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A cura di:

Michele Pignataro
Passaggio a Cuba

"Quando vengo in questo posto mi aspetto sempre di incontrare con lo sguardo una nave pirata che incrocia al largo". Siamo a Playa Pilar, splendida spiaggia dell'estremità occidentale dei Jardines del Rey, di fronte a noi l'incanto di Cayo Media Luna.

A pronunciare queste parole è Edoardo Pereira Castro, uno spagnolo di 35 anni che da quasi dieci anni vive e lavora a Cuba. Forse il nome che porta è un segno del destino eppure il suo amore per questi luoghi e questa isola è palpabile, riuscendo (devo dire senza difficoltà) a trasmetterlo a noi, viaggiatori un po' smaliziati da altri viaggi e altri luoghi che lasciano il segno.

Ma la Isla Grande del Caribe è un posto speciale, dove si può arrivare attratti da spiagge protette da barriere coralline e partire avendo negli occhi campi immensi di canna da zucchero in fiore, foreste di alberi di cocco e banane, lagune circondate da mangrovie dove vivono i fenicotteri rosa, case che hanno cinquecento anni di storia e, soprattutto, le persone che questa storia hanno dipinto sui volti e hanno contribuito a realizzare.

Queste foto raccontano di un viaggio di quasi 4.000 chilometri attraverso strade piuttosto insolite per noi europei, senza segnaletica (o quasi), con tante buche e spesso senza asfalto.
Viaggio che è iniziato all'Avana, città piena di vita con i suoi mercati all'aperto dove si può trovare dalle scarpe fino a bellissimi dipinti ad olio; il Malecón, il lungomare dove le persone vanno per incontrarsi o per pescare; le vie strette e le piazze della Habana Vieja.
Vita che continua ed esplode di notte con i suoi cabaret come il Tropicana o il Macumba, oppure bar e ristoranti come El Floridita, La Mina e La Bodeguita del Medio.

 

Viaggio che è continuato ai Jardines del Rey, nelle spiagge di Cayo Coco e Cayo Guillermo, nella città di Camaguey famosa per i vasi e le figure di terracotta.
Andando all'estremità orientale dell'isola, a Punta de Maisì, passando per Guantanamo e Baracoa, bellissima cittadina sul mare dove pose la croce, nel 1492, Cristoforo Colombo. Città che è rimasta separata dal resto dell'isola fino al 1965 quando fu costruita "La Farola", la strada che si inerpica per paesaggi mozzafiato attraverso l'ultima parte della Sierra Maestra e la Sierra del Cristal.

 

Tornando verso occidente passando per Santiago con il suo quartiere francese (Tivoli) e le strade che salgono e scendono facendola somigliare a San Francisco. Visitando Trinidad, fondata nel 1494, cresciuta grazie al commercio della canna da zucchero con un centro storico praticamente intatto.

Viaggio che si è concluso dove era iniziato, all'Avana.
Difficile rendere le sensazioni provate, gli incontri, i bambini che giocano per strada a baseball, le chiese (come quella della Madonna del Cobre a Santiago) mete di pellegrinaggi ma allo stesso tempo vissute quotidianamente dalla comunità come scuole e, infine, la musica, presenza costante nella vita dei cubani e di tutti coloro che vi transitano.
Luoghi come "La Casa della Trova" o l'incredibile "Casa del Coro Madrigalista" di Santiago dove non c'è l'ombra di un turista o la "Scalinata" di Trinidad che di notte si trasforma in locale con pista per ballare. Per finire, appunto, il ballo che si accompagna sempre alla musica e coinvolge fino al punto di dover per forza provare anche se non si è capaci.

 

 

Chi sono
Nato nel 1956, mi avvicino alla fotografia a 16 anni, trascinato dall'entusiasmo di un fratello maggiore pittore e scultore. Inizio a fotografare in modo passionale a 19 anni durante l'Università, sviluppando e stampando da me i miei b/n. Frequento a Padova la facoltà di Medicina ma, nel tempo libero, anche lo studio-laboratorio di un fotografo sportivo conosciuto in città per i suoi servizi sul rugby. Continuo a fotografare in modo amatoriale con due Nikkormat del 1974 e del 1975, utilizzando come obiettivi un 28 mm, un 50mm, un 135 mm e un ormai vetusto 90-280 zoom Nikon.

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