Può il suono cambiare la percezione del cibo?

Pare proprio di sì. Studi recenti lo dimostrano mettendo a nudo un inaspettato rapporto fra musica e sapori. Sonos, a casa o nel più lussuoso dei ristoranti, offre con i suoi suoni caldi e puliti il miglior “condimento digitale” per piatti dolci e salati.


1 giugno 2016 - Udito e gusto: che i due sensi svolgessero un ruolo fondamentale nel ricevere informazioni dal mondo circostante è cosa nota, ma che fossero in qualche modo legati l'uno all'altro è scoperta assai più recente. L'udito e in particolare i suoni possono, oltre che incidere in modo positivo o negativo sul nostro stato d'animo, modificare anche il gusto degli alimenti, alterandone addirittura la percezione. Studi condotti dai ricercatori dell'Università dell'Arkansas, negli Stati Uniti, dimostrano come i suoni e i vari generi musicali possano cambiare la percezione del cibo, quindi il sapore di un alimento rendendolo più dolce, più amaro o addirittura più o meno gradevole.

SONOS, azienda americana che produce diffusori Wi-Fi di alta qualità dai suoni intensi e cristallini come PLAY:1, PLAY:3 e PLAY:5, non ha risposte in merito ma di questi studi coglie gli aspetti più interessanti. Lo fa offrendo a tutti la possibilità di provare fra le mura domestiche, oltre che un'esperienza di ascolto superiore, anche le ipotesi avanzate dagli esperti accademici. I suoni diffusi dagli altoparlanti SONOS, infatti, possono fungere da vero e proprio “condimento digitale” da aggiungere ai nostri piatti.

 

Esperimenti condotti su un campione di 99 individui – tornando fra le aule del campus americano – hanno infatti fornito risultati sorprendenti: gli acuti esaltano l’acidità degli alimenti, i suoni rotondi la dolcezza, i toni bassi la loro amarezza. Così, se si degusta una caramella, alcuni suoni ne fanno percepire maggiormente il lato dolce e zuccherino, altri un inaspettato retrogusto amaro. Sensazioni che, passando dall'esperienza accademica a quella quotidiana, potrebbero acuirsi ampliando il proprio sistema audio con un Sub, accessorio indispensabile a chi dalla propria musica pretende la massima pienezza soprattutto per quanto riguarda le frequenze basse.
È come se i suoni inoltrassero segnali al cervello, comunicando quali papille gustative attivare o rendere più sensibili. Il gusto quindi non è soltanto qualcosa di soggettivo ma rivela una spiccata sensibilità agli input esterni, risultando così manipolabile. I bassi profondi, i medi corposi e gli acuti cristallini, stando ai risultati ottenuti nella ricerca, ci permettono di modificare la percezione sensoriale anche fra le mura domestiche, con la nostra musica preferita.




 

Le osservazioni condotte dall'università statunitense cambieranno il modo in cui le aziende alimentari proporranno ai consumatori i loro prodotti, suggerendo persino il tipo di musica da abbinarvi e chissà, anche marca e modello di diffusori da abbinare. Non è un caso isolato quello di un produttore di gelato prossimo a riportare sulla confezione dei suoi prodotti un Qr code che sveli suoni e melodie che ne consentano la migliore degustazione. Il jazz, se l'osservazione viene estesa dai suoni ai generi musicali, permette invece di avvertire come più intenso il gusto del cioccolato. Consapevolezza nuova ma che potrebbe per esempio spingere le aziende produttrici di questo apprezzato alimento a suggerire alla propria clientela brani jazz capaci di esaltarne il gusto. Il risultato è ancora più sorprendente se si considera che l'ascolto dello stesso genere di musica da parte dello stesso campione di individui non ha sortito alcun effetto se abbinato ad alimenti differenti dal cioccolato.

Se la nostra passione sono infine i pop-corn, in versione dolce o salata, non resta, per gustarli al meglio, che abbinarli a un sistema home theatre Sonos in grado di riprodurre suoni e frequenze di ogni tipo in modo da esaltare, dei pop-corn, l'intero spettro dei sapori.