IL COMPLEMENTO DELLA CATENA CINEMATICA NIKON

Marco Cavina, 2009Seppure ormai relegati dalla rivoluzione digitale al ruolo di strumenti per nostalgici, gli obiettivi da ingrandimento prodotti dalla Nippon Kogaku - Nikon Corporation costituiscono un argomento estremamente interessante, sia per la quantità e varietà delle proposte che per l'eccellente reputazione acquisita nei lunghi decenni di servizio ed evoluzione dei sistemi.

L'affermazione lapalissiana sulla necessità di una catena cinematica di qualità omogenea assume particolare rilevanza proprio nella fotografia, dove le preziose informazioni acquisite grazie ad ottimi obiettivi da ripresa devono essere trattate e trasferite sulle stampe da sistemi ottici in grado di mantenere l'elevato standard iniziale; la Nippon Kogaku, cosciente del valore espresso dai suoi ormai celebri Nikkor, sentì ben presto l'esigenza di arricchire il proprio sistema fotografico con obiettivi da ingrandimento nati dallo stesso know-how e parimenti eccellenti, e da questa determinazione ha preso vita una gamma di ottiche estremamente diversificata ed articolata, che al massimo del suo splendore era in grado di soddisfare qualunque esigenza del settore.

La rinomata qualità ottica dei Nikkor da ripresa venne trasferita nella nuova gamma di ottiche da ingrandimento, ed il successo fu automatico. EL-Nikkor è l'acronimo di Enlarging Lens.

In realtà, i primi esperimenti con ottiche da ingrandimento ebbero luogo già negli anni '30, ai tempi in cui la Nippon Kogaku, da decenni impegnata nella produzione di ottiche per impiego tecnico-industriale e di sistemi ad uso militare, iniziò ad affacciarsi nel settore fotografico più tradizionale e di consumo, equipaggiando con alcuni obiettivi Nikkor le prime fotocamere Canon; in realtà non era ancora consolidata la coscienza che fosse necessario progettare sofisticati obiettivi per l'ingrandimento, e l'esempio del primipilo Leica (che all'epoca si accontentava di utilizzare a tale scopo lo stesso Elmar 5cm f/3,5 da ripresa, per quanto eccellente) condizionò anche la Nippon Kogaku, che si limitò ad una timida reazione proponendo un EL-Nikkor 5cm f/3,5 strutturalmente molto simile all'Elmar da ingrandimento ed anch'esso basato su un ortodosso schema tipo Tessar a 4 lenti in 3 gruppi...

 

Una pubblicità d'epoca che illustra le caratteristiche del primo EL-Nikkor: se paragoniamo questa spartana realizzazione meccanica equipaggiata con un banale tipo Tessar ai mostruosi telemetri da marina con base da 15 metri prodotti allora dalla Casa, incredibilmente complessi, possiamo capire come questo primo obiettivo da ingrandimento con focale di 5cm ed apertura f/3,5 fosse stato concepito senza eccessiva convinzione e sfruttamento del potenziale disponibile.


Negli anni '50, quando le ferite della guerra erano ormai un ricordo ed il sistema Nikon S a telemetro funzionava a regime, la qualità delle ottiche Nikkor raggiunse una fama planetaria e finalmente la Casa, pungolata anche dalle realizzazioni tedesche di gran pregio che iniziavano il loro glorioso iter commerciale, decise di concretizzare un obiettivo da ingrandimento progettato utilizzando a pieno le sue notevoli risorse; l'ottica venne progettata da Zenji Wakimoto, celebre personaggio che ha scritto la storia dell'ottica Nikon del dopoguerra, ed entrò in produzione nel 1956 (o, più probabilmente, 1957, i dati sono incerti) con la denominazione EL-Nikkor-C 1:2,8 f=5cm; stando alle fonti, il primo esemplare dovrebbe portare la matricola 674001.

L'EL-Nikkor 5cm f/2,8, nei primi anni di produzione, fece registrare alcune piccole varianti estetiche, introdotte prima di arrivare alla configurazione definitiva; l'obiettivo originale presentava dei punti di fede bianchi davanti ai valori di apertura, e non riportava la dicitura "LENS MADE IN JAPAN" e "PAT. PEND."; queste diciture vennero subito aggiunte, e poco dopo scomparve la denominazione -C (ad indicare il trattamento antiriflessi) e venne modificata la grafica della lettera "M" nella dicitura "Made in Japan"; l'ultima variazione di un certo rilievo, a parte la dicitura 5cm che divenne 50mm, è costituita dal cambio di lavorazione della ghiera che comanda il diaframma, prima dotata di una serie di godronature lisce ed uniformi e successivamente lavorata a sbalzi alternati, come avveniva sui Nikkor dell'epoca. Va anche segnalato che, intorno al 1961, scomparvero i punti di fede abbinati alle aperture di diaframma; con questa estetica l'obiettivo tenne il mercato addirittura fino alla soglia degli anni '80, nonostante la livrea fosse ormai inequivocabilmente datata. 

 

Una informativa tecnica giapponese degli anni '50 che descrive le avanzate caratteristiche del nuovo EL-Nikkor 5cm f/2,8, fra le quali lo schema ottico originale e brevettato, e l'elevata apertura massima e la sensibilità spettrale estesa fino nell'ultravioletto. 

A destra: Parimenti, lo stesso obiettivo compare nel catalogo generale del sistema Nikon S - F in lingua giapponese per l'anno 1961; nell'illustrazione è possibile notare la finitura originale, con ghiera a godronatura fine e dots bianchi accoppiati alla numerazione.
(credits: brochure Nippon Kogaku K.K.)
Questa illustrazione è stata ricavata dalla system chart della Nikon S3 e riporta già, in bella evidenza, la disponibilità a corredo del nuovo EL-Nikkor 5cm f/2,8, proposto al prezzo non proibitivo di 9.500 Yen dell'epoca.
(credits: brochure Nippon Kogaku K.K.)

 



 

Marco Cavina, 2009
L'EL-Nikkor 50mm f/2,8, capostipite della categoria, rimase sulla breccia per circa 25 anni, come confermato da questa brochure giapponese che pubblicizza un ingranditore Nikon RA-350 autofocus degli anni '70
(un modello sconosciuto sui nostri mercati in quanto mai importato), invariabilmente equipaggiato con un EL-Nikkor 50mm f/2,8 prima maniera con schema originale di Wakimoto-San. 

(credits: advertising Nippon Kogaku K.K. - lens picture: Marco Cavina) 


 

Lo schema ottico ideato da Wakimoto (nell'illustrazione un disegno originale) prevedeva un Gauss asimmetrico con lente frontale di diametro esuberante, una scelta che permetteva di ridurre al minimo la vignettatura anche ai diaframmi più aperti, caratteristica molto importante per un'ottica destinata alla stampa; lo stesso schema di base si discosta dal classico Gauss simmetrico a 6 lenti in 4 gruppi solitamente impiegato in questo genere di obiettivi, ed adotta una struttura asimmetrica in quanto, a detta del suo creatore, questa configurazione consentiva di correggere il coma a piena apertura in modo più drastico rispetto al classico "tipo Planar"; curiosamente, questo identico schema venne adottato anche per il glorioso Canon FD 50mm f/3,5 SSC macro, uno dei più nitidi obiettivi per coniugate brevi mai realizzato; la grande apertura massima f/2,8 - eccezionale per un'ottica da ingrandimento anni '50 - consentiva una facile messa a fuoco, permetteva di lavorare a diaframmi più aperti (evitando l'ingerenza della diffrazione ed ottenendo risoluzione superiore) e, in definitiva, costituì l'elemento-chiave che mantenne attuale quest'obiettivo per un lasso di tempo così lungo.


 

Marco Cavina, 2009Questo schema illustra le principali caratteristiche ottiche dell'EL-Nikkor 50mm f/2,8 primo tipo; la luminosità teorica sarebbe f/2,5, ridotta ad un T= 2,8 dalle riflessioni parassite; i vetri ottici sono apparentemente semplici e datati, ma la priorità nella scelta venne data alla trasparenza sulle lunghezze d'onda della luce più corte, al fine di consentire all'obiettivo di trasmettere sullo stesso piano della luce visibile anche una piccola quota di ultravioletto, al quale le carte da stampa all'alogenuro d'Argento sono sensibili. La data Luglio 1957 si riferisce alla richiesta di brevetto americano. 

La disquisizione sulle reali destinazioni d'uso dei primi EL-Nikkor è interessante, e richiede di concentrarsi su un quadro di ben più ampio respiro; come già accennato in altri articoli, la produzione dei primi micro-Nikkor (anch'essi calcolati da Zenji Wakimoto) fu sollecitata dalla necessità di microfilmare i caratteri giapponesi Kanji, la cui complessa grafica richiedeva una risoluzione ben superiore di quella sufficiente per il nostro alfabeto, rendendo inutili le reprocamere provenienti dagli Stati Uniti come "pacco dono" in seguito agli accordi commerciali post-bellici; all'epoca la riproduzione su microfilm era l'unico sistema per l'archiviazione di un immane materiale cartaceo in spazi ragionevolmente ridotti e l'esigenza di una catena completa e funzionale era molto sentita.

In quest'ottica rientra anche la nascita del secondo EL-Nikkor progettato da Wakimoto, il 6,3cm f/3,5, una lunghezza focale anomala che ha sempre incuriosito i Nikonisti, che venne presentato intorno al 1959-1960 e che condivideva la struttura ottica con il modello da 5cm f/2,8 che lo aveva preceduto. 
 

Marco Cavina, 2009
Lo schema ottico dell'EL-Nikkor 6,3cm - 63mm f/3,5 ricalca la struttura del modello inferiore. 


Altro tassello del quadro che va delineandosi: in quegli anni, dopo aver approntato il primo e celeberrimo Micro-Nikkor 5cm f/3,5 per Nikon a telemetro e corpi a vite 39x1 (quest'ultimo oggi rarissimo), Wakimoto ingrandì in scala quest'obiettivo e diede vita ad un micro-Nikkor 7cm - 70mm f/5 con montatura dotata di flangia forata, destinata alle reprocamere. 
 

Marco Cavina, 2009
Questa scheda dell'epoca illustra le caratteristiche del micro-Nikkor 7cm - 70mm f/5, un obiettivo ad alta risoluzione
ottimizzato per un rapporto di riproduzione di 1:12 (originale ridotto 12 volte sul negativo), il cui schema è identico
a quello del precedente micro-Nikkor 5cm f/3,5 ed è stato replicato in scala maggiore a partire da quello originale.
(credits: sheet Nippon Kogaku K.K.) 


A questo punto, e stiamo parlando dei primi anni '60, i quattro obiettivi appena descritti si trovarono a coesistere nel catalogo Nippon Kogaku, e finalmente appare il senso di un progetto globale e compiuto, esemplificato dallo schema seguente. 


In pratica, Wakimoto aveva allestito due coppie di obiettivi destinate a formati diversi, ciascuna in grado di ridurre su film ad alta risoluzione e di ingrandire nuovamente al formato originale, assecondando in tal modo non soltanto le convenzionali esigenze di stampa fotografica ma anche quelle ben più specialistiche dell'archiviazione dati su microfilm! In particolare, il micro-Nikkor da 5cm (e - a partire dal 1961 - anche il 5,5cm per il sistema Nikon F) era ottimizzato per una riduzione in scala 1:10 - 1:12 su pellicola in formato 24x36, ed il corrispondente EL-Nikkor 5cm f/2,8 consentiva di ingrandire nuovamente il fotogramma con un fattore corrispondente, mantenendo la criticità del dettaglio. Alla stessa stregua, il micro-Nikkor 7cm f/5 era destinato alla riduzione in scala 1:10 - 1:12 su speciale pellicola 35mm da microfilm non perforata che consentiva un formato utile di 32x45mm, e l'EL-Nikkor 6,3cm f/3,5 provvedeva ad ingrandire il medesimo fotogramma alla scala originale; non va quindi mai sottovalutato e dimenticato il valore storico connesso con il duplice utilizzo cui questi primi EL-Nikkor erano destinati! 

L'EL-Nikkor 6,3cm - 63mm f/3,5 è sempre stato caratterizzato da un prezzo di listino proporzionalmente più alto rispetto a quello che fosse logico aspettarsi (costava un buon 70% in più rispetto al 5cm f/2,8 con identica montatura, ed il suo prezzo si poneva a metà strada fra quello dell'EL-Nikkor 80mm f/5,6 e quello dell'EL-Nikkor 105mm f/5,6); complice anche un errore di battitura su una vecchia brochure, che attribuiva all'EL-Nikkor 6,3cm - 63mm f/3,5 una trasparenza spettrale spinta fino a 350nm (contro i 380nm degli altri EL-Nikkor, dato poi mai più confermato nelle brochure più recenti), si sparse la voce che quest'obiettivo fosse un'ottica "speciale", particolarmente adatta per la fotografia in luce UV, una diceria che nel tempo ha fatto lievitare in modo incontrollato il suo presso sul mercato dell'usato; a tale proposito, lo schema che segue potrà chiarire come stanno realmente le cose. 

Marco Cavina, 2009Come anticipato, gli EL-Nikkor originali da 50mm f/2,8 e 63mm f/3,5 condividevano lo stesso schema ottico ideato da Wakimoto (con minime modifiche ai raggi di curvatura ed agli spessori); soprattutto, impiegano identiche varietà di vetro ottico, quindi la loro trasmissione spettrale risulta identica; per verificare l'eventuale copertura fino a 350nm, ho analizzato la percentuale di luce trasmessa da ciascuno dei vetri ottici adottati, ravvisando che il very-dense Krown utilizzato per la lente anteriore taglia pesantemente la trasmissione a 350nm, rendendo sicuramente poco credibile la sfruttabilità a questa lunghezza d'onda; risulta invece eccellente la trasmissione a 380nm (ricordo che i valori si riferiscono ad uno sbozzo spesso ben 10mm), quindi le più recenti e conservative dichiarazioni sono senz'altro veritiere; in ogni caso, non c'è alcuna prova tangibile che l'EL-Nikkor 6,3cm - 63mm f/3,5 trasmetta gli UV a lunghezze d'onda più corte, come confermato anche dai dati sperimentali, e suggerisco caldamente di non assecondare l'irrazionale frenesia di mercato che ha fatto indebitamente lievitare il suo costo sul mercato dell'usato; d'altro canto, il superiore prezzo di listino originale si giustifica proprio col fatto che fosse destinato ad un formato che non esiste nel contesto fotografico tradizionale, e questa vocazione primaria all'ingrandimento di microfilm 32x45mm lo ha posto nel novero dei "Nikkor ad uso industriale", solitamente caratterizzati da un costo superiore alla norma, benchè sia lo schema ottico che la montatura non siano affatto dissimili da quelli esibiti dall'EL-Nikkor 5cm - 50mm f/2,8. 


Marco Cavina, 2009


Per chiudere l'inciso, in tempi recenti l'EL-Nikkor 63mm f/3,5 è stato sostituito dall'EL-Nikkor 63mm f/2,8, che mantenne la stessa struttura ottica ed è l'unico obiettivo "moderno" ad aver conservato lo schema originale del primo, mitico EL-Nikkor.

A titolo di curiosità, l'elevata correzione dell'EL-Nikkor ha fatto si che, a metà degli anni '60, venisse impiegato come "relay-lens" intermedio in uno speciale dispositivo creato dalla Mikami Co. Ltd. di Tokyo e denominato "Speed Magny"; questo ingombrante strumento si applicava al corpo macchina, prelevava l'immagine aerea dal piano focale e con un sofisticato sistema di rinvii la trasmetteva ingrandita al materiale sensibile di un dorso Polaroid, permettendo di eseguire fotografie istantanee col sistema Nikon. 


Marco Cavina, 2009


Il Mikami Speed Magny per Nikon era una sorta di complesso "periscopio" dotato di specchi e di un dorso Polaroid, e sfruttava come ottica intermedia un Nikon EL-Nikkor 50mm f/2,8 in esecuzione speciale (senza ghiera del diaframma e con lunga filettatura di montaggio); il dispositivo conobbe una certa notorietà nella seconda metà degli anni '60 ed agli inizi degli anni 70' e sono conosciuti almeno tre modelli: quello illustrato, denominato Speed Magny RF, è molto raro ed è destinato alle Nikon S a telemetro; a questo esemplare erano affiancate altre due versioni: lo Speed Magny 100, destinato alla Nikon F e film Polaroid in formato 83x108mm, e lo Speed Magny 45, sempre abbinato alla Nikon F e predisposto per Polaroid in formato 4x5". 
 

Marco Cavina, 2009
La sezione illustrata evidenzia la struttura ottica dello Speed Magny e la posizione del relay-lens EL-Nikkor 50mm f/2,8 impiegato a tutta apertura. 

 

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(credits: pictures Nippon Kogaku K.K , Nikon Co. and Marco Cavina; EL-Nikkor 68mm f/3,5 from Wikipedia Commons) 

Questi primi, storici obiettivi furono i precursori di una vasta gamma di EL-Nikkor, arricchitasi nel tempo fino a coprire le più disparate esigenze di stampa, in abbinamento a negativi dal formato 24x36mm al 30x40cm; complessivamente, considerando anche le evoluzioni della montatura, ho censito la bellezza di 29 EL-Nikkor differenti, tutti raccolti nell'immagine seguente. 

Come potete notare, la stragrande maggioranza degli EL-Nikkor è stata rivista durante la produzione, introducendo una versione aggiornata per quanto concerne la montatura, più moderna, ed i trattamenti antiriflesso; questa nuova generazione venne identificata con la denominazione "N" per le focali comprese fra 40mm e 105mm e con la denominazione "A" nei modelli da 135mm a 300mm; quest'ultima catalogazione faceva riferimento ad ottiche per impiego professionale e veniva fornita a corredo una scheda individuale con l'indicazione esatta della lunghezza focale effettiva e del posizionamento individuale del punto H', valori necessari per la calibratura di precisione in abbinamento a grosse stampatrici professionali. Eccezioni alla regola sono rappresentate dall'EL-Nikkor 40mm f/4 N (ottica grandangolare per il 24x36mm, prodotta solo in montatura moderna tipo "N"), dall'EL-Nikkor 50mm f/2,8 (la versione "N" abbandona lo schema ottico di Wakimoto e adotta un nocciolo progettato da Ikuo Mori), dall'EL-Nikkor 63mm f/3,5 (la versione "N" fu ricalcolata dando vita all'EL-Nikkor 63mm f/2,8), dal rarissimo EL-Nikkor 68mm f/3,5 (realizzato solamente in montatura vecchio stile) e dall'enorme EL-Nikkor 360mm f/5,6 A, anch'esso rimasto sempre in produzione con il barilotto di foggia più obsoleta, probabilmente perchè i ridottissimi numeri di vendita non giustificavano l'investimento per il maquillage; in quest'ultimo caso, la denominazione "A" fu aggiunta pro-forma nei cataloghi più recenti, pur riferendosi ad un modello rimasto invariato fin dagli esordi. 

Va annotato che gli EL-Nikkor da 80mm, 105mm e 135mm primo modello erano contraddistinti da un magnifico e robustissimo barilotto metallico con ampia porzione in finitura cromata, mentre non si può tacere il fatto che le nuove montature "N" applicate agli EL-Nikkor con focali comprese fra 40mm e 105mm siano decisamente più cheap rispetto alle precedenti, con ampio utilizzo di materiali plastici, una poco apprezzabile caratteristica condivisa purtroppo anche con le più recenti produzioni dei classici rivali tedeschi, Schneider e Rodenstock.

Per quanto concerne le montature, tutti gli EL-Nikkor da 40mm a 105mm sono dotati del classico attacco a vite 39x1, gli EL-Nikkor 135mm f/5,6 A e 150mm f/5,6 A dispongono di doppio attacco filettato (39x1 con anello maggioratore da 50x1 fornito a corredo) mentre tutti gli altri, ivi compresi anche gli EL-Nikkor 135mm f/5,6 e 150mm f/5,6 in montatura più obsoleta, sono equipaggiati con flangia forata per il fissaggio tramite bulloni.

Un breve inciso va dedicato all'EL-Nikkor 68mm f/3,5; quest'obiettivo non è mai stato elencato sui cataloghi e nelle brochure della Casa, ed i pochi esemplari noti riportano matricole molto ravvicinate, tali da lasciar pensare ad un unico blocco produttivo di non più di 500 o 1.000 esemplari; il formato coperto ed i rapporti di riproduzione ammessi non sono noti, ma ho contattato di recente un foto-negoziante italiano che possedeva quest'ottica, a suo tempo montata su una stampatrice professionale Agfa, e la utilizzava per il formato 6x4,5cm; effettivamente, nella gamma EL-Nikkor, nessuna ottica è dedicata a questo tipo di negativo, passando direttamente dal 63mm (formato coperto: 32x35mm) al 75mm (formato coperto: 60x60mm) 

Per quanto concerne la struttura ottica, gli EL-Nikkor hanno sfruttato cinque configurazioni:
A) uno schema dedicato al 40mm f/4 grandangolare, basato su un Gauss simmetrico ad angolo allargato con 6 elementi in quattro gruppi e due doppietti collati accanto al diaframma;
B)
il Gauss asimmetrico originale di Wakimoto, utilizzato - come visto - nel 50mm f/2,8 "old" e nei 63mm f/3,5 ed f/2,8;
C)
un Gauss "tipo Planar" simmetrico a 6 lenti in 4 gruppi, impiegato nel 50mm f/2,8 "N";
D)
il "tipo Tessar" a 4 lenti in 3 gruppi, adottato negli EL-Nikkor 50mm f/4 e 75mm f/4 tipo "old" e tipo "N";
E) il classico schema simmetrico "tipo Plasmat" a 6 lenti in 4 gruppi con doppietti collati esterni e menischi singoli adiacenti al diaframma, utilizzato nei restanti modelli. 

 

Marco Cavina, 2009
Lo Schema simmetrico grandangolare impiegato esclusivamente nell'EL-Nikkor 40mm f/4 riecheggia quello utilizzato in analoghi prodotti della concorrenza.

(credits: drawing Nikon Co.)

Marco Cavina, 2009

Alcuni obiettivi EL-Nikkor: al 50mm f/2,8 originale è abbinato il 50mm f/2,8 N, riprogettato anche nelle parti ottiche; il 50mm f/4 ed il 75mm f/4 (entrambi in configurazione più datata) sono gli unici ad avvalersi di un più semplice ma parimenti valido "tipo Tessar"; il 150mm f/5,6 A appartiene alla gamma degli EL-Nikkor "professionali" e nella foto è abbinato ad un obiettivo Nikkor da ripresa destinato allo stesso formato 4x5" da lui coperto, ovvero un Nikkor SW 75mm f/4,5 Copal # 0, in grado di coprire ad f/16 105° di campo ed una diagonale di 200mm. 

Naturalmente non è mia intenzione (nè avrei tutto il materiale a portata di mano) descrivere in dettaglio i 29 modelli di EL-Nikkor censiti; mi limiterò ad evidenziare alcuni filoni "interessanti". 


Marco Cavina, 2009


Il primo dettaglio degno di nota si riferisce al passaggio fra l'EL-Nikkor 50mm f/2,8 di Wakimoto, lanciato nel 1956-57, ed il successivo EL-Nikkor 50mm f/4 N, distribuito a partire dal 1984 e calcolato da Ikuo Mori; Ikuo Mori, celeberrimo progettista dei super-grandangolari retrofocus per Nikon reflex, fu il più brillante allievo dello stesso Wakimoto, ed il progetto del nuovo 50mm f/2,8 ha il sapore di un passaggio di consegne fra l'anziano maestro ed il giovane e brillante progettista, ormai affermato, storicamente sancito anche dai pubblici complimenti rivolti a Mori-San dallo stesso Wakimoto, dopo che quest'ultimo aveva preso atto dei percettibili miglioramenti nella resa ottica introdotti dal nuovo modello rispetto al precedente, pur accompagnato da fama di eccellenza. 


Marco Cavina, 2009


Curiosamente, nè Wakimoto nè Mori si avvalsero del classico schema "tipo Plasmat" ormai universalmente diffuso fra le ottiche da ingrandimento, e per il modello "N" venne scelto un Gauss simmetrico "tipo Planar" molto simile a quello adottato sui 50mm fotografici di media luminosità. 


Marco Cavina, 2009


Osservando la struttura dei due EL-Nikkor 50mm f/2