Libri

A cura di:

Per la libertà di stampa
Yann Arthus-Bertrand
Contrasto, pp. 112, 75 fotografie a colori, euro 18,00

Il 13 Novembre si è celebrato in tutto il mondo lo Sponsorship Day, la giornata internazionale per l'adozione dei giornalisti in carcere. In questa occasione Contrasto ha pubblicato il libro di Yann Arthus-Bertrand "Per la libertà di stampa". Il libro contribuisce a sostenere Reporter Senza Frontiere, un'organizzazione internazionale che lotta da anni per tutelare il diritto all'informazione e alla libertà di stampa.
La celebrazione della giornata è un'occasione per fare il punto della situazione (anche in quei paesi dove il sistema democratico dovrebbe garantire l'assoluta libertà di espressione) e per rompere il silenzio e sostenere quei giornalisti che - in paesi come il Nepal, l'Eritrea, la Cina - sono stati arrestati per aver scelto di far circolare liberamente le notizie. È un'iniziativa che nasce grazie al contributo di grandi fotografi tra i quali Sebastião Salgado, Raymond Depardon, Marc Riboud, Henri Cartier-Bresson, che "Per la libertà di stampa", accettano di dare gratuitamente le proprie fotografie.

In Italia il libro è pubblicato da Contrasto che inaugura così, con le meravigliose immagini di Arthus-Bertrand, la collana dedicata a uno dei diritti fondamentali di ogni cittadino del mondo: il diritto alla libera circolazione delle informazioni e al libero accesso alle notizie. Conosciuto per le sue splendide fotografie aeree, Yann Arthus-Bertrand ci mostra attraverso centinaia di immagini di aree naturali e di siti archeologici la bellezza del mondo, ma anche le infinite cicatrici che abbiamo inflitto al nostro pianeta e ci mette così di fronte alla responsabilità di essere cittadini di un mondo che non sempre dimostriamo di rispettare.
Parte dei proventi della vendita di questo libro andranno a Reporter Senza Frontiere e serviranno a realizzare azioni concrete per aiutare i giornalisti a svolgere al meglio il loro lavoro: comprare un computer e delle attrezzature per far rinascere un giornale, pagare un avvocato per un processo o aiutare le famiglie di un giornalista incarcerato.

www.rsf.org
www.rsfitalia.org


Un freddo paradiso
Gretel Ehrlich
La via per Kabul
Un freddo paradiso
Guanda, pp. 428, euro 16,90

In Un freddo paradiso Gretel Ehrlich racconta la sua passione per l'Artide maturata in una serie di viaggi compiuti fra il 1993 e il 1999, a partire dalle zone relativamente urbanizzate del sud della Groenlandia meridionale, l'isola più grande del mond, dove si trova il capoluogo Nuuk, lungo la costa occidentale – dove ha sede la base aerea americana di Thule – fino all'estremo Nord, in terre dalla cartografia tuttora imprecisa, dove solo gli inuit si recano per cacciare foche e trichechi a bordo di slitte tirate dai cani.
Ed è soprattutto la millenaria cultura inuit, diffusa in tutti i territori artici, ad affascinare la scrittrice, che sulle orme dei viaggiatori celebri in Groenlandia – il danese Knud Rasmussen, il pittore americano Rockwell Kent – scopre un mondo ancor oggi primitivo e umanissimo, in cui uno straordinario ingegno e spirito di adattamento permette all'uomo di vivere in armonia con la natura.

Filo conduttore dei viaggi della scrittrice americana sono soprattutto i diari di Rasmussen, che dedicò i primi decenni del Novecento all'esplorazione della nativa Groenlandia e degli altri territori del Settentrione polare condividendo per lunghi periodi la vita dei cacciatori inuit, per poi tramandarne le usanze e la ricca tradizione orale di miti e leggende. Brani di questi diari punteggiano il racconto di Gretel Ehrlich, come un'ispirazione ricorrente e una chiave di lettura, a mano a mano che – viaggio dopo viaggio – l'autrice entra in sintonia con il mondo della notte e del ghiaccio, le amicizie groenlandesi si approfondiscono, la tradizione inuit rivela i suoi segreti.
A differenza dei viaggiatori di un secolo fa, però, Gretel Ehrlich vede lucidamente anche le contraddizioni attuali nello stile di vita dei cacciatori di sussistenza, sempre più minacciato dalla globalizzazione dei consumi, dal riscaldamento del pianeta, dall'inquinamento dei mari. Ciò nonostante, nella società inuit rimangono vivissimi il rispetto per l'ambiente e lo spirito di solidarietà. È questa forse la vera scoperta del viaggio: là dove ogni confine consueto viene meno – quello tra la terra e il mare, quello tra il giorno e la notte – l'essere umano è veramente se stesso.


Inferni, mare, isole
Roberto Mussapi
Storie di viaggi nella letteratura
Bruno Mondadori, pp. 124, euro 8,50

Il viaggio agli inferi, la grande discesa di Orfeo, di Odisseo e di Enea, prosegue nel tempo cristiano con la discesa e la risalita di Dante, ma non si estingue. Secondo il percorso di questo saggio quel viaggio continua con la grande letteratura di mare, verso le viscere di Moby Dick, signore degli abissi. Il tema del viaggio sulle acque e verso il profondo si intreccia con quello delle isole, gli approdi sognati oltre l'orizzonte, spaziando dal Tuffatore di Paestum a Shakespeare e Robinson Crusoe. Una esplorazione della metafora del mare con tutte le sue implicazioni avventurose.

 





Parola del Diavolo.
Sulle tracce degli ex-dittatori

Riccardo Orizio
Laterza, pp.195, euro 14,00

Un altro libro-reportage di Riccardo Orizio sulle tracce di chi é uscito in qualche modo dai riflettori della storia: prima, con "Tribù bianche perdute", é stato il turno delle comunità di bianchi rimaste nelle ex-colonie dopo il raggiungimento dell'indipendenza.
Ora, con "Parola del Diavolo" é il turno degli ex dittatori, fino a ieri, l'altroieri, costantemente o riccorentemente nei telegiornali e sulle prime pagine dei giornali, oggi nell'oblio, nel dimenticatoio, se non in prigione o sottoterra. Orizio ci regala una galleria unica di personaggi un tempo potenti.

Grazie alla sua conversione all'Islam, l'ex tiranno ugandese Idi Amin Dada vive in esilio in Arabia Saudita, senza pentirsi del suo passato, ma anzi continuando a occuparsi di oscure guerre africane. Prima di morire povero in una dimora diroccata, l'ex imperatore del Centrafrica, Jean-Bédel Bokassa, si proclama il tredicesimo apostolo della Chiesa e parla dei suoi incontri segreti con il Papa. Il colonnello Menghistu difende la campagna del Terrore Rosso che sconvolse la sua Etiopia. La vedova Hoxha, dalla cella di una dura prigione di Tirana, giustifica mezzo secolo di isolazionismo dell'Albania stalinista e maoista guidata dal marito Enver.
Baby Doc Duvalier, nella sua prima intervista da quando fuggì da Haiti, parla di vudù e delle donne della sua vita. E di come ha perso la fortuna accumulata dal padre, Papa Doc. Mira Milosevic ripercorre la storia delle guerre di Jugoslavia e, con sarcasmo, afferma: «Mio marito Slobodan è un idealista». Jaruzelski, il generale polacco che cercò di schiacciare Solidarnosc, racconta la sua transizione da figlio dell'aristocrazia terriera internata in Siberia a uomo di fiducia dei sovietici. E rivela cosa si nasconde dietro i suoi famosi occhiali neri.


L'innocenza del Male.
Fenomenologia dello sterminio

Guido Rampoldi
Laterza, pp. 216, euro 14,00

L'Afghanistan di Bin Laden, la Cambogia di Pol Pot, il Cile di Pinochet, il conflitto tra cristiani e musulmani in Asia, l'ex Jugoslavia, il Tibet. E il futuro. Questo libro racconta in presa diretta la macchina dello sterminio, anche nei suoi ingranaggi invisibili.
Tra le sue pagine non incontriamo solo stolidi assassini, ma anche accademici, giornalisti, religiosi, e tanta gente normale che convive o connive con gli sterminatori.
E troviamo noi stessi. Perché quando le vittime dello sterminio ci sono estranee o nemiche, esso non ci appare più come il Male, ma come 'il male minore'.





Storia del camminare

Rebecca Solnit
Bruno Mondadori, pp. 366, euro 22,50

Che cosa significa uscire da uno spazio chiuso e iniziare a camminare nel mondo, nelle città e nelle campagne, in mezzo a una marcia di protesta o a un pellegrinaggio? Rebecca Solnit racconta numerosi episodi legati alla storia del camminare per dar vita a un affresco delle diverse forme in cui si esplica questo semplice atto.
L'autrice sostiene che storicamente il camminare era legato a motivi politici, estetici, sociali, ludici e, in questo senso, si sofferma sugli esempi di persone per cui l'atto del camminare ha avuto grande importanza, dai filosofi peripatetici dell'antica Grecia ai poeti romantici, dalle passeggiate dei surrealisti alle ascese degli alpinisti. Suggerendo che occorre preservare spazi e tempi da dedicare a questa semplice attività in un mondo sempre più orientato alla velocità.

 

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