Fondatore e Direttore
Responsabile di Fotografia Reflex

LA NIPPON KOGAKU K. K.

NASCITA E CRESCITA DI UNA GRANDE IMPRESA ED IL RUOLO DELLA MARINA IMPERIALE GIAPPONESE.

La prima Nikon? Alla fine della Seconda Guerra Mondiale il Giappone era in ginocchio ed occupato dagli alleati. Molte delle fabbriche erano state distrutte e la ripresa dell’industria ottica e fotografica fu lenta e basata su vecchi progetti e parti meccaniche recuperate nei magazzini.
Nikon non aveva mai prodotto una macchina fotografica vera e propria perché era specializzata in ottica, ma decise di lanciarsi nella produzione di fotocamere su cui applicare i propri obiettivi. Finalmente, nel 1948, uscì in piccola serie la Nikon I a telemetro.
Questo modello fu venduto soprattutto in Giappone e solo poche decine di pezzi furono esportati ad Hong Kong.

Oltre al fatto di aver adottato il formato 24x32mm, cosiddetto Nippon, oltre alla scarsa capacità produttiva, l’esportazione delle fotocamere con il formato “giapponese” fu semplicemente vietata dalle forze di occupazione in quanto non standard.
Dietro al divieto, qualcuno ha intravisto la mano della Eastman Kodak che intuì i rischi della concorrenza giapponese, ma più probabilmente le difficoltà che avrebbe incontrato per intelaiare le diapositive. Tuttavia la Nikon M dell’anno successivo, passata al formato 24x34mm (M da medium), fece notizia. Poi, solo nel 1954 con la S2, la Nippon Kogaku decise di adottare il formato 24x36mm. Ma ciò che rese famosa la casa giapponese in occidente furono proprio gli obiettivi. Il successo Nikon negli Stati Uniti fu alimentato dalle polemiche tra i sostenitori della supremazia ottica tedesca e quelli dell’outsider prodotto giapponese.

Discussioni che invogliarono professionisti ed amatori a verificare personalmente. In breve, l’interesse si tradusse in business e le prime Nikon a sbarcare sul territorio americano andarono a ruba. Ma se questo è stato l’inizio, qual è stata la strada percorsa da Nikon per riuscire ad entrare nel proprio futuro?
La Nippon Kogaku Kogyo Kabushiki Kaisha (Società Nipponica per l’Ingegneria Ottica) fu fondata il 27 giugno del 1917 con la fusione di tre piccole fabbriche di ottica, la Tokyo Keiki Seisaku, la Iwaki Glass Seisaku Sho Shoe la Fuji Lens Siezo Sho. La nuova società era stata costituita per fornire strumenti ottici alla Marina Imperiale Giapponese impegnata nella Prima Guerra Mondiale: binocoli, mirini, sestanti ed altro ancora. Il Giappone, allora, era alleato degli Stati Uniti ed in guerra con la Germania, il che significò il taglio delle forniture di vetro ottico e chimici tedeschi essenziali per le diverse produzioni.
 

La mancanza di materia prima pose un grave problema e la soluzione per risolverlo fu quella di sperare che l’unione di più esperienze fuse nella Nippon Kogaku avrebbe dato il via ad una produzione nazionale. Finita la Prima Guerra, l’economia giapponese fiorì e conessa l’industria della fotografia. E mentre le importazioni di materiale fotografico ripresero in modo importante soprattutto dalla Germania e dagli Stati Uniti, le potenze pensavano a garantire un periodo di pace. In quest’ottica, nel 1922 entrarono in vigore gli accordi del Trattato Navale di Washington tra Usa, Gran Bretagna, Francia, Italia e Giappone per limitare il tonnellaggio militare nell’intento di contenere una possibile e costosissima corsa al riarmo.

Il trattato mise in ginocchio la Nippon Kogakuche, per un decennio, passò da un fallimento all’altro per mancanza di commesse. Tuttavia, tra mille difficoltà, lo sviluppo continuò. L’impresa funzionava quando, il primo settembre 1923, il Grande Terremoto Kanto rase al suolo stabilimenti industriali compresi laboratori e cantieri della Marina. La soluzione che gli ammiragli adottarono per riprendere al più presto le attività, fu quella di trasferire alla Nippon Kogaku i suoi ingegneri e milioni di yen. Le difficoltà erano state pian piano superate, quando la seconda conferenza sul trattato navale (Londra 1930) stabilì nuovi rapporti nel tonnellaggio militare e soprattutto controlli sulla produzione di corazzate, portaerei e sommergibili. Ma il terzo appuntamento per la revisione del trattato (1935) segnò il punto di non ritorno e il Giappone si ritirò dalla conferenza. Questa drammatica svolta politica rappresentò per la Nippon Kogaku una nuova opportunità in vista della ricostruzione e aggiornamento della flotta giapponese, ma anche grazie alla domanda interna di strumenti scientifici e di obiettivi.
 

Yoshihira Wada - Primo
Presidente della Nippon Kogaku
Kariya Michio - Representative Director, President, CEO e CCO

Dal 1942 in piena guerra nel Pacifico, l’attività delle fabbriche più strategiche, fu rivolta a soddisfare esclusivamente le richieste della Marina Imperiale. La capacità produttiva della Nippon Kogaku crebbe enormemente e ai puri strumenti ottici si aggiunsero nuove commesse per la produzione di fotocamere per la ricognizione aerea. Apparecchi complessi perché dovevano essere di piccole dimensioni e maneggevoli. Allo stesso tempo, occorrevano anche speciali macchine fotografiche da campo dotate di periscopi da due e tre metri di focale per la ripresa a distanze estreme; diversi apparecchi con obiettivo da 5000mm furono direttamente montati su camioncini modificati.

E poi, mirini di puntamento per i bombardieri ed i cannoni antiaerei e binocoli notturni. L’impresa forse più complessa fu la costruzione dei telemetri per le artiglierie navali e dei periscopi per isommergibili. Altrettanto difficile fu produrre periscopi. A parte quello della condensa, infatti, il maggior problema da risolvere nella fabbricazione dei periscopi riguardò la perdita di luminosità a causa dei riflessi interni fra le lenti. Ma furono i risultati della ricerca degli ingegneri della Nippon Kogaku a consentire un’accettabile visione notturna attraverso i periscopi di quei sommergibili che procurarono gravi perdite alla U.S. Navy nella Battaglia di Guadalcanal. Ciò nonostante, i sistemi ottici per la visione notturna si dimostrarono del tutto obsoleti di fronte ai radar americani.
Finalmente, la guerra finì come sappiamo ed il Giappone fu occupato e posto sotto il comando degli alleati guidato dagli Stati Uniti fino al 1952. Gli americani da una parte dettarono legge e lavorarono alla nuova costituzione, dall’altra dettero grande impulso alla ricostruzione ed al commercio. Ne trasse vantaggi anche la Nippon Kogaku, alla quale, però, fu vietata l’ulteriore ricerca sulla visione notturna. In quel momento, la società era rimasta con la sola fabbrica di Ohi, 1400 dipendenti e tante incognite per il suo futuro.
 


Yamato la più grande corazzata mai costruita dotata
di sistemi ottici telemetrici Nippon Kogaku


Il successo di oggi.
Dalle Nikon a telemetro degli anni Cinquanta alle reflex digitali del Duemila la storia è sufficientemente nota. Ma questa non sarebbe stata tale, senza la spinta della Marina Imperiale che, alla ricerca della propria autosufficienza tecnologica, forzò la società ed i suoi ingegneri a risolvere problemi ottici di grande complessità. In qualche modo, la Nippon Kogaku fu anche fortunata perché, a differenza di tante altre aziende che fallirono per il terremoto del 1923, ricevette i fondi necessari alla ripresa grazie al ruolo strategico che ricopriva. L’esperienza fatta sotto la guida della Zeiss, la produzione dei primi obiettivi, dei binocoli e dei microscopi, la progettazione delle fotocamere per ricognizione aerea e la costruzione dei giganteschi telemetri della Yamato, la produzione di prismi ed il trattamento antiriflesso delle lenti dei periscopi non sono evidentemente estranei al successo scaturito con la conversione alla produzione civile nei successivi 50 anni.