Guida all'acquisto delle fotocamere vai al Forum

La scelta dell'usato
di Gandolfo Blando (Gandalef)

Le reflex digitali
Dove conviene acquistare? Conclusioni

 

Le reflex analogiche
Non sono pochi i fotografi anche amatoriali, che decidono di cambiare la loro fotocamera con un nuovo modello più potente, o più versatile, o semplicemente perché se lo possono permettere. In questi casi l'acquisto di una nuova fotocamera ne
immette sul mercato una "vecchia", spesso con neppure un anno di vita.
Spesso quando ci si rivolge al mercato dell'usato per l'acquisto di una fotocamera, si trovano delle occasioni che a prima vista appaiono convenienti. Non sempre però queste sono un valido acquisto ma celano, dietro un prezzo conveniente, dei difetti o malfunzionamenti che difficilmente vengono notati da chi non abbia un minimo di esperienza o da un acquirente incauto che forviato dal basso prezzo di vendita o dalle buone condizioni estetiche nonché dalle rassicurazioni del venditore viene persuaso all'acquisto.
Oggi, a causa del progressivo avanzamento del digitale, si trovano sempre più facilmente ed a prezzi oramai in netto ribasso, una moltitudine di reflex analogiche usate. Vuoi perché la comodità di scattare e vedere in anteprima ciò che si è appena ripreso ed eventualmente ripetere lo scatto, vuoi per la possibilità di intervenire successivamente sulla foto apportando le opportune modifiche e/o elaborazioni, ha fatto sì che il mercato evolvesse verso il digitale col conseguente abbattimento del prezzo di vendita dell'usato analogico.

Controlli a vista


Figura 1 – Esempio di usura dovuta ad un
utilizzo intensivo della fotocamera (Nikon F3)

Iniziamo questa trattazione proprio dalle condizioni estetiche in cui si presenta il nostro possibile acquisto. Come in una bella donna così in una fotocamera, la prima cosa che ci colpisce è sicuramente l'aspetto esteriore. Va premesso che le condizioni estetiche della macchina di per sé non sono sempre indice di incuria o sintomo di malfunzionamenti ma denotano piuttosto il tipo di utilizzo che si è fatto della fotocamera ed in alcuni casi ci potranno aiutare a "tirare" sul prezzo di vendita. Ad esempio, scoloriture o piccoli graffi sul dorso o sull'impugnatura, verosimilmente sono indice di un utilizzo intensivo della macchina (v. figura 1) ma nulla dicono su eventuali guasti o malfunzionamenti. Certo i perfezionisti o i maniaci del nuovo non saranno attratti da una macchina fotografica che presenta evidenti segni d'uso o scoloriture su alcune parti, rinunciando all'acquisto.
Bisognerà invece fare attenzione non tanto alle scoloriture, che come detto probabilmente sono dovute ad un intenso utilizzo, quanto alla presenza di eventuali ammaccature che, anche se di lieve entità, quasi certamente testimoniano una precedente caduta o un urto. In questo caso occorrerà capire se in corrispondenza dell'ammaccatura in effetti si siano prodotti danni interni alla fotocamera: una caduta può causare danni interni non riscontrabili "a vista". Purtroppo non esiste una regola generale e la valutazione andrà fatta di volta in volta per singolo caso.

La slitta accessori


Figura 2 – Slitta flash della
Nikon D200 in perfette
condizioni estetiche e funzionali

Continuando la nostra ispezione esterna, cominciamo ad analizzare più in dettaglio i vari elementi che compongono la nostra macchina.
Il primo elemento che esamineremo è la slitta accessori dove solitamente va alloggiata l'unità flash. Una slitta in buone condizioni estetiche lo sarà quasi certamente anche funzionali.
Se viceversa sono presenti tracce di ossidazione nei contatti o peggio di ammaccature, occorrerà verificare innanzitutto che il flash si innesti correttamente senza sforzi ed una volta innestato che funzioni regolarmente. Basterà fare la prova con un flash esterno facendo anche qualche scatto per verificare la corretta emissione dei lampi.
Le ossidazioni, a volte, possono causare dei falsi contatti che in determinate condizioni danno origine anche a dei corto circuiti danneggiando di conseguenza la fotocamera o, peggio ancora del completo mancato funzionamento del flash. Sarebbe quindi preferibile fare sempre qualche prova.



Figura 3 – Flash built-in di una Nikon D200

Per quelle fotocamere che hanno anche il flash incorporato (built-in) (v. figura 3), oltre a verificare le condizioni della slitta va accertato anche il buon funzionamento del flash incorporato (anche qui basta fare qualche scatto di prova) e che gli attacchi di questo non presentino incrinature tanto più che il sollevamento e l'abbassamento del flash avvenga in maniera agevole senza resistenze o attriti vari. A tal fine basta premere il pulsante di sollevamento del flash per verificare che non vi siano cedimenti della molla: questo deve alzarsi rapidamente e richiudersi verso il basso offrendo una minima resistenza alla pressione della mano.

La calotta superiore
L'analisi della calotta superiore, dove solitamente sono situati i pulsanti, le ghiere di comando ed il pentaprisma, e del fondello da dove si ha accesso al vano batterie, va svolta con maggiore attenzione poiché la presenza di ammaccature o deformazioni nonché segni evidenti di detrimenti possono essere espressione di possibili malfunzionamenti della fotocamera. A questo punto andrebbe fatta una distinzione tra macchine autofocus (AF) e macchine manual focus (MF) poiché le prime quasi sicuramente (ad eccezione di certe fotocamere professionali) non hanno il manettino di avvolgimento del rullino e neppure la leva di carica, mentre le seconde sicuramente
non avranno né il motore per la messa a fuoco automatica né per l'avvolgimento- riavvolgimento del rullino. Anche se a stretto rigor di logica le due tipologie di fotocamere andrebbero esaminate distintamente, queste presentano sotto molti aspetti le stesse caratteristiche, per tal motivo si è preferito non distinguere le due tipologie ma esaminarle congiuntamente.
Andiamo con ordine ed iniziamo con l'analizzare la calotta superiore (v. figura 4).


Figura 4 – Calotta superiore di una Nikon FE-2 in ottime condizioni d'uso

La prima cosa da controllare, dopo esserci accertati che non vi siano evidenti segni di urti o cadute altrimenti sarebbe forse meglio lasciar perdere l'acquisto, è che tutte le ghiere ruotino in modo corretto, senza impuntamenti o frizionamenti eccessivi. Basta ruotare le ghiere almeno un paio di volte in un verso e nell'altro sulle varie impostazioni per vedere se queste scorrono in modo regolare.


Alcune fotocamere hanno un pulsante di sblocco della ghiera che se non viene premuto non consente la rotazione della ghiera.
Verificare anche in questo caso che con pulsante non premuto la ghiera rimane ferma in posizione. Sembra una banalità ma, se il pulsante di sblocco è rotto, durante il normale utilizzo della fotocamera quasi certamente accadrà spesso di ruotare inavvertitamente la ghiera. Non meno importante è il pulsante di scatto che tra le altre funzioni attiva l'alzo dello specchio e l'apertura-chiusura dell'otturatore. Premetelo diverse volte e dovreste udire il rumore di alzo e rilascio dello specchio. Caricando un rullino, verificate anche che la leva di carica funzioni (o, se la fotocamera è motorizzata, che il motore di avanzamento funzioni bene, regolarmente e senza rumori strani).
Controllate anche il contafotogrammi: l'indicatore, una volta inserito il rullino, deve avanzare regolarmente ad ogni rotazione della leva di carica.
Altre funzioni accessorie ma non meno importanti andrebbero pure controllate (come autoscatto, scatti in sequenza, ecc..) ma per brevità e data la semplicità di questa guida, non verranno prese in considerazione. Le macchine di più recente costruzione e comunque tutte quelle AF, ospitano nella calotta superiore un pannello di controllo (LCD) che è un vero centro informativo del "modus operandi" della macchina. In alcuni modelli questo pannello può anche illuminarsi tramite un apposito comando, va quindi verificata sia che la retroilluminazione (agite sull'apposito comando per accendere e spegnere la retroilluminazione) è funzionante che ovviamente con fotocamera accesa non ci siano problemi ai led del pannello. Tutte le informazioni devono essere ben visibili ed i cristalli liquidi devono integri.


Figura 5 – Pannello di controllo
di una Nikon D200 nuova
Figura 6 – Pannello di controllo con
retroilluminazione attivata (Nikon D200)

Se il pannello di controllo presenta dei detrimenti o lesioni prestare attenzione che nelle normali condizioni d'uso non si possa infiltrare polvere o addirittura acqua.
Qualche graffio invece non comporterà alcun problema al buon funzionamento della fotocamera.


Figura 7 – Visibile ammaccatura sulla parte esterna del
pentaprisma di una Nikon F3
Come detto, bisogna fare attenzione che la calotta superiore non presenti visibili ammaccature indici di urti o cadute. Un urto o una caduta potrebbero aver compromesso alcune funzioni interne alla fotocamera o peggio aver rotto alcuni componenti. Ad esempio, in figura 5 si può notare l'urto subito da una Nikon F3, si vede chiaramente che quello ad essere rimasto danneggiato è il pentaprisma.
Anche se a prima vista guardando attraverso l'oculare non si notano particolari difformità, è bene mettere in conto la eventuale spesa necessaria per la
sua sostituzione.

Il fondello


Figura 8 – Fondello di una Nikon FM2 con presenza di segni d'usura

Il fondello è una di quelle parti a cui generalmente la maggior parte degli acquirenti non fa caso. Invece andrebbe sempre controllato per evitare spiacevoli inconvenienti successivamente.
In esso trovano sede solitamente l'attacco filettato per lo stativo, l'accesso al vano batterie e i contatti per il battery-pack (v. figura 8).
Quest'ultimo come vedremo più avanti va verificato con attenzione.
La prima cosa da fare è accertarsi che la filettatura interna dell'attacco dello stativo non sia spanata pena l'impossibilità di utilizzare il cavalletto. Controllare (ove presenti) i contatti per l'impugnatura che non siano ossidati. E veniamo alla parte più delicata ed importante della nostra ispezione. Il vano batterie. Ad occhio si può osservare se i contatti delle batterie sono corrosi o no; farli pulire o sostituire costa poco, ma se la corrosione si è trasmessa anche ad un componente interno la situazione diventa più seria. Sinceratevi quindi che i contatti elettrici, se presenti, siano puliti e che non vi siano tracce lasciate dalla fuoriuscita di acido delle batterie.

Il dorso


Figura 9 – Particolare del selettore dei punti AF della Nikon F100


Figura 10 – Dorso datario MF-27 della Nikon F100

La parte posteriore della fotocamera è quella che desta meno preoccupazioni dal punto di vista funzionale. Vi si trovano il mirino, alcuni pulsanti e/o ghiere ed in alcuni modelli è anche presente il selettore dei punti di messa a fuoco (v. figura 9).

La prima cosa da fare è controllare, ove sia presente, che il selettore funzioni, basta muoverlo nelle varie direzioni ed osservare all'interno del mirino che effettivamente l'indicatore del punto di messa a fuoco varia la sua posizione.

Vi sono poi delle macchine che permettono l'intercambiabilità del dorso in dotazione con alcuni multifunzione, questi ultimi oltre ad avere le stesse funzionalità di quello originale, presentano altre funzioni (datario, visualizzazione dati di scatto, ecc..) e molto spesso un piccolo pannello di controllo (v. figura 10).
Anche in questo caso bisognerebbe accertarsi che tutte le informazioni siano ben visibili ed i cristalli liquidi integri.


Figura 9 – Particolare
del selettore dei punti AF della Nikon F100

Ovviamente andrebbe controllata anche la corretta chiusura e apertura del dorso agendo sul bottone di sblocco laterale (v. figura 11); parimenti andrebbe data anche un'occhiata alle guarnizioni di chiusura per essere certi che queste siano integre (sostanzialmente, che non siano sfilacciate o appiccicose) e senza pezzettini mancanti, la loro eccessiva usura potrebbe cagionare l'ingresso di luce nel vano pellicola.



Figura 12 – Parte interna
del dorso di una Nikon F100

Una volta aperto il dorso, le ultime verifiche da fare sono sulle cerniere che devono essere integre senza alcun segno di cedimento o oscillazioni, e sul pressa pellicola (v. figura 12). Il pressa pellicola deve presentarsi senza graffi, lesioni, crepature o altri segni che possono far pensare a lesioni. Al massimo è tollerato qualche piccolissimo graffio nelle parti esterne dove non viene a contatto con l'area di lavoro della pellicola. Se questo è rovinato bisognerà sostituire l'intero dorso (ove sia possibile) e quindi preventivare la spesa da farsi.


Il frontale


Figura 13 – Innesto portaottiche
di una Nikon D200 nuova

Continuando ancora ad analizzare le varie parti esterne della fotocamera e rinviando l'analisi dei componenti interni ai paragrafi successivi, nella parte frontale quello che visivamente va osservato sono le condizioni dell'innesto portaottiche ovvero del cosiddetto "bocchettone" (v. figura).
Tutto ciò potrebbe non voler dire nulla sul piano dell'affidabilità, ma è bene farsi un'idea precisa delle condizioni della macchina, per capire quanto è stata adoperata e come, al di là della sua anzianità. Solitamente il bocchettone è in metallo e difficilmente presenta danni dovuti all'usura. Da verificare invece sono le condizioni dei contatti elettrici (ove presenti), questi non devono essere ossidati. Se si tratta di macchine automatiche, con un obiettivo compatibile si può vedere se il corpo e l'ottica dialogano come dovrebbero (mostrando nel mirino le informazioni tipiche: tempo, diaframma, ecc.).

Parimenti va controllato il pignoncino (ove presente) del motore di messa a fuoco.
Basta montare un'ottica compatibile e verificare che funziona l'autofocus: è importante che il motore AF metta a fuoco rapidamente (provate a passare più volte da soggetti vicini a soggetti lontani, con rapidità), senza incertezze, ovviamente tenendo conto dell'età di realizzazione del modello. In ogni caso l'autofocus non deve produrre rumori strani.

L'interno:
il vano pellicola, l'otturatore, lo specchio, il vetrino di messa a fuoco


Figura 14 – Notare i dentini di trascinamento perfettamente
integri (Nikon F100)

In questo paragrafo verranno esaminati alcuni dei componenti interni della fotocamera, componenti estremamente delicati da cui dipende il buon funzionamento della macchina. Aprendo il dorso della fotocamera, controllare che il vano di alloggiamento del rullino (v. figura 14) ed il rocchetto ricevente siano a posto (lesioni, dentini mancanti, ecc.). Nelle figure 16 e 17 è possibile osservare come si può presentare il rocchetto di avvolgimento di una Nikon F100 vistosamente usurato.

 

 


Figura 15
Rocchetto nuovo di una
Nikon F100

 

Figura 16
Vista laterale del rocchetto
vistosamente usurato
 

Figura 17
Vista frontale del rocchetto
vistosamente usurato

Anche i contatti elettrici (ove presenti) che servono per la lettura della sensibilità della pellicola (v. figura 18) non dovrebbero presentare, al solito, tracce di ossidazione.


Figura 18 – Particolare dei contatti elettrici
interni al vano pellicola di una Nikon F100

Una volta verificato il vano pellicola, rimanendo sempre col dorso aperto, controlliamo anche le condizioni delle tendine dell'otturatore. Il componente più delicato e importante della fotocamera (v. figura 19 e 20).


Figura 19 – Tendine dell'otturatore di
una Nikon F3 in buone
condizioni d'uso


Figura 20 – Particolare delle tendine
dell'otturatore di una Nikon F100 nuova.
In verde è indicata la direzione
di scorrimento

Queste non devono assolutamente presentare danni, segni di olio, ditate, e così via. In figura 21 è possibile notare il danneggiamento occorso ad una delle tendine a causa di un colpo accidentale.


Figura 21 – Danneggiamento occorso ad una delle lamelle
della tendina dell'otturatore di una Nikon F100

Una loro eventuale sostituzione sarebbe molto dispendiosa. Sarebbe anche il caso di scattare un pò a vuoto con tempi lenti (uno o più secondi) per verificare che l'otturatore sia tarato. Questo non è facile da verificare ad orecchio ma si può effettuare un controllo di massima, se non altro per verificare che scattando prima a 1/60 e poi a 1 secondo i tempi siano effettivamente più lunghi. Tenendo il dorso aperto e facendo qualche scatto a vuoto, comunque, si può anche controllare che le tendine scorrano regolarmente; scattando controluce e senza obiettivo (sempre senza rullino), infine, si può verificare la regolarità dei tempi, osservando i bagliori di luce che si susseguono rapidamente.


Figura 22 – Specchio mobile della Nikon D200. Si notano le aree di messa a fuoco e la griglia di inquadratura

Un'altro dei componenti interni a cui prestare attenzione è lo specchio (v. figura 22).
Per esser certi del suo corretto funzionamento si può scattare a vuoto e verificare che esso segua un movimento fluido, senza strascichi o rumori strani. Per far questo è consigliabile scattare a vuoto tenendo la fotocamera accanto all'orecchio.
Inoltre osservando l'interno della fotocamera (senza obiettivo), accertarsi che le guarnizioni dello specchio siano intere (cioè senza pezzettini mancanti) ed a posto (che non siano sfilacciate o appiccicose). Sostituirle non è molto costoso, ma è bene sapere se si dovrà farlo.

Se lo specchio è sporco o graffiato vedremo un'immagine sporca solo nel mirino, ma la foto finale non ne viene influenzata. Sta a noi decidere quanto peso dare a questo aspetto. È bene ricordare che gli specchi reflex sono "specchiati" nella parte superiore. Ciò vuol dire che una eventuale pulizia viene fatta sul trattamento specchio e non sul vetro come nei comuni specchi. La specchiatura viene fatta sulla superficie e non sul retro per una serie di motivazioni ottiche che portano lo stesso ad una estrema delicatezza. La pulizia di questo è molto più delicata di quella di un sensore di una DSLR. È anche vero che in questo caso i "danni" risulterebbero poco visibili o comunque estranei alla qualità di ripresa, alla peggio infastidiranno l'inquadratura ma non apporteranno variazioni nella misurazione esposimetrica ed AF a meno che siano presenti profonde righe nella parte centrale utilizzata dal sub-mirror AF, cioè dal controspecchio che sta dietro lo specchio principale, inclinato in senso contrario e che riflette l'immagine al sensore dell'esposizione e dell'autofocus.


Figura 23 – Vetrino di messa a fuoco di una Nikon F3

L'ultimo componente che prenderemo in considerazione in questo paragrafo è il vetrino di messa a fuoco (o schermo di messa a fuoco) (v. figura 23), chiamato così perché si tratta proprio di un vetro piccolo e sottile, smerigliato per ottenere la voluta o dovuta "granulosità" sulla quale l'immagine si forma. Se questo è danneggiato (graffi o macchie) potrebbe essere difficoltoso mettere a fuoco e quindi pregiudicare la qualità dell'immagine finale. Resta inteso che qualche graffietto sullo schermo di messa a fuoco non pregiudica misurazioni esposimetriche tantomeno l'immagine scattata. Pregiudica "solo" il segno che sarà percettibile in inquadratura. In alcune fotocamere professionali è possibile la sostituzione del vetrino di messa a fuoco da parte dell'utente, quindi prima dell'eventuale acquisto sarebbe bene informarsi se tra gli accessori per quel modello è disponibile anche lo schermo. Viceversa bisognerà mandare la fotocamera in assistenza per una sua sostituzione.

Il mirino e l'esposimetro


Figura 24 – Il mirino della
Nikon D70

Fra le varie verifiche che andrebbero fatte c'è anche quella del mirino. Questo deve
essere chiaro e leggibile lungo tutto il campo mostrato inoltre fare attenzione che le informazioni che dovrebbe fornire siano effettivamente presenti (v. figura 24). A volte capita, ad esempio, che vi siano led malfunzionanti o bruciati e quando ci se ne accorge è troppo tardi.

Per quanto riguarda l'esposimetro, questo merita un discorso a parte. Non è facile accertare se un esposimetro sia correttamente tarato, non senza un'adeguata strumentazione. Una semplice prova che si può fare per accertare, entro certi limiti, che l'esposimetro funzioni correttamente è la seguente: basta puntare la fotocamera alternativamente verso forti luci e zone buie e vedere se l'esposimetro risponde con prontezza.

È possibile inoltre confrontare le sue letture con quelle di un esposimetro esterno (o con quelle di un'altra fotocamera) per verificarne l'esattezza. E' ovvio che bisogna fare molta attenzione a inquadrare la stessa scena, nel medesimo istante, e con un campo inquadrato identico. In ogni caso, se la differenza tra due letture è al massimo pari ad uno stop, si può stare relativamente tranquilli: spesso è anche una questione di "abitudine" dell'esposimetro. Alcuni costruttori o modelli, tendono a sovraesporre (cioè a privilegiare le ombre), altri a sottoesporre (cioè a privilegiare le luci), ma non è un difetto, semplicemente sono solo scelte dei produttori. Farlo tarare non è costosissimo (lo stesso vale per l'otturatore), ma è bene mettere in conto la eventuale spesa necessaria.


Figura 25 – Si noti la presenza dei coperchietti a protezione delle varie prese (nikon D200)

Piccoli dettagli

Vorrei scrivere soltanto due righe a proposito di quei particolari a cui nessuno fa caso quando valuta un usato. Ebbene la prima cosa va detta a proposito della "viteria", sì proprio le viti. Uno sguardo al loro stato ci può far capire se queste sono state manomesse o svitate da personale poco competente, ciò dimostrerebbe che il nostro prodotto è stato riparato o quantomeno si è cercato di aprirlo chissà per quale oscuro motivo. Un'altra cosa va detta a proposito dei coperchietti a protezione delle connessioni o delle varie prese (del syncro flash, del cavo di scatto elettrico, ecc..). A volte questi sono mancanti ed anche se quasi sempre non pregiudicano il buon funzionamento della fotocamera toccherà a noi dopo reperirli, e non sempre è una cosa semplice. In più la mancanza di tali coperchietti può aver fatto penetrare polvere o umidità all'interno dei contatti presumibilmente danneggiandoli. Controllate, infine, anche la presenza del coprioculare. Quando ci serve ci accorgiamo che non l'abbiamo.

 
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