimenti, tutte le foto ben composte
ciao Danny
ciao Danny
Mi complimento con te Mauro per due cose. Per le foto, che sono comunque descrittive di questa manifestazione così particolare e che dimostrano anche che un'ottica quando è ben usata fa miracoli. La seconda per la sincerità sul testo, non tutti lo avrebbero fatto.
Complimenti Mauro,
come sempre foto pulite e tecnicamente perfette...i testi all'altezza delle immagini!!
Franco
PS: se non ricordo male, tempo fa devo aver visto alcuni tuoi scatti del Carnevale D'Ivrea realizzati con una Coolpix.
come sempre foto pulite e tecnicamente perfette...i testi all'altezza delle immagini!!
Franco
PS: se non ricordo male, tempo fa devo aver visto alcuni tuoi scatti del Carnevale D'Ivrea realizzati con una Coolpix.
ciao,
foto molto belle........
complimenti
foto molto belle........
complimenti
Complimenti Mauro un Life piacevolissimo e che descrive l' evento, I testi non sono i tuoi? l' importante è dirlo e questo ti fa onore
Buone foto a tutti andreotto
Buone foto a tutti andreotto
Bel life Mauro. Poi quella città mi ricorda quattro anni di genio ferrovieri...
Complimenti!
Taras.
Complimenti!
Taras.