Teoria e pratica della fotografia con foro stenopeico su pellicola e in digitale

A cura di Gerardo Bonomo

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Il pinhole in metallo autocostruito dietro a un tubo di prolunga

I risultati ottenuti con il pinhole costruito forando un cartoncino non erano affatto male ma un pinhole che si consideri tale di norma si costruisce forando il metallo e questo per diversi motivi. Il primo è che una sottile lamina di metallo è più sottile di un cartoncino, e un pinhole per dare il meglio di sé non deve avere solo un foro ben fatto, ma avere anche uno spessore estremamente ridotto. Ancora, il foro che si può ottenere in un lamierino risulta più circolare di uno ottenuto nel cartone, e un'altra delle regole a cui deve sottostare un pinhole è che il foro sia il più circolare possibile e privo di sbavature. In ultimo un foro ricavato in un lamierino mantiene lo stesso diametro e forma nel tempo, diversamente dal cartoncino che col tempo può rovinarsi.

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Un lamierino "perfetto” lo si può ricavare da un telaietto per diapositive.

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Si appoggia la punta di una biro sul lamierino e si esercita una leggera pressione

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Dopo aver applicato una leggera pressione dalla parte opposta del lamierino si sarà
formata una piccola gobba convessa
.

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Una macrofotografia della gobba ottenuta.

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Con perizia e pazienza, provando e riprovando, si comincerà a limare la gobba con della
carta vetrata di tipo sempre più fine, quando lo spessore della gobba sarà ridotta quasi a nulla si praticherà
un foro usando un ago, ed ecco quasi pronto il nostro pinhole. A questo punto, muniti di un lentino
contafili si comincerà a pulire i bordi interni del foro fino ad ottenere un foro
perfettamente circolare e del diametro voluto.

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Il lamierino opportunamente ritagliato viene incollato tra due cartoncini neri preventivamente
sagomati per potersi poi appoggiare alla parte posteriore del tubo di prolunga sul quale verranno incollati
usando un filo di colla stick da carta/cartone; prima che la colla indurisca si scatteranno alcune
immagini per valutare l'esatto centraggio del foro rispetto al centro del sensore.

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Dopo aver inserito il “solito” cartoncino arrotolato all'interno del tubo di prolunga per evitare che la luce, attraverso il tappo anteriore, arrivi sul sensore attraverso le forature laterali interne del tubo, si chiude il tubo di prolunga con il tappo anteriore.

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In questo scatto in controluce le frecce evidenziano le parti interne del tubo di prolunga da cui trafilerebbe
la luce se non venisse intercettata dal cartoncino arrotolato posizionato al centro del tubo.

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Il pinhole pronto all'uso.

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Mettendo le alette della montatura alla stessa altezza è facile comprendere visivamente la differenza di tiraggio tra un pinhole tradizionale – a sinistra – e un pinhole arretrato su tubo di prolunga: il pinhole di sinistra ha una maggior lunghezza focale rispetto a quello di destra. Il pinhole di destra ha la giusta copertura per il formato DX ma non può essere utilizzato sul formato FX in quanto il sensore più grande intercetta la vignettatura causata dal tappo anteriore e dal cartoncino arrotolato all'interno del tubo; per usare il pinhole/tubo di prolunga sulla reflex FX è necessario che il tappo anteriore abbia un foro più largo e che il cartoncino arrotolato all'interno sia molto più vicino ai bordi.
Usando una reflex FX è possibile montare il pinhole autocostruito direttamente sul tappo anteriore forato ottenendo una focale 50mm; questo sistema può essere impiegato anche sulle reflex DX ma si ottiene una focale intorno ai 75mm.

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Il pinhole Calumet per Nikon.

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Questa volta il Pinhole è stato ricavato dalla parte metallica interna di un telaietto Gepe che è stato semplicemente forato con uno spillo, saltando la canonica procedura di creare un incavo nel metallo con la punta di una biro, per poi limarlo nella parte convessa e successivamente forarlo. Il foro è quasi perfettamente circolare e senza sbavature interne di rilievo. La lastrina metallica forata è stata poi inserita in un sandwich ottenuto con due cartoncini disegnati con il compasso, ritagliati con le forbici e forati al centro, nel punto dove è rimasto il segno della punta del compasso, in modo da avere un riferimento per poter poi centrare il foro della lastrina di metallo. Il tutto è stato poi incollato posteriormente al tubo di prolunga. Ogni volta che il Pinhole viene impiegato, bisogna accertarsi, PRIMA di montarla sulla fotocamera, della perfetta tenuta dell'incollaggio del sandwich dietro al tubo di prolunga, per essere certi che non si stacchi durante la posa finendo tra le tendine dell'otturatore o nei leveraggi dello specchio, danneggiando la fotocamera. Nikon Japan, che nel suo sito dedicava un capitolo alla realizzazione di un Pinhole, raccomandava in assoluto di non montare il Pinhole neppure dietro il tappo anteriore forato. Se Nikon sapesse dove lo abbiamo incollato noi…!
Dite che lo verrà a sapere…?!

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A confronto il pinhole Calumet e il pinhole autocostruito.

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Cerchiato in rosso il dettaglio ingrandito del Pinhole di Calumet confrontato col nostro pinhole autocostruito
in lamierino di diapositiva; poiché il livello di ingrandimento di entrambi gli scatti è il medesimo si può confrontare
sia la qualità del foro che il suo diametro: i due pinhole sono sostanzialmente identici.

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Cosa sono nella realtà una trentina di centesimi di millimetro? Sono il diametro di un foro talmente piccolo da
permettere di farci passare attraverso un capello ma non il suo bulbo.

 
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