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Esposizione, Contrasto &
Punto di Nero, Bianco e Mezzitoni
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Giuseppe Maio
Nital
Messaggio: #1
Gli scanner Nikon,

attraverso le specifiche caratteristiche hardware e software offrono pieno controllo sull'esposizione. Come nella ripresa fotografica l'esposizione viene misurata nella scena inquadrata e le variabili possono portare a differenti risultati in base alla tipologia di immagine come quelle ad alto contrasto, a valore medio ma anche Hi-Key, Low-Key. Differenti possono poi essere i risultati su riprese grandangolari o tele.

L'esposizione automatica di Nikon Scan viene fatta all'interno dell'area selezionata facendo una media "Matrix" sull'intero fotogramma o effettuando una misurazione "Spot" se la selezione fatta contiene una ristretta e specifica area descritta. Si ha dunque la possibilità di scegliere tra la preferita modalità di esposizione potendo peraltro decidere la dimensione spot. Dopo la misurazione esposimetrica attuata nel preferito modo, si potrà disabilitare la nuova misurazione in prescan o scansione per mantenere di fatto quanto ricercato con la specifica misurazione consentita. In pratica si può disporre, come in ripresa, della misurazione selettiva quindi della misurazione esposimetrica memorizzata ed applicata alla ripresa che in questo caso corrisponde alla scansione.

Qualche segnalazione richiede come decidere soggettivamente il punto di nero preferito che di seguito vedremo ma intendo ricordare che sarà sempre meglio avere un punto di nero e bianco contenuto piuttosto che calibrato perfettamente. E' infatti da notare che la collimazione del punto di nero e bianco in stampa è da variare in base alla destinazione influenzata dai differenti fattori. Con le getto d'inchiostro per esempio capiterà spesso di perdere la transazioni dense (le parti scure influenzate dal punto di nero) ritrovando spiacevoli "chiazze" nelle parti scure. Ne è un classico esempio l'accapigliatura di un ritratto spesso "chiusa" nelle ombre che fanno perdere i dettagli dei capelli neri riprodotti con una sgradevole "chiazza" di colore scuro. Tutto ciò spesso causato dalla non perfetta calibrazione di stampa variata dalle differenti carte impiegate ma anche dai diversi inchiostri utilizzate a temperature ed a fattori di umidità diversi. Il punto di nero e bianco in stampa andranno dunque dosati con attenzione e da una scansione con un punto di nero settato a circa 20 per esempio si potrà porre rimedio mentre più difficile sarà con un perfetto punto di nero impostato a zero. Per questo secondo caso si potrà comunque agire sui livelli di output portando lo zero assoluto al valore minimo sul quale la stampa inizia a fornire le transazioni di densità.

Da cosa è dunque influenzato il punto di nero ottenuto dopo una scansione?

Il punto di nero ritrovato a scansione ultimata è influenzato da differenti aspetti:

In primis per parlare di misurazione oggettiva fatta con il densitometro a “pipetta”, si devono fissare le variabili di gestione colore. Valutare in pratica la misurazione all’interno di un preciso spazio colore calibrato. Se per esempio dopo la scansione si valuta la densità con Photoshop si deve capire che questa ha subito il passaggio dai due spazi colore gestiti, quello impostato sul driver dello scanner e quello utilizzato da Photoshop comer Work Color Space. Do dunque per scontato che Nikon Scan e Photoshop abbiano lo STESSO (stesso file di profilo ICC) spazio colore di lavoro (sRGB oppure ADOBE 1998) e lo stesso profilo monitor (impostato con lo stesso file ICC in Gestione colore monitor di Windows e ColorSync in Apple). La mancata gestione colore opera infatti sui colori ma anche sui tre rispettivi punti di massimo/minimo Rosso, Verde e Blu.

Escluse dunque le necessarie variabili di gestione colore da trattare distintamente e “seriamente”…

Il punto di nero viene impostato automaticamente all’atto della prescansione. Per quanto miracolosi i sistemi di rilevamento automatici (misurazione esposimetrica) non possono fare miracoli e ciò vale anche per la misurazione esposimetrica Matrix o a matrici varie della fotografia tradizionale. Ecco perché i driver hanno lo strumento curve che in Nikon Scan diviene evoluto con l’unione in unico strumento di livelli, curve ed istogramma prima/dopo “live”. Lo strumento curve, come in Photoshop, ha un comando chiamato contrasto automatico che imposta manualmente punto di bianco e punto di nero oltre che l’ottimale gamma (mezzitoni) mediato. Quanto desiderato circa contrasto automatico è impostabile nelle preferenze di Nikon Scan che consentono di impostare il preferito punto di nero e bianco agendo sulla tollerata percentuale di esclusione.

Quando si decide il punto di nero si deve infatti stabilire se basta un pixel di valore zero a determinare il punto di nero o, alzando la soglia, se valutare una percentuale maggiore. Lo stesso per il punto di bianco.

Gli scanner Nikon, noti per l’indiscutibile qualità riscontrata sul campo, hanno inoltre un miracoloso controllo chiamato Analog Gain. Si tratta della possibilità di intervenire soggettivamente sulla potenza di illuminazione differenziata tra rosso, verde e blu oppure, ovviamente tutti e tre i canali per alzare la soglia di luminosità in forma lineare rispetto alla cromia.

Verificate dunque di non aver impostato nel driver Nikon Scan un valore di compensazione positiva che porterebbe proprio ad un innalzamento del punto di bianco come una volontaria sovraesposizione ricercata in pellicola su una fotocamera con la compensazione di esposizione. Investite un po’ di tempo su questa straordinaria potenzialità perché risolve numerosissime problematiche di densità ed esasperati contrasti di determinate pellicole BN. Ma risulta anche uno straordinario strumento di correzione Bilanciamento del bianco (a livello hardware) consentendo, per esempio, di alzare il solo Blu su scene riprese con illuminazione ad incandescenza ottenendo di fatto un più "pulito" canale del blu non esasperato solo nelle curve.

Per un'ottimale misurazione esposimetrica si potrà prestare maggiore attenzione alla selezione fatta in prescansione. Come in precedenza detto infatti, le impostazioni di esposizione automatica avvengono sulla base delle densità (informazioni in forma numerica) contenute nell’area di selezione. Se in selezione si “sborda” in prossimità della perforazione per esempio, si aggiunge all’analisi una porzione che sfalsa la misurazione. In base al ragionamento positivo o negativo dell’originale l’esposizione verrà abbassata se l’esterno della selezione aggiunge alla valutazione porzioni più chiare e l’inverso per porzioni contenute più scure.

Quanto sopra descritto permetterà l'ottenimento della perfezione ricercata.

Giuseppe Maio
www.nital.it
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Utente cancellato
DEREGISTRATO
Messaggio: #2
Grazie 1000 Beppe,

stasera proverò.

Una domanda: c'è differenza fra regolare il punto di nero dal menu Advanced Color e farlo nel menu Curve di NkScan?
Sono sempre perplesso dal doverlo fare attraverso le curve/livelli, perchè mi sembra di gettare alle ortiche una parte dei 12bit di conversione dell' LS-IV.

Messaggio modificato da Antonio C. il Sep 20 2004, 12:53 PM
Giuseppe Maio
Nital
Messaggio: #3
QUOTE (Antonio C. @ Sep 20 2004, 12:53 PM)
...c'è differenza fra regolare il punto di nero dal menu Advanced Color e farlo nel menu Curve di NkScan?

Sono sempre perplesso dal doverlo fare attraverso le curve/livelli, perchè mi sembra di gettare alle ortiche una parte dei 12bit di conversione dell' LS-IV...

Quanto impostato,

nelle preferenze di "Advanced Color" viene messo in atto con la pressione del pulsante "Auto Contrast". Se non si clicca, le impostazioni restano numeri non eseguiti. Si tratta in pratica di quanto analogamente fatto con Photoshop attraverso le tre "pipette" di Punto di Bianco, Grigio e Bianco. In Photoshop il valore delle tre "pipette" lo si imposta con il doppio click su ognuna di esse. In Nikon Scan variando i valori delle preferenze. In Photoshop quanto impostato nelle tre "pipette" viene applicato anche comandando il "Contrasto automatico" da Immagine/ Regolazioni...

Agendo sui livelli è vero... si "perde" parte della gamma ma non dimentichiamoci che a noi "basta" una gamma ad 8 bit per canale ben gestita e "spesa" adeguata al gamut d'uscita.
A parte dunque quanto consentito dall'Analog Gain di Nikon Scan che utilizzerei "solo" per originali particolarmente densi, per correzioni di bilanciamento del bianco fortemente sfalsate o per doppie esposizioni (doppie scansioni da sommare per estendere la gamma dinamica che fuoriesce dal già elevato fattore di densità), l'ottimizzazione di contrasto, punto di bianco e di nero, è proprio da fare sulla curva ancora a 16 bit per canale.
Ciò è quanto fatto anche dagli scanner a tamburo con fotomoltiplicatori...

Notiamo che quanto da molti ricercato nella saturazione e densità di una dia è proprio una compressione della gamma non lineare e non un'estensione generalizzata. Occhio dunque a quanto operato dall'intervento di curve per mantenere la leggibilità nelle ombre come in dia ma nel contempo la saturazione (densità) desiderata.
Per la leggibilità delle ombre ricordo di applicare il "miracoloso" Digital DEE che a differenza dei file delle fotocamere digitali, viene applicato con incombenze anche hardware.

Giuseppe Maio
www.nital.it
Gefry
Messaggio: #4
Giuseppe ho letto attentamente il post e lo ho trovato molto interessante.

- Volevo chiederti un parere su una cosa che ho adottato da un po ditempo, preciso che non è farina del mio sacco.

Partendo dal presupposto che qualunque pellicola ha una sua dominante intrinseca, non domiante in fase di ripresa che pure esiste ma nel senso che se si guarda la testa di una pellicola (quella completamente trasparente) si nota che non è un colore neutro ma ha una sua dominante che varia da tipo a tipo....Fuji Velvia e Provia hanno un colore in trasparenza diverso...

Ora, su un altro Forum ho trovato questo suggerimento...
Fare la prescansione del pezzo trasparente della pellicola, quindi eseguire una correzzione cromatica in modo da renderla trasparente/bianca senza alcuna dominante.

Al che ho pensato _idea_ perche non uso semplicemente il contagocce per la luce e non lascio che sia Nikon Scan a rendere la pellicola neutra.....salvo poi la curva e la uso normalmente come base di partenza.

Detto fatto, le variazioni sono minime e non so se effettivamente ho un vantaggio o meno, anche perche poi subentra l'esposizone automatica di Nikon.

Chi aveva proposto il sistema usava Vuescan e disattivava l'esposizione automatica, afferamando che cosi facendo si tarava la scansione sulle zono luminose in modo che ci sarebbe stato sempre e comunque del dettaglio visto che la trasparenza della pellicola è il massimo della sua luminosita in ripresa

Ciao
Gerry

P.S. spero di essermi espresso in maniera abbastanza chiara e non me ne voglia XXXXX che aveva proposto il suggerimento, oltretutto mi pare dicesse che frequentava anche questo forum......se ho cannato qualcosa spero mi corregga al volo per chiarire meglio il concetto. Come al solito potrei aver fatto un po di casino
Giuseppe Maio
Nital
Messaggio: #5
QUOTE (Gefry @ Sep 22 2004, 07:49 AM)
...Partendo dal presupposto che qualunque pellicola ha una sua dominante intrinseca, non domiante in fase di ripresa che pure esiste ma nel senso che se si guarda la testa di una pellicola (quella completamente trasparente) si nota che non è un colore neutro ma ha una sua dominante che varia da tipo a tipo....Fuji Velvia e Provia hanno un colore in trasparenza diverso......

Su questo argomento,

si potrebbero scrivere centinaia di pagine...

Se un negativo fosse solo un positivo invertito non ci sarebbe argomento ma sui negativi, sulle diverse maschere, sulle differenti interpretazoni colore e sulle variabili di sviluppo c'è da scrivere un trattato.

Gli scanner Nikon calcolano e neutralizzano la maschera del supporto (la dominante colorata del supporto negativo) in fase di prescansione in forma che mi risulta funzionante e qualitativamente adeguata. Dalle curve poi si ottimizzano a 16 bit per canale le variabili di sviluppo e le dominanti in ripresa visto che in pellicola non si dispone del bilanciamento del bianco.
La fase di prescansione salvo erronee impostazioni dovrebbe lasiare margine di intervento dul punto di massima luce per evitare porzioni di "pelatura". Dalle curve RGB si potrà quindi "personalizzare" l'interpretazione cromatica tipica di quello specifico supporto adeguando il tutto nel flusso colore interessato. La curva potrà così essere richiamata per nome per la scansione di pellicola Fuji piuttosto che Kodak ecc. ecc. Non scordiamoci che purtroppo MAI sarà possibile ottenere impostazioni universali in assoluto perchè le variabili di sviluppo ma soprattutto le correzioni colore circa temperatura di colore in ripresa saranno molto variegate a meno che non si tratti di negativi scattati nelle stesse ed identiche situazioni di luce con analoghi accoppiamenti tempo/diaframma.

Quanto descritto circa un eventuale punto di bianco sul supporto è anche una strada percorribile ma attenzione a non portare mai il valore al massimo. Il supporto infatti non potrà mai avere la stessa (precisa al pixel) densità sull'intera area. Tenere dunque sempre un margine di tolleranza impostando il contagocce del bianco (dalle preferenze) su valori inferiori al 255. Questa operazione deve quindi poi comunque essere completata con un intervento di curve per "bilanciamento del bianco" anche sui mezzitoni oltre alle interpretazioni cromatiche della pellicola.

Se ci si vuole divertire davvero...
Escludere ogni agevolazione che lo scanner offre comunque in forma "invisibile" hardware/software. Mi riferisco alle dedicate curve di contrasto RGB (che agiscono in forma distinta e non necessariamente lineare sulle densità colore tra ombre e luci) che Nikon Scan adotta dal momento che si seleziona un originale negativo.
Trattare dunque un negativo come positivo impostando (ingannando) dal menu dello scanner la sorgente positiva. Lo scanner non apporterà così alcuna variabile dedicata al negativo. Si potrà così neutralizzare il supporto (maschera) e ricercare la preferita curva colore dalle curve. Ovviamente, ogni ragionamento andrà invertito perchè abbiamo una immagine in negativo da invertire a flusso completato. Vedrete che non è poi così facile come sembra. Questò è il più grosso "scoglio" per coloro che vorrebbero digitalizzare negativi con le fotocamere digitali.

Giuseppe Maio
www.nital.it
Utente cancellato
DEREGISTRATO
Messaggio: #6
QUOTE (Giuseppe Maio @ Sep 25 2004, 01:37 PM)
Questò è il più grosso "scoglio" per coloro che vorrebbero digitalizzare negativi con le fotocamere digitali.

Giuseppe Maio
www.nital.it

Vero....io avevo stabilito dei parametri di bilanciamento del bianco diversi per ogni emulsione...alla fine avevo il monitor pieno di foglietti post-it per i settaggi... biggrin.gif Ma la cosa pareva funzionare, con i dovuti limiti di risoluzione..

Comunque sono alla prova con il Coolscan IV, quello che sto vedendo mi piace davvero...ancora alcune prove poi posto qualcosa!

Ciao!


post-nota: gli allegati sono stati inseriti in altri post.

Messaggio modificato da Gabriele Lopez il Nov 30 2004, 07:01 PM
Luca C.
Messaggio: #7
QUOTE(Giuseppe Maio @ Sep 20 2004, 10:11 AM)
L'esposizione automatica di Nikon Scan viene fatta all'interno dell'area selezionata facendo una media "Matrix" sull'intero fotogramma o effettuando una misurazione "Spot" se la selezione fatta contiene una ristretta e specifica area descritta. Si ha dunque la possibilità di scegliere tra la preferita modalità di esposizione potendo peraltro decidere la dimensione spot. Dopo la misurazione esposimetrica attuata nel preferito modo, si potrà disabilitare la nuova misurazione in prescan o scansione per mantenere di fatto quanto ricercato con la specifica misurazione consentita. In pratica si può disporre, come in ripresa, della misurazione selettiva quindi della misurazione esposimetrica memorizzata ed applicata alla ripresa che in questo caso corrisponde alla scansione.


Salve a tutti,

ho provato a fare quanto scritto qui, ma la cosa non ha funzionato...
Più precisamente: ho selezionato una parte molto scura dell'immagine, fatto la misurazione esposimetrica, quindi selezionato tutto il fotogramma e fatto una scansione (immagine 1); durante la scansione la misurazione esposimetrica non è stata (giustamente) ripetuta; poi ho selezionato una parte molto chiara, fatto la misurazione esposimetrica, quindi selezionato tutto il fotogramma e fatto una scansione (immagine 2).
Risultato: immagine 1 e 2 identiche. Quindi il trucco della "misurazione spot" sembra non funzionare.
Qualche idea o suggerimento?

Per pignoleria, poi, ho rivisto la documentazione di Nikon Scan e cercato sul web altra documentazione con Google, e non ho trovato niente di simile a quanto affermato qui sopra.
E' possibile sapere quale è la fonte ufficiale di informazioni (anche in lingua inglese)?

Grazie a tutti e... buone foto!

Luca
danal2005
Messaggio: #8
QUOTE(Giuseppe Maio @ Sep 20 2004, 11:11 AM) *

Gli scanner Nikon,

attraverso le specifiche caratteristiche hardware e software offrono pieno controllo sull'esposizione. Come nella ripresa fotografica l'esposizione viene misurata nella scena inquadrata e le variabili possono portare a differenti risultati in base alla tipologia di immagine come quelle ad alto contrasto, a valore medio ma anche Hi-Key, Low-Key. Differenti possono poi essere i risultati su riprese grandangolari o tele.

L'esposizione automatica di Nikon Scan viene fatta all'interno dell'area selezionata facendo una media "Matrix" sull'intero fotogramma o effettuando una misurazione "Spot" se la selezione fatta contiene una ristretta e specifica area descritta. Si ha dunque la possibilità di scegliere tra la preferita modalità di esposizione potendo peraltro decidere la dimensione spot. Dopo la misurazione esposimetrica attuata nel preferito modo, si potrà disabilitare la nuova misurazione in prescan o scansione per mantenere di fatto quanto ricercato con la specifica misurazione consentita. In pratica si può disporre, come in ripresa, della misurazione selettiva quindi della misurazione esposimetrica memorizzata ed applicata alla ripresa che in questo caso corrisponde alla scansione.

Qualche segnalazione richiede come decidere soggettivamente il punto di nero preferito che di seguito vedremo ma intendo ricordare che sarà sempre meglio avere un punto di nero e bianco contenuto piuttosto che calibrato perfettamente. E' infatti da notare che la collimazione del punto di nero e bianco in stampa è da variare in base alla destinazione influenzata dai differenti fattori. Con le getto d'inchiostro per esempio capiterà spesso di perdere la transazioni dense (le parti scure influenzate dal punto di nero) ritrovando spiacevoli "chiazze" nelle parti scure. Ne è un classico esempio l'accapigliatura di un ritratto spesso "chiusa" nelle ombre che fanno perdere i dettagli dei capelli neri riprodotti con una sgradevole "chiazza" di colore scuro. Tutto ciò spesso causato dalla non perfetta calibrazione di stampa variata dalle differenti carte impiegate ma anche dai diversi inchiostri utilizzate a temperature ed a fattori di umidità diversi. Il punto di nero e bianco in stampa andranno dunque dosati con attenzione e da una scansione con un punto di nero settato a circa 20 per esempio si potrà porre rimedio mentre più difficile sarà con un perfetto punto di nero impostato a zero. Per questo secondo caso si potrà comunque agire sui livelli di output portando lo zero assoluto al valore minimo sul quale la stampa inizia a fornire le transazioni di densità.

Da cosa è dunque influenzato il punto di nero ottenuto dopo una scansione?

Il punto di nero ritrovato a scansione ultimata è influenzato da differenti aspetti:

In primis per parlare di misurazione oggettiva fatta con il densitometro a “pipetta”, si devono fissare le variabili di gestione colore. Valutare in pratica la misurazione all’interno di un preciso spazio colore calibrato. Se per esempio dopo la scansione si valuta la densità con Photoshop si deve capire che questa ha subito il passaggio dai due spazi colore gestiti, quello impostato sul driver dello scanner e quello utilizzato da Photoshop comer Work Color Space. Do dunque per scontato che Nikon Scan e Photoshop abbiano lo STESSO (stesso file di profilo ICC) spazio colore di lavoro (sRGB oppure ADOBE 1998) e lo stesso profilo monitor (impostato con lo stesso file ICC in Gestione colore monitor di Windows e ColorSync in Apple). La mancata gestione colore opera infatti sui colori ma anche sui tre rispettivi punti di massimo/minimo Rosso, Verde e Blu.

Escluse dunque le necessarie variabili di gestione colore da trattare distintamente e “seriamente”…

Il punto di nero viene impostato automaticamente all’atto della prescansione. Per quanto miracolosi i sistemi di rilevamento automatici (misurazione esposimetrica) non possono fare miracoli e ciò vale anche per la misurazione esposimetrica Matrix o a matrici varie della fotografia tradizionale. Ecco perché i driver hanno lo strumento curve che in Nikon Scan diviene evoluto con l’unione in unico strumento di livelli, curve ed istogramma prima/dopo “live”. Lo strumento curve, come in Photoshop, ha un comando chiamato contrasto automatico che imposta manualmente punto di bianco e punto di nero oltre che l’ottimale gamma (mezzitoni) mediato. Quanto desiderato circa contrasto automatico è impostabile nelle preferenze di Nikon Scan che consentono di impostare il preferito punto di nero e bianco agendo sulla tollerata percentuale di esclusione.

Quando si decide il punto di nero si deve infatti stabilire se basta un pixel di valore zero a determinare il punto di nero o, alzando la soglia, se valutare una percentuale maggiore. Lo stesso per il punto di bianco.

Gli scanner Nikon, noti per l’indiscutibile qualità riscontrata sul campo, hanno inoltre un miracoloso controllo chiamato Analog Gain. Si tratta della possibilità di intervenire soggettivamente sulla potenza di illuminazione differenziata tra rosso, verde e blu oppure, ovviamente tutti e tre i canali per alzare la soglia di luminosità in forma lineare rispetto alla cromia.

Verificate dunque di non aver impostato nel driver Nikon Scan un valore di compensazione positiva che porterebbe proprio ad un innalzamento del punto di bianco come una volontaria sovraesposizione ricercata in pellicola su una fotocamera con la compensazione di esposizione. Investite un po’ di tempo su questa straordinaria potenzialità perché risolve numerosissime problematiche di densità ed esasperati contrasti di determinate pellicole BN. Ma risulta anche uno straordinario strumento di correzione Bilanciamento del bianco (a livello hardware) consentendo, per esempio, di alzare il solo Blu su scene riprese con illuminazione ad incandescenza ottenendo di fatto un più "pulito" canale del blu non esasperato solo nelle curve.

Per un'ottimale misurazione esposimetrica si potrà prestare maggiore attenzione alla selezione fatta in prescansione. Come in precedenza detto infatti, le impostazioni di esposizione automatica avvengono sulla base delle densità (informazioni in forma numerica) contenute nell’area di selezione. Se in selezione si “sborda” in prossimità della perforazione per esempio, si aggiunge all’analisi una porzione che sfalsa la misurazione. In base al ragionamento positivo o negativo dell’originale l’esposizione verrà abbassata se l’esterno della selezione aggiunge alla valutazione porzioni più chiare e l’inverso per porzioni contenute più scure.

Quanto sopra descritto permetterà l'ottenimento della perfezione ricercata.

Giuseppe Maio
www.nital.it

Sul tema del settaggio dei parametri avrei una domandina.
Quando scannerizzo una dia il Coolscan V mi crea un file di "due" pagine.
Come se fosse un tiff e una miniatura jpeg.
La miniatura jpeg è da tenere? o si può eliminare ?
Quando faccio slide-show (con ACDsee ad es.) questa miniatura dà fastidio. Se si può eliminare, dove si interviene ?
Grazie 1000.
alcarbo
Messaggio: #9
grazie.gif
 
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