NIKON - ZEISS LEGACY: Riannodando un antico filo. 500mm Zeiss + Nikon TC-301 + D700: un metro di storia antica

A cura di: Marco Cavina


UN 500mm ZEISS HASSELBLAD C APPLICATO SU NIKON DIGITALE FX FULL-FRAME, CON O SENZA MOLTIPLICATORE 2X NIKON TC-301: UN'ACCOPPIATA CHE RIEVOCA IL FILO SOTTILE CHE PER TANTI ANNI HA COLLEGATO LE DUE AZIENDE



Se è vero che la Nippon Kogaku vanta una tradizione ormai secolare, non si può tuttavia negare che l'evoluzione postbellica dei suoi prodotti non avrebbe avuto l'esito conosciuto senza l'ombra immanente della Zeiss...


Il filo sottile che collega i destini della Nippon Kogaku alla celebre azienda tedesca cominciò a dipanarsi ai tempi della seconda Guerra Mondiale: le alleanze politiche e strategiche fra la Germania del Dritten Reich e l'impero del Sol Levante implicarono stretti contatti e collaborazioni anche sul piano tecnologico, e senza scomodare le leggende che parlano di U-boat carichi di Uranio è storicamente provato che, in quegli anni sciagurati e concitati, tecnici della Carl Zeiss Jena fecero visita ai colleghi della Nippon Kogaku (titolare della stragrande maggioranza delle commesse belliche nel settore ottico) per condividere il loro straripante know-how; se è vero che il flusso dati riguardò soprattutto ordigni astrusi come gli enormi telemetri per cannoni da marina, gli inviati tedeschi non mancarono di passare agli omologhi dagli occhi a mandorla i progetti chiavi in mano di alcuni dei più celebri obiettivi Zeiss Jena, con particolare riferimento ai celebri Sonnar di Bertele.
 

Nell'immediato dopoguerra, le Autorità statunitensi delegate alla riorganizzazione industriale dell'occupied Japan imposero ad una Nippon Kogaku estremamente ridimensionata nel numero di stabilimenti e nell'organico la produzione di apparecchi fotografici, lasciando balenare l'allettante prospettiva dei grandi mercati americani da colonizzare con prodotti meno costosi di quelli fino ad allora giunti dalla Germania; a questo punto è interessante focalizzare con attenzione un dettaglio del tempo: i principali tecnici del settore ottico in carico alla Nippon Kogaku erano Murakami, Azuma, Wakimoto ed Hatano-San, e toccò a loro l'arduo compito di recuperare e riorganizzare il materiale e gli appunti relativi ai progetti degli obiettivi, scompaginati dagli eventi bellici, con l'obiettivo di rimettere in produzione nel minor tempo possibile i più moderni schemi ottici affinati in tempo di guerra: tali schemi erano proprio i cloni dei Sonnar 50mm f/1,5 ed f/2 mutuati brevi manu - e quindi non semplicemente imitati ! - dai tecnici Zeiss; il problema più serio che si pose fin dall'inizio, e che conferma la reale paternità di questi progetti, consistette nella disponibilità dei vetri: sebbene la Nippon Kogaku avesse realizzato in proprio la fusione di vetro ottico fin dai suoi albori, i progetti Sonnar della Zeiss utilizzavano particolari vetri di origine Schott, non presenti nella lista dei materiali forniti dalle vetrerie interne; è quindi altamente probabile che assieme ai calcoli ottici dalla Zeiss Jena fossero arrivati anche dei lotti di vetro ottico per procedere alla confezione degli obiettivi stessi, quantitativi poi parzialmente utilizzati o andati distrutti durante il conflitto...

Murakami-San si trovò subito ad affrontare proprio questo problema: il 5cm f/1,5 tipo Sonnar non poteva assolutamente essere messo in produzione perchè mancava fin dall'inizio la disponibilità di alcuni vetri, ed anche il Nikkor H 5cm f/2 ebbe una nascita tormentata, dal momento che il progetto originale Zeiss dovette essere rivisto una prima volta per adattarlo alle scorte di vetri disponibili, subendo poi una successiva e definitiva revisione per dirottarlo su vetri autarchici sfornati dalle vetrerie Nippon Kogaku, finalmente ritornate produttive; questo breve excursus ci fa capire come - effettivamente - il travaso di know-how da Zeiss Jena a Nippon Kogaku sia stato concreto e storicamente provato.


(credits: picture Nikon Co.)


Questa relazione venne ribadita quando la Casa giapponese mise in produzione le sue celebri fotocamere a telemetro: pur con qualche divagazione di dettaglio dal sapore Leica, le Nikon rangefinder erano esplicitamente ispirate alle celebri Contax realizzare dalla Zeiss Ikon, a partire dall'inconfondibile cassa a smusso ottagonale, rimasta nel DNA delle Nikon fino a modelli del recentissimo passato, passando per l'analogo e complesso innesto a baionetta, la simmetria bilaterale dei due grossi pomelli di avanzamento e riavvolgimento e concludendo con la ghiera dentata azionabile con l'indice destro, dettaglio di straordinaria attualità e genio ergonomico.

Se a questi antichi asintoti di contingenza aggiungiamo il fatto che sul territorio nazionale, ad un certo punto, l'importazione e la distribuzione dei materiali Zeiss Hasselblad e Nikon è stata assunta in carico da un'unica Società, possiamo concludere che l'adattamento proposto, per quanto ibrido e bislacco possa sembrare in apparenza, non fa altro che replicare episodi storici e reiterati...


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Ecco dunque una modernissima interpretazione della Nikon - Zeiss legacy: un vetusto ma sempre rispettabile Carl Zeiss Tele-Tessar 500mm f/8 del 1967, in montatura Hasselblad C, abbinato tramite l'apposito anello adattatore ad un'attuale Nikon D700, digitale full-frame con sensore FX; il "contributo ottico" della Nikon consiste nel duplicatore di focale Nikon TC-301, nato per il Nikkor 300mm f/2,8 IF-ED e per i lunghi tele professionali in genere, applicato fra anello adattatore e corpo macchina... L'"accrocchio" complessivo (complice anche il paraluce originale Zeiss) non passa certo inosservato (in questo caso è difficile simulare che si sta utilizzando un supertele...), ma possiamo contare su una focale di 1.000mm f/16, valore decisamente ragguardevole.


La Nikon D700 dotata di moltiplicatore Nikon TC-301 ed anello adattatore; grazie all'apposito menu di indicizzazione per gli obiettivi non AF è possibile memorizzare focale e luminosità, trovandoli puntualmente registrati nei metadati, ed operare tranquillamente in automatismo a priorità di apertura, logicamente in modalità stop down al valore di lavoro (facilmente attuabile grazie all'apposito comando presente sull'obiettivo Hasselblad tipo "C").

Questo dettaglio rivela un particolare interessante: lo sbalzo del nocciolo ottico anteriore (che nell'uso convenzionale entra fisicamente nel corpo dell'obiettivo per intercettare l'ampia pupilla di uscita, vincolandone l'uso ad alcuni super-tele ED) viene praticamente annullato dallo spessore dell'anello adattatore Hasselblad-Nikon, grazie ai 28,4mm di tiraggio aggiuntivo, permettendo di applicare qualsiasi obiettivo Zeiss Hasselblad.


 

Il corpo macchina D700 con impugnatura porta-batteria, il Teleconverter TC-301 ed il robusto anello adattatore.
Lo Zeiss Tele-Tessar 500mm f/8 Hasselblad C con la sua dotazione (custodia in cuoio, paraluce, speciale tappo in alluminio laccato crinckled); la impeccabile veste meccanica comportò un prezzo di listino decisamente elevato, forse superiore alle oggettive potenzialità dello schema ottico, un semplice per quanto accurato acromatico. L'abbinamento di ottiche Zeiss su corpi Nikon è divenuta una prassi comune da quando la Casa tedesca ha realizzato la gamma di ottiche ZF, una sorta di "ritorno al futuro" di intrigante significato storico.


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Il nocciolo ottico del 500mm Tele-Tessar risale al 1960 e venne progettato secondo il tradizionale schema teleobiettivo; la prima lente ha una dispersione contenuta, la successiva coppia costituisce un doppietto acromatico (vetro a bassa rifrazione e ridotta dispersione abbinato ad uno Short-Flint ad alta rifrazione ed alta dispersione), e la coppia posteriore rappresenta invece un doppietto ipercromatico (lenti con rifrazione quasi analoga e dispersione molto differente, in grado di rifinire l'aberrazione cromatica senza modificare il valore rifrangente del doppietto, che in questo settore si comporta quasi come una lente singola di analoga foggia); uno schema di questo tipo più garantire una buona correzione acromatica ma non dispone di lenti ED a bassissima dispersione e lo spettro secondario, vista la lunghissima focale, è certamente avvertibile.

 

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Questo schema riassume le prerogative del pregiato e costoso moltiplicatore Nikon Teleconverter TC-301; la sua caratteristica principale consiste nel grande diametro delle lenti posteriori e nel cannotto avanzato che porta il tripletto anteriore ad intercettare la pupilla di uscita direttamente all'interno dell'obiettivo, uno schema perfettamente idoneo ai superteleobiettivi luminosi; questo duplicatore di focale fu calcolato a metà anni '70 assieme allo schema ottico del nuovo Nikkor 300mm f/2,8 IF-ED (in vista delle Olimpiadi invernali 1976) e risulta particolarmente efficiente in abbinamento con tale ottica: nel mio corredo personale c'è un AF-Nikkor 300mm f/2,8 IF ED del 1987 e posso confermare che l'accoppiata fornisce ottimi risultati; il primo modello, denominato Nikon TC-2, era privo di accoppiamento Ai e sfruttava l'arcaico sistema di rinvii esterni per la forcella analogo a quello presente sui tubi di prolunga pre-Ai come i Nikon PK-3 o PN-1; proprio la versione TC-2 (poi sostituita dal TC-300 ed infine dal TC-301, sempre con identica struttura e noccio ottico) è stata prodotta nel 1976-77 in appena 1.114 esemplari, e secondo me costituisce un interessante accessorio da collezione.
(credits: schema Nikon Co.)


Approfittando dell'ospitalità di un amico nel suo buen retiro in collina, ho eseguito qualche scatto di prova impiegando il 500mm Zeiss a lunga distanza per documentare le caratteristiche della geologia locale, sia singolarmente che abbinandolo al TC-301; era ancora un caldo pomeriggio dei primi di Settembre ed una sottile foschia penalizzava molto il contrasto (i soggetti erano a 3 - 5 km di distanza) mentre le turbolenze termiche inficiavano pesantemente la nitidezza; grazie all'abbinamento con un moderno corpo digitale ho potuto sfruttare pienamente le potenzialità di un'accorta post-produzione del RAW, ottimizzando per quanto possibile contrasto e penetrazione della foschia, una tout che ai tempi storici del 500 Tele-Tessar, ovviamente, non era possibile, ed anche questo è progresso...

 

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Nikon D700 + Carl Zeiss Hasselblad Tele-Tessar 500mm f/8 C - RAW @ 14bit - 1/640" f/16 @ 400 ISO
Nikon D700 + Carl Zeiss Hasselblad Tele-Tessar 500mm f/8 C - RAW @ 14bit - 1/800" f/16 @ 400 ISO
Nikon D700 + Carl Zeiss Hasselblad Tele-Tessar 500mm f/8 C - RAW @ 14bit - 1/320" f/16 @ 200 ISO


Tre scatti con l'obiettivo "liscio" illustrano i tipici calanchi romagnoli lungo la SP Brisighellese fra Faenza e Brisighella, in formazioni geologiche che dalle argille di sedimentazione profonda post-messiniane (Pliocene) si spingono verso l'alto fino alle sabbie gialle risalenti ad appena 1,5 - 1,3 milioni di anni fa. Geologia a parte, l'obiettivo è vetusto e non è mai stato un mostro di resa, ma grazie allo sfruttamento sull'asse e all'aiuto in post-produzione le immagini sono sicuramente dignitose, soprattutto considerando la grande distanza e le condizioni atmosferiche originali, certamente sfavorevoli; ho scattato infulcrando il 500mm su un robusto treppiedi, selezionando la funzione "Mirror-UP" ed applicando alla D700 un radiocomando che mi ha permesso di sollevare lo specchio e successivamente scattare senza toccare fisicamente il complesso. Il 500mm f/8 Tele-Tessar, nonostante da molte parti venga asserito che lavora al suo meglio col diaframma alla massima apertura, in realtà migliora drasticamente chiudendo di uno stop ad f/11 (il trasferimento di contrasto a 40 cicli/mm sull'asse migliora del 50%), incrementando ancora vistosamente la resa ad f/16, valore utilizzato per questi scatti; naturalmente un supetele da 500mm richiede tempi di posa rapidi per minimizzare il micromosso, e con aperture di questo genere l'alta sensibilità sfruttabile del sensore Nikon FX è sicuramente un grande vantaggio: al limite, lavorando a 1600 ISO, sarebbe possibile persino l'impiego a mano libera con due stop di chiusura ad f/16, un lusso davvero insperato.

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Nikon D700 + Carl Zeiss Hasselblad Tele-Tessar 500mm f/8 C + Nikon TC-301 2X RAW @ 14bit - 1/160" f/16 (T = f/32) @ 800 ISO
focale effettiva: 1000mm f/16 - distanza della fotocamera alla torre del castello: 3.005 metri.

Questa immagine, colta da una distanza compresa fra i 3 ed i 4,5 km, illustra i tre manufatti presenti sui colli di Brisighella (torre dell'orologio, castello e chiesa del Monticino), tre speroni della vena del Gesso che dominano il piccolo abitato medievale, mentre sullo sfondo si notano le successioni della ex cava di Gesso Zerbato, oggi museo geologico all'aperto; in questo caso al 500mm Tele-Tessar è stato applicato anche il duplicatore Nikon TC-301, quindi la focale effettiva è di 1.000 (40x rispetto all'ottica normale); ho mantenuto i due stop di chiusura (in questo caso ancora più auspicati, vista l'azione deleteria del duplicatore aggiunto) ed ovviamente il T= effettivo ad f/16, considerando l'assorbimento del duplicatore, equivale ad f/32, un valore che mi ha suggerito di settare la D700 ad 800 ISO; nonostante l'alta sensibilità il tempo di posa era di appena 1/160", quindi la robustezza del treppiede e la procedura di sollevamento preventivo e scatto col radiocomando sono state fondamentali per evitare il mosso! L'immagine mostra un accenno di fringings rossi ma analizzando il file a 100% va detto che il TC-301 si comporta bene e non penalizza in modo evidente l'obiettivo in questo settore; naturalmente la nitidezza non è da urlo, ma se consideriamo che si tratta di una piccola porzione della copertura 6x6cm ingrandita dal duplicatore e che lo schema di partenza ha quasi 50 anni, non possiamo lamentarci troppo: sono ben pochi gli obiettivi che approcciano il metro di focale e garantiscono una resa genericamente "elevata", ed il loro prezzo è sovente inavvicinabile.
Sottolineo che le sfocature sullo sfondo, negli spalti argillosi della cava, sono dovute sia alla messa a fuoco sul primo piano sia a vistose turbolenze termiche.

Poco più di un gioco, quindi, ma anche l'occasione per ribadire una relazione nata su presupposti storicamente documentati e mantenuta sul filo dell'ispirazione, nel family-feeling di certi vecchi prodotti, fino al punto in cui la tecnologia Nippon Kogaku fu in grado di salire in cattedra ed il design dei nuovi prodotti delegato al celebre Giorgetto di Casa Italia...